Calciomercato.com

  • Juve, il pari ci sta: cosa c'è dietro il calo

    Juve, il pari ci sta: cosa c'è dietro il calo

    • Nicola Balice

    Sia subito chiaro, un mezzo passo falso dopo 15 vittorie consecutive è normale, per qualcuno anche auspicabile. Lo 0-0 di Bologna, contro una delle squadre che negli ultimi mesi proprio al pari della Juve ha cancellato la falsa partenza impartendo un ritmo da Europa, ci può stare senza trasformarsi necessariamente in qualcosa di più grave di quello che è: un punto su un campo difficile. Però, non mancheranno i però. Ed è anche questo giusto, anzi inevitabile, se sei la Juve. Perché il mezzo passo falso arriva proprio pochi giorni dopo aver conquistato la vetta, proprio contro quel Bologna che già fu fatale la prima volta che in testa si trovò il Napoli. Perché arriva al termine di una cavalcata pazzesca che aveva forse bisogno di un ulteriore scatto di reni per mettere altra pressione al gruppo di Sarri in vista del delicato match col Milan di lunedì sera, che al contrario ora potrà essere preparato nuovamente con le migliori condizioni possibili a livello emotivo nonostante le due sconfitte consecutive tra Juventus Stadium perché potrebbe significare nuovamente primo posto con lo scontro diretto ormai alle spalle, quasi come se il gol di Zaza non ci fosse stato. Quindi, qualche "però" ci sta almeno quanto lo 0-0, anche perché si tratta sostanzialmente di un risultato giusto a concludere un ciclo di quattro partite che ha visto il gioco della Juve non decollare più (Genoa-Frosinone-Napoli-Bologna) dopo le abbuffate di gol ed entusiasmo di inizio 2016. Cosa si nasconde quindi dietro tutti questi “però”?

    GUARDANDO INDIETRO, GUARDANDO AVANTI Certo, ci sono stati gli infortuni che hanno di nuovo ridotto le rotazioni a disposizione di Allegri, condizionando e magari forzando un ritorno al passato a livello tattico fino a quel 4-4-2 diverso che ha portato a tanti risultati controversi nella prima parte di stagione. Un sistema solido come dimostrato tra Napoli e Bologna, ma anche privo di quelle accelerazioni e cambi di ritmo che hanno caratterizzato la clamorosa rimonta da 15 vittorie di fila. Ma forse in queste ultimissime settimane la Juve ha vissuto semplicemente un calo fisiologico, quasi calcolato guardandosi indietro e guardando soprattutto avanti. Atletico prima di tutto, con un carico importante imbastito durante la sosta per ritarare una preparazione estiva ridotta all'osso e programmare una volata tra campionato e, si spera, Champions che possa vedere la Juve da marzo in poi al massimo della condizione. Piscologico inevitabilmente, considerando come il ritorno in vetta o a ridosso di essa sia arrivata dopo una cavalcata pazzesca che non ha più ammesso cali di tensione, proprio a ridosso di una doppia sfida che settimana dopo settimana è diventata sempre meno impossibile come quella col Bayern. Tutti fattori che combinati assieme, possono e devono giustificare non soltanto lo 0-0 di Bologna ma anche un gioco meno entusiasmante pur condito da nove-punti-nove tra Genoa, Frosinone e Napoli, nonostante la lingua di fuori. Calo fisiologico e calcolato quindi, motivato in parte guardandosi indietro e vedendo dove era e come era la Juve a fine ottobre. Dopo 15 vittorie di fila, ma anche dopo un anno e mezzo così, quanto fatto da Allegri e i suoi permette che questo 0-0 possa essere accolto senza intaccare il credito passato e presente. Guardando avanti si capirà se il calcolo sia stato giusto o sbagliato: col Bayern il primo indizio decisivo.

    @NicolaBalice


    Altre Notizie