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Juve, c'è il Porto: tradizione e casi interni, è il miglior sorteggio possibile

Juve, c'è il Porto: tradizione e casi interni, è il miglior sorteggio possibile

E venne il giorno che sull'asse Juve-Porto non fu solo il mercato a tenere banco. Un sorteggio, buono, anzi ottimo: senza nascondersi dietro un dito, l'urna è stata particolarmente favorevole. Non perché il Porto sia una squadra scarsa o mediocre, ma perché tra mostri e spauracchi si poteva pescare nuovamente un avversario capace di rendere gli ottavi di finale un'altra semifinale (o forse più) anticipata. C'è il Porto dunque, non l'edizione più pericolosa della storia recente ma pur sempre una nobile capace di dare sempre filo da torcere a tutti in Europa: la stessa Roma ne sa qualcosa, l'eliminazione al preliminare brucia ancora. Ottavo migliore non poteva esserci almeno sulla carta, il sogno Champions comincia davvero a prendere i connotati dell'obiettivo. Nel complesso, se la Juve fa la Juve i quarti saranno a portata di mano.

 

DIFESA DI FERRO, CASI CASILLAS E HERRERA – Non la migliore versione del Porto anni Duemila, eppure pur sempre ricca di individualità che fan gola a mezza Europa, Juve inclusa a cominciare dalla punta di diamante Andrè Silva. Una squadra, quella allenata da Nuno Espirito Santo, che come certezza tattica ha la difesa a quattro davanti ad Iker Casillas per poi cambiare a seconda delle necessità: dal 4-2-3-1 al 4-3-3, fino a quel 4-3-1-2 con il quale sembra aver trovato finalmente l'equilibrio ricercato in un avvio di stagione tra luci e ombre. Queste spesso hanno proprio avuto nel portiere spagnolo un bersaglio facile della critica, tacciato com'è di una fase calante della propria carriera proseguita inesorabilmente anche dopo l'addio al Real nonostante proprio l'organizzazione difensiva rimanga il punto di forza del Porto, come testimoniato dalle sole 7 reti subite tra campionato e Champions in 19 partite, 8 su 21 contando anche i preliminari di Champions. C'è un caso Casillas da considerare, c'è soprattutto un caso Hector Herrera in questo momento: il messicano protagonista del mercato di mezza Europa, è rimasto contro il suo volere e tra una prestazione deludente e l'altra è ora arrivato a scaldare la panchina nell'ultimo periodo, dal big match col Benfica in poi. Tanto da alimentare ulteriormente le voci che lo vogliono come il potenziale grande assente della sfida con la Juve, essendo sempre di più sul piede di partenza. Non preoccupano più di tanto, infatti, gli infortunati che per ora affollano l'infermeria: tra questi anche i goiellini Otavio e Ruben Neves.

 

AMARCORD – Da Alex Sandro in poi, sarà una sfida anche in grado di evocare ricordi antichi. L'esterno brasiliano è arrivato alla Juve appena dopo esser diventato capitano del Porto, il cui leader è diventato proprio quel Casillas che ha incrociato i suoi guantoni in più di un'occasione contro la Juve che è sempre o quasi stata sua bestia nera. La Coppa delle Coppe vinta dalla Juve nel 1984 ad esempio, con quella maglia gialla che tanto sta tornando di moda: era il 16 maggio 1984, a Basile furono Vignola e Boniek a firmare il 2-1 finale. In Champions League è del 2001 il doppio confronto nel girone, 0-0 in Portogallo e 3-1 al Delle Alpi con rimonta griffata Del Piero, Montero e Trezeguet. Proprio in quel Delle Alpi inaugurato proprio dal Porto in amichevole contro una mista Juve-Toro alla vigilia dei Mondiali di Italia '90.


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