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  • Jacobelli: Tavecchio, ma chi comanda in Figc? Lotito non può dire: vado dove voglio. La Nazionale non è cosa sua

    Jacobelli: Tavecchio, ma chi comanda in Figc? Lotito non può dire: vado dove voglio. La Nazionale non è cosa sua

    Illustre Carlo Tavecchio, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio,
    ma chi caspita comanda in Figc: lei o Lotito? Forse nottetempo ha nominato Lotito presidente del Club Italia, capodelegazione della Nazionale, consigliere federale delegato ai rapporti con la squadra azzurra? Se l'ha fatto, ce lo dica, così lo sappiamo e, sopratutto, lo sanno Conte e i suoi giocatori che le cronache descrivono come "irritati", cioè imbufaliti, per il presenzialismo del presidente della Lazio che indossa il k-way della Nazionale e, come ha sibilato un azzurro al collega Massimo Cecchini della Gazzetta dello Sport, "a Bari ce lo ritrovavamo dappertutto". 

    Certo, i sodali sono subito intervenuti in difesa di Lotito, qualcuno segnando subito un freudiano autogol. Il k-way ufficiale della squadra 4 volte campione del mondo, 1 volta campione europea e olimpica? L'ha indossato perchè pioveva. E' stato visto aggirarsi negli spogliatoi del San Nicola? Voleva chiedere la maglia arancione a De Vrij. La passeggiata durante l'allenamento degli azzurri prima della gara con l'Olanda? "E' innegabile che il presidente della Lazio sia uno che voglia apparire, ma non è l'anima nera del presidente Tavecchio, che non ha bisogno di lui per dirigere la Figc. Se i calciatori hanno qualche problema ne parlino con l'allenatore, il team manager e con il presidente Tavecchio. Sono loro che si occupano del club Italia. Lotito non ha nessuna delega e per quanto mi risulta non ne avrà in futuro". Parole e musica di Mario Macalli, 77 anni, vicepresidente della Figc e grande elettore di Tavecchio con Lotito, Galliani e Carraro, presidente della Lega Pro dal 1997. Non pago, il medesimo ha pure rimarcato:  "Lotito non è l'anima nera di Tavecchio". Excusatio non petita, accusatio manifesta? Per l'eventuale traduzione, Macalli si rivolga a Lotito, fine latinista.

    A chiudere il cerchio, con la classe e l'eleganza che lo contraddistinguono e che i tifosi della Lazio ben conoscono, ha pensato lo stesso Lotito. Che ha ringhiato: ""Ho i titoli, così vado dove voglio. Tutta invidia... Cosa dice Conte di me? Che sono una forza della natura. Ero negli spogliatoi per avere la maglia di De Vrij da portare a mio figlio, non capisco cosa vogliono. E' come se impedissero al ministro Alfano di vedere le Frecce Tricolori. Sono un consigliere federale, faccio parte del comitato di presidenza e ho la delega per proporre riforme dell'assetto normativo, quindi a livello regolamentare non c'è niente che mi impedisce di stare con la Nazionale ed entro dove voglio. Potrebbero farlo anche gli altri 20 consiglieri, Moggi non poteva".

    "Vado dove voglio?". "Entro dove voglio?". A Formello, sino a quando sarà presidente della Lazio. Non a Bari o a Coverciano o dovunque giochi e lavori la Nazionale. "Ho la delega per proporre le riforme a livello normativo": e allora? Cosa c'entra con la Nazionale? "E' come se impedissero al ministro Alfano di vedere le Frecce Tricolori": eh? A parte il fatto che Alfano è ministro dell'Interno e non della Difesa, che caspita c'entrno le Frecce Tricolori con la Nazionale? 
    Lotito se lo ficchi bene in testa: la Nazionale non è cosa sua. Vero, Tavecchio?

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com



     

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