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  • Juve: già oggi il vertice di mercato Agnelli-Conte-Marotta?

    Juve: già oggi il vertice di mercato Agnelli-Conte-Marotta?

    I campioni battono il Palermo e fanno festa. Il tecnico guarda alla Champions, vuole 7-8 rinforzi: «Abbiamo anticipato le tappe, non date tutto per scontato». Forse già oggi l'incontro con Marotta e Agnelli.
    Scudetto! Antonio centra il bis: «Aspetto i colpi per l’Europa».
    Conte finisce nell’acqua gelata. Buffon e compagni non lo risparmiano. È festa grande negli spogliatoi. Trionfa la Juventus! Senza storie. Da padrona assoluta. Il ventinovesimo scudetto bianconero non è mai stato in discussione: in testa dalla prima all’ultima giornata, una striscia aperta di otto vittorie consecutive, nove successi nelle ultime dieci partite. Roba da manicomio. «Abbiamofatto qualcosa di straordinario», dice Conte, due promozioni in Serie A e altrettanti scudetti negli ultimi cinque anni da allenatore. «Un bel curriculum, no?», sorride il leccese. Poi continua: «Una marcia trionfale, sempre sul pezzo, sono orgoglioso dei miei ragazzi. È la vittoria di tutti, dico grazie alla squadra, allo staff e alla società. Soprattutto ad Andrea Agnelli. La svolta? La sconfitta con l’Inter ci ha svegliati». La dedica: «In particolare alla mia famiglia, sempre vicina durante la squalifica».


    Il futuro La nazione juventina ama il suo condottiero, ma sarà ancora Conte a guidare le truppe bianconere nella prossima stagione? I dubbi restano, alimentati dalla serena onestà dello stesso Antonio, esplicito negli ultimi giorni: «C’è bisogno di un mercato importante per crescere ulteriormente». Chiede almeno due grandi attaccanti e un ricambio di sette-otto elementi nella rosa. «Io voglio vincere, lavoro per vincere. E ora il mio obiettivo è portare a casa la Champions. Certo, mi piacerebbe farlo con la Juve». Obiettivo però ai limiti dell’impossibile se non verrà anticipato l’investimento massiccio previsto per l’estate del 2014. E poco prima Marotta aveva spiegato che «ci sono linee guida che la società ha dettato e che noi come componenti dell’area tecnica rispettiamo. Abbiamo creato un modello, possiamo solo continuare sulla strada intrapresa, con investimenti oculati e la forza delle idee. A breve saremo oltretutto espliciti nell’illustrare la situazione dell’oggi e del domani». Insomma, l’a.d. bianconero annuncia di fatto una conferenza stampa, magari anche per andare incontro a Conte, che chiede «grande chiarezza in tutte le componenti. Non vendo fumo né mai lo venderò». In pratica, il tecnico due volte campione d’Italia si aspetta che venga pesato bene il reale valore della rosa a disposizione, in un certo senso chiede ai vertici del club di «educare» con correttezza la piazza, i tifosi, la stampa e la comunicazione, «perché non vorrei che si dia tutto per scontato. In due anni, qui è stato stracciato e riscritto un progetto. L’idea iniziale era quella di ripianare i debiti, provare a centrare l’Europa il primo anno, conquistare direttamente la Champions quest’anno e vincere lo scudetto nel 2014. Ebbene, sono arrivati invece subito due scudetti, e oggi il disavanzo è minimo a livello di bilancio. Tutte cose non enfatizzate a dovere. Anzi, ho sentito critiche pesanti dopo l’eliminazione con il Bayern. Sembrava che avessi sbagliato tutto, eppure avevamo di fronte la squadra nettamente più forte in Europa».

    Oggi l’incontro? Conte sa bene che nella prossima stagione «partiremo ancora più favoriti in Italia, e in Europa ogni passo falso verrà vissuto come un fallimento. Il problema è che già in casa nostra il gap con la concorrenza (Milan e le altre) non è così grande. Anzi, dietro giocano a nascondersi. A livello tecnico non vedo differenze importanti, il gap semmai è mentale, di cultura del lavoro, di cattiveria agonistica. Ho grande affetto per Agnelli, lo stimo moltissimo, grazie a lui ho coronato il mio sogno: allenare la Juve e vincere con la squadra del cuore. Faremo quindi le necessarie valutazioni in assoluta serenità». Forse, si inizierà a parlare già oggi. Ma Conte direbbe sì di fronte a un progetto stile Borussia Dortmund? «La Juve non è il Borussia. Io rispetto moltissimo quel club, ci ho pure contro perso una finale di Champions, ma storia e tradizione sono diverse. Qui sarebbe difficile accettare una stagione senza successi, mentre il Borussia potrebbe ancora chiudere l’anno con zero titoli e a 20 punti dal Bayern, senza per questo andare incontro a critiche. Ma io stesso farei fatica ad accettare un anno a bocca asciutta. Ho rosicato dopo l’eliminazione europea, sono andato a vedere le semifinali proprio per capire il reale livello di quelle gare. Non sono un "decoubertiniano", non mi piace essere simpatico e perdente. Ripeto, voglio vincere la Champions. Con la Juve? Possibilmente sì». Messaggio chiaro. Antonio non punta a un Borussia, vuole allenare un Bayern Monaco. In pratica, vuole una Juve a base di top player. Ecco perché non è ancora così scontato che il Mou italiano resti a Torino. «E comunque, la Juve non è Conte-dipendente. La struttura è solida, Marotta e Paratici sono bravissimi, e la squadra continuerebbe a vincere anche senza di me». Occhio!


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