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  • Juve da scudetto:| Del Neri sdogana il tabù

    Juve da scudetto:| Del Neri sdogana il tabù

    Il tecnico: «Per mentalità la Juve è pari a tutti». I dieci infortuni non lo fermano: «Ci adattiamo».
    Del Neri sdogana la parola scudetto: "Stiamo lavorando per questo".
    Coniugata fin qui solo al passato, per rivendicare i trionfi vinti e subito confiscati, la Juve rimette la parola scudetto anche dentro al futuro, allungando ambizioni su quello che verrà. «Lo scudetto? Stiamo lavorando per questo - rompe il tabù Gigi Del Neri, ai microfoni di 'Radio anch'io lo sport' - e del resto noi come mentalità siamo alla pari con tutti». Finora aveva preferito altri vocaboli, più prudenti e, all'inizio dei conti, più realistici: «È una Juve no limits», era lo slogan.

    Saccheggiato San Siro, e pure con ciurma quasi dimezzata, si può osare: «Nella società e tra gli addetti ai lavori - continua il tecnico bianconero - c'è tanta voglia di crescere, di dare tanto al calcio italiano, per i tifosi, per tutti, perché se lo meritano. Diciamo che siamo sulla strada giusta: c'è molto da lavorare, ma i ragazzi sono molto applicati». Soprattutto uniti. Nella sventura di più, come una famiglia, Felipe Melo dixit. E allora magari non è un caso che il colpo più grosso sia arrivato senza il migliore, Milos Krasic. Potere al collettivo, insomma, lo stesso che c'è poi alla base dell'alternativa di governo laziale: «È un campionato interessante - spiega Del Neri - e la Lazio è di certo la squadra più in forma. Sta facendo un ottimo avvio di stagione. Quanto alle somiglianze con noi, c'è la crescita del gruppo: la Lazio e la Juve cercano di dare questa impronta. È quanto si deve fare per giocare da squadra. Per la Lazio è un successo inaspettato, ma meritato».

    Purtroppo per i bianconeri, lo spirito di gruppo funziona anche quando ci si spacca, fin nelle modalità e nei tempi: De Ceglie e Martinez, gli ultimi due ko, conteranno il rientro a mesi. Del Neri prova a non disperarsi, e almeno non sente minato il lavoro delle fondamenta, che poi sarebbe la preparazione. «Sono tutti infortuni legati a contatti fisici, è il calcio di oggi, siamo stati un po' sfortunati». Dovrà studiare contromisure, perché dietro s'è aperta la falla, visto che si è ammaccato pure il Primavera Vittorio Ferrero: «Possiamo provare Pepe terzino come situazione temporanea. Simone ha grandi qualità di adattamento e nell'emergenza in cui siamo, abbiamo il dovere di trovare soluzioni».

    Già da giovedì, contro il Salisburgo, in Europa League, per la quale era indiziato Ferrero. E oggi si deciderà sull'eventuale reintegro di Grosso. «La Juve è operaia come spirito e come forza: c'è grande capacità di adattamento». Anche se poi qualcuno in smoking c'è, per qualità rare, «come Krasic». L'unico a comandare è Del Neri, ma non per questo è abolita la facoltà di parola: «E io ho grande dialogo con tutti, e con Del Piero parlo spessissimo, perché ha esperienza». Si viaggia nella stessa direzione anche fuori dal prato, lungo il sentiero tracciato da Andrea Agnelli: «La posizione è che se il processo produrrà alcune risultanze, la società chiederà la restituzione (degli scudetti, ndr) e mi sembra giusto: il presidente è persona attenta e coerente e agirà nel bene della società e dei tifosi». Anche per il futuro, senza parole tabù.
     


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