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  • Juve-Bayern: la tattica premia Allegri

    Juve-Bayern: la tattica premia Allegri

    • Matteo Quaglini
    Se una grande partita si riconosce nei dettagli, questo Juventus- Bayern Monaco ottavo di finale della Champions 2015-16 lo è! Sia perché il blasone delle due è grande tanto quanto il talento che esprimono in campo; sia perché è una partita piena di dettagli da capire e da decifrare.

    Prima di addentrarci nello studio del gioco provando a capire che Bayern sarà e quale Juventus in funzione dei meccanismi dei tedeschi si presenterà in campo; occorre soffermarci su un aspetto che inciderà sulla gara, e cioè il piano psicologico ribaltato: la Juventus ha acquisito tra la primavera dello scorso anno e il girone eliminatorio di questa stagione la consapevolezza della grande squadra europea, non ha più il timore reverenziale di alcune stagioni fa, ma con un lavoro mentale forte e la disciplina del miglioramento ha raggiunto il salto di personalità che le si chiedeva e che aveva dentro di se. In altri termini gioca alla pari e non teme di essere schiacciata, è questo un grande vantaggio nei confronti della corazzata tedesca.

    I tedeschi dal canto loro sono meno sicuri, anche se non lo fanno vedere. Le dichiarazioni di Guardiola che ha annunciato il suo addio e l’arrivo di un altro grande allenatore che già sta organizzando la squadra futura, pongono all’angolo il Bayern, ogni errore anche il più marginale potrebbe rivelarsi come la falla che affonda il bastione. La squadra che è chiamata a vincere la Coppa dei campioni a tutti i costi per confermare tre anni di globalizzazione calcistica tra Spagna e Germania, tra calcio atletico e verticale e calcio ragionato e orizzontale (dentro però molte variazioni che vedremo) è un po’ oggi, come Moahmed Alì quando affrontava George Foreman, certamente sempre sicura, sicuramente arrogantemente spavalda per difendersi e non attaccare, ma, al tempo stesso consapevole che di là c’è qualcuno che può mandarti al tappeto. E Guardiola è un po’ come Napoleone a Marengo o a Waterloo, aspetta che arrivi qualcuno in suo soccorso, visto che è totalmente sprovvisto di difesa.

    L’altro aspetto è quello tattico, come giocherà il Bayern domani? E la Juventus quale contromossa o contromosse adotterà? Studiando le formazioni delle due squadre nelle sei partite dei giorni emergono interessanti aspetti che tracciano una chiara contrapposizione tattica. La Juventus giocherà con un 4-4-2 fatto di linee strette dove tutti si aiutano e prima contrastano (il concetto di difesa come emblema) e poi ripartono attraverso l’azione dei singoli che si troveranno a dialogare con passaggi precisi, è quel momento del gioco in cui la tecnica diventa un’arma tattica forte per eludere il pressing del centrocampo. Da questo impianto la Juventus non si sposterà perché è l’attesa paziente e lo scatto improvviso la sua tattica. Questo meccanismo è stato usato in 4 delle 6 gare del girone e in particolare contro il Manchester City e in campionato contro il Napoli. Quando l’avversario è forte e ha struttura, fisico e tattica la Juventus chiude gli spazi davanti alla squadra avversaria, è la sua difesa in quel momento, che comanda il gioco.

    I tedeschi dal canto loro hanno giocato la tattica della flessibilità e degli interscambi interni. Vediamo quelli che domani potrebbero ripetere, partendo da un’idea cardine. Pensavamo potessero fare la difesa a tre, perché Guardiola ne fa uso, soprattutto quando è in difficoltà (nascondere le incertezze è la strategia delle grandi squadre) o quando vuole schiacciare l’avversario nelle proprie metà campo prima, in area poi e infine in porta. Quest’anno però il Bayern su 11 gare di Bundesliga ha giocato solo in due con la difesa a tre; e in Champions solo una volta questa variazione è apparsa, a Londra contro L’Arsenal. E’ successo quando in svantaggio nell’ultima mezz’ora, lo spagnolo ha ordinato prima la difesa a due con due linee da quattro; poi la difesa a tre con Bernat esterno alto. Stasera a Torino farà lo stesso, accettando il rischio dell’azzardo? Potrebbe, proprio perché mancano per infortunio Boateng, Martinez e Badstuber. Facciamo un’Amsterdam Bluff potrebbe dire Guardiola che di calcio olandese se ne intende e molto gli deve nella sua formazione di allenatore. L’idea di Vidal in difesa va intesa in questo senso.

    Infine facciamo un giochino per spiegare l’ultima parte, quella che secondo noi ci dirà la vera tattica del Bayern, cioè la flessibilità degli scambi interni. Mettiamo per ogni variazione dei tedeschi un giocatore della Juventus che potrebbe con tecnica rompere l’equilibrio. Se il Bayern giocherà a tre dietro, allora potrebbe essere Dybala con la sua classe a volte tra le linee e altre in verticale a battere i tedeschi sull’uno contro uno come fece il Barcellona un anno fa. Se Vidal dovesse giocare mezzala avanzata tra Lewandowski e l’ala sinistra, potrebbe essere Marchisio ad annullarlo e a rilanciare l’azione. Se il Bayern optasse per la terza sua solita variazione e decidesse per sfrontatezza o voglia di recuperare una sconfitta di allargare il fronte offensivo con quattro attaccanti, sarebbe la difesa più concentrata d’Europa ad opporsi tatticamente. Infine se caricasse tutto sul lato destro del campo, con Lahm, Costa, Muller e Lewandoski come contro l’Arsenal per attaccare una parte considerata debole troverebbe la più interessante e intrigante mossa di Allegri, Pogba esterno sinistro tra Evra e l’attaccante e nascerebbe un paradosso. Il Bayern che carica a testa bassa da un lato per rompere l’equilibrio, verrebbe infilzato sul suo fianco. Sembra strano, ma è la più elementare delle fasi di storia militare. L’equilibrio che si rompe. Ed è anche la storia delle grandi partite.

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