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  • Juve, bottino pieno con l'aiutino. Decisione sconcertante: Var, così no!

    Juve, bottino pieno con l'aiutino. Decisione sconcertante: Var, così no!

    • Giancarlo Padovan
    Come a Crotone, una settimana fa, c’era un rigore contro il Napoli, che verosimilmente avrebbe sottratto due punti agli uomini di Sarri, a Cagliari ce n’era uno contro la Juve, quattro minuti dopo il gol del vantaggio di Bernardeschi, autore di un visibile fallo di mano in area su cross di Padoin.
    In tempo di Var non ci dovrebbero essere più dubbi e discussioni. Invece né in Calabria, né in Sardegna l’assistente al video (in questo caso Banti) è intervenuto facendo giustizia. Così la prima e la seconda in classifica hanno fatto bottino pieno quando, invece, sarebbero stati più giusti due pareggi.

    Purtroppo non è vero che non cambia niente. Crotone e Cagliari ci hanno rimesso un punto e, al di là dell’incidenza finale, abbiamo assistito a due decisioni che lasciano sconcertati. Fino all’anno scorso l’errore arbitrale era da tollerare (anche se nessuno lo ha mai fatto), adesso che c’è la tecnologia - e con essa la possibilità di rivedere l’azione - il tifoso pensa al favoritismo.

    La solita storia delle grandi contro le piccole?

    Prima di addentrarci sul terreno minato del complottismo, vorremmo ricordare come a Genova, seconda giornata dell’andata, in Genoa-Juve, fu assegnato con il Var un calcio di rigore ai padroni di casa senza tener conto di un fuorigioco di partenza. In quel caso la Juve non pagò dazio in ragione della sua forza, ma per onestà intellettuale va sottolineato che nella prima fase della stagione gli errori erano più equi.

    La tendenza si è modificata nell’ultimo mese e tutti se ne stanno accorgendo. La mia posizione vorrebbe essere chiara: avanti con il Var, ma più Var per tutti. Non cioè a giorni e a squadre alterne.

    Completata questa premessa, la Juve ha rischiato di non vincere perché non ha segnato nei primi venti minuti di partita (traversa di Dybala su punizione, palo di Bernardeschi) e dopo si è fatta intimidire da un Cagliari aggressivo (pressing alto e ripartenze), sempre pericoloso sui cross e sui calci d’angolo.

    Il migliore in campo è stato Szczesny che ha parato miracolosamente sia su Pavoletti (doppio intervento) che su Farias (aiuto del palo), i peggiori Alex Sandro e Higuain. Quest’ultimo ha fatto una sola cosa buona: il passaggio per Pjanic che, da posizione favorevolissima, ha concluso fuori.

    Eravamo al quarto d’ora della ripresa e la partita non si era ancora sbloccata. Peggio. Nel giro di dodici minuti, quelli iniziali del secondo tempo, la Juve aveva perso sia Dybala (probabile stiramento per non pensare altro, viste le lacrime che ne hanno accompagnato l’uscita) sia Khedira (colpito alla testa da un’uscita a valanga di Szczesny).

    Allegri aveva così modificato i compiti. Prima dentro Douglas Costa (per Dybala) conservando il 4-3-2-1 iniziale. Poi inserimento di Madzukic (per Khedira) con passaggio al 4-2-3-1. Il problema era il seguente: la Juve avrebbe avuto sufficienti energie per reggerlo e, soprattutto, per trovare un gol che sembrava non voler arrivare?

    L’interrogativo deve essere passato anche nella testa di Lopez, l’allenatore del Cagliari. Vedendo la Juve insicura e vulnerabile, soprattutto sui palloni alti, ha tolto Ionita, un centrocampista, per inserire il trequartista Sau. Insomma ha provato a vincerla, come gli stava suggerendo il contesto.

    Invece, come spesso accade quando ci si trova la Juve di fronte, il Cagliari l’ha persa (29’) su una giocata individuale di Douglas Costa che ha messo in mezzo per Bernardeschi, il quale da due passi ha ficcato in rete. Gol facile, iniziativa individuale, ma pregevole.

    Nulla di casuale, intendiamoci. Allegri, infatti, aveva ridisegnato la linea offensiva con Duoglas Costa a destra, Bernardeschi dietro a Higuain (in pratica a fare il Dybala) e Mandzukic a sinistra. Tuttavia nella circostanza la difesa del Cagliari, per il resto sempre vigile, è apparsa passiva, soprattutto nei centrali.

    Altro motivo di recriminazione dei sardi. Fino a poco prima del gol, Pavoletti era a terra dall’altra parte del campo, in attesa di soccorsi (di cui, in verità, non c’è stato bisogno).

    Poi (33’) la situazione del rigore non concesso nonostante il braccio sinistro di Bernardeschi sia staccato dal corpo e l’opposizione del tutto scomposta. L’arbitro Calvarese, dopo consulto con Banti, ha deciso per il non luogo a procedere, scatenando le rimostranze dei giocatori di casa e di tutta l’Arena.

    La Juve, assalita dalla fatica, con Chiellini incerottato per un taglio all’arcata sopracigliare (si era fato male al 18’ della ripresa), ha chiuso con cinque difensori (Lichtsteiner, che ha sostituito Bernardeschi, più Barzagli, Benatia, Chiellini e Alex Sandro) e spazzando via il pallone.

    Non una grande prestazione. Meno che mai una grande vittoria. Ma l’importante era stare lì, ad un punto dal Napoli, non rinunciando all’aiutino provvidenziale

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