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  • Juve, Douglas Costa: 'Var anche in Champions, abituato alle polemiche sugli arbitri. Ecco chi temo del Milan'
Juve, Douglas Costa: 'Var anche in Champions, abituato alle polemiche sugli arbitri. Ecco chi temo del Milan'

Juve, Douglas Costa: 'Var anche in Champions, abituato alle polemiche sugli arbitri. Ecco chi temo del Milan'

L'attaccante brasiliano della Juventus, Douglas Costa ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Ho 13 tatuaggi, magari diventano 14 con lo scudetto. La samba la so ballare, ho anche festeggiato così un gol con Cuadrado. Sono andato via dal Brasile molto presto, ma mantengo le mie tradizioni, però tengo molto alla sfera privata e non mi piace che tutti vedano e sappiano ciò che faccio. Anche per questo certi lati del mio carattere si conoscono poco". 

"Nei primi mesi non sono riuscito a esprimermi sui soliti livelli. Poi sono progredito anche se devo migliorare in zona-gol. La verità è che ho sempre preteso molto da me stesso, e continuo a farlo. Il più bel complimento ricevuto? La cosa più bella è che mi reputino all'altezza della Juve. Anche da piccolino nella mia fascia d'età non c'è mai stato uno più veloce di me. Il soprannome 'Flash' mi venne dato in Germania: un amico per scherzo mi chiamò così una volta e da lì mi è rimasto. Perché mi è piaciuto. Il fulmine rasato in testa? Mi piacerebbe farlo con più frequenza ma a Torino non ho trovato un parrucchiere capace di disegnarlo. Lo farò in Brasile". 

"Dopo l'uscita dalla Champions ho detto che venire alla Juve è stata la scelta migliore fatta in vita mia. Lo ribadisco. Quando esci da un doppio confronto così, dopo aver perso a Torino e fatto una rimonta pazzesca al Bernabeu, indipendentemente da come è finita non puoi che essere orgoglioso di far parte di un gruppo di campioni che ha dimostrato di poter raggiungere l’impossibile con l’orgoglio". 

"Il Var dovrebbe essere in tutti i campionati e siccome la Champions è la competizione più importante del mondo a maggior ragione dovrebbero curare di più questi dettagli, indipendentemente da chi ne beneficia o no. Sorpreso da tutte le polemiche susseguenti a Inter-Juventus? Più che sorpreso sono abituato, perché le stesse cose succedono anche in Brasile: anche lì si va avanti a discutere per giorni e giorni. E in altri paesi funziona così. Io preferisco star lontano dalle polemiche. Se sei un tifoso è un conto, ma un calciatore deve ragionare in altro modo: l’arbitro è un essere umano che può commettere degli errori, se io protesto o mi lamento il risultato non cambia. L’unica cosa su cui devo concentrarmi è il campo". 

"Questo è stato un anno particolare con molti alti e bassi, situazioni favorevoli in cui la Juve poteva prendere un buon margine di vantaggio sulla seconda e altri in cui la Juve si è trovata a inseguire. Se la Juve diventerà campione sarà perché c’è un’unione straordinaria. E’ un gruppo molto compatto e impermeabile, che non fa uscire niente e non si lascia influenzare da ciò che succede all’esterno. Ecco, oltre alla forza della squadra, il nostro segreto". 

"Il Futsal ha influito tanto. Sono entrato nel Gremio molto presto, a 12 anni, la mattina mi allenavo e il pomeriggio quando potevo andavo a giocare a Futsal con una squadretta vicino casa. Devo tanto a questo sport, mi piace molto come tipologia: è rapido e con passaggi corti, dove il gioco non si ferma mai. Oggi in campo c’è molto di quello che ho imparato lì". 

"Non ho mai detto che abbiamo perso apposta. Nel primo tempo stavamo vincendo pur avendo schierato tante riserve, alla fine abbiamo perso ma semplicemente perché l’altra squadra era più forte e aveva più motivazioni. Paura? Non è una parola che si può abbinare a me. Giocavo in Ucraina quando scoppiò la guerra ma non mi toccò particolarmente: ero in vacanza e dopo poco andai al Bayern Monaco". 

"Il calcio è una passione che mi hanno trasmesso mio padre e mio nonno, ex calciatori amatoriali: il primo faceva la punta esterna a destra e mi ha inculcato l’idea di vita sana, quindi non bevo e non fumo; il secondo era un attaccante. Non ho mai pensato a un’altra opzione perché sono sempre stato convinto che sarei arrivato dove volevo". 

"Mia mamma è una pastora, una predicatrice battista, quando vado in Brasile la accompagno spesso in chiesa: la religione ha un ruolo basilare nella mia vita proprio per l’educazione che ho ricevuto. Credo in Dio". 

"Lucescu mi prese a 19 anni e mi ha insegnato a comportarmi da uomo anche in campo, il rispetto verso i compagni e a essere più determinante in attacco. Guardiola ha scommesso su di me, mi ha comprato dallo Shakhtar quando in tanti mi volevano ma il mio cartellino costava troppo. È il tecnico che più di tutti ha cambiato il mio stile, mi ha convinto che potevo diventare tra i giocatori più importanti del mondo. Con Ancelotti ho lavorato pochi mesi, perché l’anno del suo arrivo ho avuto molti infortuni e quando sono tornato a disposizione lui aveva già la sua squadra, però mi è bastato poco per capire che è un allenatore di carattere, apprezzo molto che ti dica le cose in faccia. Grazie ad Allegri ho capito l’importanza degli esterni nella fase difensiva. Mi sta trasformando in un giocatore migliore, perché solo unendo tecnica e tattica posso diventare un giocatore ancora più importante". 

"La mia evoluzione dal punto di vista difensivo è stata fondamentale perché io possa avere un ruolo chiave nella nuova Seleçao: abbiamo tanti giocatori che attaccano e il mio nuovo modo di giocare è molto utile all’equilibrio della squadra. Il Mondiale? Dobbiamo lavorare ma abbiamo gli ingredienti per arrivare fino in fondo". 

"Dopo il gol all’Inter sono andato ad abbracciare Dybala perché mi ha accolto alla Juve come se mi conoscesse da sempre, assieme ad Alex Sandro mi ha aiutato nell’inserimento e soprattutto mi ha convinto che avevo le qualità per poter stare in questo gruppo e far la differenza nel vostro campionato. E sì, anche con Higuain ho un ottimo rapporto". 

"Chi mi fa più paura del Milan? Bonucci e Donnarumma, che è un ottimo portiere, ma il mio preferito è Suso: ho una predilezione per i giocatori offensivi. E’ una squadra di qualità, quindi sarà una grande finale. Che vogliamo vincere". 
 

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