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  • Juve-Inter: Allegri batte Pioli in fascia. Dybala super, il cambio modulo no

    Juve-Inter: Allegri batte Pioli in fascia. Dybala super, il cambio modulo no

    • Giancarlo Padovan
    La Juve a cinquestelle funziona anche con l’Inter, a dimostrazione che i campioni, o gli ottimi calciatori, sanno dare - oltre che qualità - anche equilibrio al sistema di gioco. Quando, a metà del primo tempo, Allegri ha ordinato di passare al 4-4-2, Mandzukic e Cuadrado non solo hanno ubbidito, ma hanno messo nella loro prestazione lo spirito combattivo che la partita esigeva. Battere l’Inter non è stato facile, la gara è stata a lungo equilibrata, Pioli se l’è giocata con un modulo inatteso (il 3-4-1-2) e la marcatura ad personam di Murillo su Mandzukic. Francamente non ho condiviso la scelta, anche se devo riconoscere che la Juve ne è stata inizialmente inibita.

    I bianconeri non hanno segnato facilmente, come era accaduto con il 4-2-3-1 nelle altre tre circostanze, ma ci sono andati vicini spesso con Dybala (grande reattività di Handanovic su una sua rovesciata dopo appena due minuti, una traversa dopo dieci), mentre l’Inter si è vista in avanti solo a séguito di un calcio d’angolo, provocato da Bonucci, con Gagliardini che, da dentro l’area, ha sparato alto di poco (18’).

    Quattro minuti dopo, la Juve si è fatta trovare poco coperta al limite dell’area - inferiorità numerica di Khedira e Pjanic - e Joao Mario ha scagliato un tiro filante che avrebbe sorpreso anche Buffon se non fosse finito a lato di un palmo. E’ stato a quel punto che Allegri ha chiamato Mandzukic e Cuadrado sistematicamente sotto la linea della palla. L’Inter ha insistito e al 36’ va registrato l’unica parata di Buffon dell’intera partita: un colpo di testa di D’Ambrosio (respinto dal portiere) con un’appendice che ha fatto gridare al rigore. Sulla palla, infatti, si sono avventati quasi contemporaneamente Mandzukic e Icardi con il croato in vantaggio per un’inezia. Ne è scaturito un innocuo calcio d’angolo, ma gli interisti hanno reclamato il penalty. Sono propenso a pensare che non ci fosse, anche se non ho la certezza di nulla. 

    Il gol decisivo di Cuadrado (staffilata da fuori area, di destro) si è situato nel momento migliore per farlo, peggiore per subirlo: il 45’. Ma l’avvisaglia c’era stata. Prima un colpo di testa di Mandzukic (fuori) su cambio di campo proprio di Cuadrado, poi la deviazione di Handanovic sulla traversa, su punizione decentrata di Pjanic. In mezzo un tocco sottoporta di Icardi da cross di Perisic.

    A contare le occasioni, la Juve è passata in vantaggio con piena legittimità. Ma la prestazione è stata meno brillante del solito. Merito dell’Inter che, ben lungi da un atteggiamento speculativo, ha opposto forza e fluidità.

    Nella ripresa, però, la partita si sarebbe potuta chiudere dopo appena 9 minuti. Higuain ha servito Pjanic, solo davanti ad Handanovic, ma il tiro del bosniaco è stato deviato dal portiere interista in angolo. L’Inter, fiaccata dal gol subìto alla fine del primo tempo, ha reagito solo con qualche mischia e con un paio di ripartenze pericolose che hanno indotto Allegri a sostituire Cuadrado con Marchisio. Il 4-3-3 ha portato maggiore sicurezza nella Juve che, a quel punto, ha preferito attendere prima di ripartire. In due di queste circostanze prima Higuain e poi Mandzukic avrebbero potuto fare ancora male all’Inter, ma Handanovic - uno dei migliori - si è opposto con bravura.

    Finale nervoso con espulsione per proteste di Perisic e con la Juve disegnata con il 5-3-2 per difendere la vittoria preziosa. Gladiatorio Chiellini, preziosissimo Higuain. Ma, per me, il migliore è stato Dybala (sostituito da Rugani a 6 dalla fine).

    In classifica la Juve sale a più sei sul Napoli, in attesa della Roma (martedì con la Fiorentina) e della partita di recupero a Crotone (mercoledì alle 18). Se vincono anche in Calabria, gli uomini di Allegri potranno scorgere, all’orizzonte, il sesto scudetto consecutivo.

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