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  • Juve, errori a go go:| Una squadra modesta

    Juve, errori a go go:| Una squadra modesta

    Gli juventini non sono mai stati zemaniani, alla poesia di un 3-3 (anzi, di un doppio 3-3) prediligono la prosa di un uno a zero qualsiasi, fedeli al motto secondo il quale il fine giustifica i mezzi. Perciò la gente scruta con perplessa preoccupazione ciò che sta accadendo alla squadra bianconera, e la medesima perplessa preoccupazione comincia ad annidarsi in società, nella squadra. "Questa è la strada giusta", insiste Delneri, che vede progressi ("Senza il terzo gol polacco, la ripresa di ieri sera sarebbe stata perfetta") ma anche la ripetizione dei medesimi errori, sempre gli stessi: dev'essere una tortura per un allenatore abituato a curare la pignoleria del dettaglio, a programmare un'organizzazione perfetta, a chiedere ai giocatori lucidità, precisione, razionalità e a riceverne in cambio soprattutto istinto, nel bene e nel male. "Questa altalena di emozioni non ci aiuta", dice Del Piero e in quel pensiero (perplesso e preoccupato pure quello) ci sono tutti i fantasmi che stanno tormentando la Juve: gli spettri ricevono energia da questo diagramma impazzito di alti e bassi, a ogni cosa buona corrisponde puntualmente un errore madornale, alla costruzione (di un'azione, di un gol, di un risultato) corrisponde regolarmente una distruzione, come se tutto ciò che la Juve fa abbia alla consistenza di un castello di carte.

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