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  • Jacobelli: la lezione dei 97 mila del Camp Nou che applaudono l'Atletico campione

    Jacobelli: la lezione dei 97 mila del Camp Nou che applaudono l'Atletico campione

    Non so voi, ma quei 97 mila spettatori del Camp Nou, la cattedrale del Barça, tutti in piedi ad applaudire l'Atletico Madrid campione di Spagna dopo diciotto anni, fanno venire la pelle d'oca ogni volta che rivedi il filmato in tv o su youtube.
    E, quasi obbedendo a un riflesso condizionato, nasce spontaneo il paragone con il sabato nero di Roma, addì 3 maggio 2014 e tutto quanto di orripilante è accaduto nella capitale il giorno della finale di Coppa Italia.
    A Barcellona, ieri è stato celebrato il trionfo del calcio che amiamo: la Liga è stata assegnata alla formidabile squadra di Simeone al termine di una partita entusiasmante, drammatica, giocata in un'atmosfera unica. 
    A Roma, quindici giorni fa, quelle scene di inaudita violenza dentro e fuori l'Olimpico, l'impotenza di uno Stato che voglia definirsi tale di fronte ai barbari e alla loro protervia, hanno messo a nudo ancora una volta cioè che il nostro calcio è, ma non dovrebbe essere.
    Abbiamo molto da imparare dalla Spagna e non soltanto sotto l'aspetto squisitamente tecnico di una nazione che ama il football quanto noi, ma lo onora molto meglio di noi.
    Non ci sono solo il mondiale e i due titoli europei consecutivi conquistati dalla Roja fra il 2008 e il 2012; il ciclo del Barcellona guardioliano, che ieri è arrivato sì al capolinea, ma ha seminato spettacolo ed emozioni ai quattro angoli del globo; il trionfo del Siviglia in Europa League: la finale di Champions che il 24 maggio a Lisbona oppone il Grande Real di Ancelotti allo stesso, magnifico Atletico di Simeone.
    Dietro questa supremazia ci sono una cultura sportiva, un rispetto dell'avversario, un autentico fair play che il nostro calcio non conosce più perchè questi valori ha massacrato, calpestato in questi anni di cori e di striscioni beceri, di razzismo combattuto male o addirittura tollerato, come se fosse ineluttabile, di ignavia che sta nel ventre molle di un sistema da rifondare. Cioè da spazzare via.
    In Spagna, è normale che i presidenti delle due squadre in campo seguano la partita in tribuna d'onore, seduti l'uno accanto all'altro. In Italia è un'eccezione, così eccezione da fare notizia. In Spagna, i minuti di silenzio vengono osservati in silenzio. in Italia, se va bene parte un applauso, se va male giù ululati e improperi: d'altra parte, questo è il Paese in cui si applaude durante un funerale e si fischia l'inno nazionale allo stadio in 80 mila.
    Sì, abbiamo molto da imparare dal calcio spagnolo. Il problema è che da noi ci sono in giro troppi ripetenti. 

    Xavier Jacobelli
    Direttire Editoriale www.calciomercato.com

     

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