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  • No al Toro, sì a Ravanelli: chi è Merio, il Primavera convocato da Allegri

    No al Toro, sì a Ravanelli: chi è Merio, il Primavera convocato da Allegri

    • Edoardo Siddi
    Terminato l'allenamento con i grandi, Massimiliano Allegri gli si avvicina e gli dice: "Leo, vieni con noi". Pronta per lui la maglia numero 37 e un viaggio per Siviglia diverso da quello che si era immaginato. Leonardo Merio avrà avuto l'impressione di vivere un sogno, e leggere il suo nome tra i convocati, accanto a quelli di gente come Pjanic o Marchisio, gli avrà fatto un effetto difficile da descrivere. Ma scopriamo meglio il centrocampista pescato da Allegri tra i ragazzi di Grosso.

    GLI INIZI - Classe 1999, la svolta, per Merio, arriva nel 2012. Ai tempi aveva 13 anni e giocava nel settore giovanile dell'Omegna, con tanti sacrifici e tanti sogni. Alla sua porta, quasi all'improvviso, bussa il Torino: provino con Spugna e firma con i granata a un passo. Poi, di colpo, irrompe la Juve. Altro provino superato, con Ravanelli colpito dalle sue qualità, e bivio importante: granata o bianconero? La scelta, per Merio è naturale, visto che il cuore batte per la Vecchia Signora.

    LA JUVE - Il mondo bianconero è diverso. Si respira un'aria diversa, sono richiesti altri sacrifici, ci si confronta con il meglio e si deve essere all'altezza della perfezione. Non è facile, ma lui scala le categorie e, sebbene non sia esattamente l'uomo  che si prende le copertine, si ritagli sempre spazi importanti. Fino all'Under 17, dove, con Kean, è pilastro della squadra di Tufano. A fine anno è lui il più impiegato in assoluto e la promozione in Primavera è un premio speciale.

    IL SALTO - In Primavera, per Leo, si riparte da zero. Dagli Under 17 sono saliti in pochi, e per quei pochi la vita è dura. Il lavoro fisico è subito di un altro livello e gli spazi a disposizione sono quasi nulli. È un anno di sacrifici, in cui assorbire e crescere. Tecnicamente e anche mentalmente. Le soddisfazioni arrivano dalla nazionale e, ora, inaspettatamente, dalla prima squadra. La convocazione è un premio alla dedizione e un momento da vivere fino in fondo. Per respirare il bianconero, che lui ama, e continuare a crescere e assorbire. 

    CARATTERISTICHE - Ma che tipo di giocatore è Merio? Non è un giocatore offensivo nel senso più caratteristico del termine. Lo scorso anno giocava mezz'ala destra, ma sa disimpegnarsi bene anche sull'esterno, tanto che Grosso l'ha provato anche terzino durante il ritiro. Corsa e duttilità sono le sue doti migliori, ma non gli manca nemmeno la qualità. Chiedere ai compagni che, la scorsa stagione, hanno spesso usufruito dei suoi assist. 

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