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  • Juve, che mondo sarebbe senza Torino

    Juve, che mondo sarebbe senza Torino

    • Marco Bernardini
    Toglieteci tutto, ma non il Toro! Lo dico, con forza, anche a nome dell’intero popolo juventino, e tenterò di spiegare il senso di un’affermazione così impegnativa. Gianni Agnelli, primo tifoso bianconero ma egualmente grande uomo di sport, sosteneva: “Mi riesce difficile e persino impossibile immaginare un campionato di calcio senza la Juventus e il Torino. Non tanto per la suggestione della rivalità agonistica, quanto per il nome e la dignità della nostra città”. Non vi era alcuna ombra della sua tradizionale ironia in quelle parole. Più emotiva era la reazione di Giampiero Boniperti rispetto alla convivenza delle due entità del pallone. Stimava la storia granata ma, al contempo, andava in tilt alla vigilia di ciascuna stracittadina: “Dipendesse da me cancellerei dal calendario il derby di Torino”. La sua sofferenza, in tribuna, era reale e quasi fisica. Assai meno passionale l’atteggiamento di Umberto Agnelli evidentemente già proiettato verso quel tipo di calcio-finanza che ora vive in pieno suo figlio Andrea. Suggeriva: ”Sia dal punto sportivo e sia sotto il profilo economico non vedo la necessità dell’esistenza di due squadre nella medesima città. Mi auspico, prima o poi, una fusione tra Juventus e Torino”. E’ inutile dire che, come quasi sempre accadeva, aveva ragione l’Avvocato.

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