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  • Juve-Milan, il calcio italiano non è poi malaccio

    Juve-Milan, il calcio italiano non è poi malaccio

    • Luca Savarese

    Ormai a volte,quasi per partito preso, consideriamo gli altri campionati: inglese,spagnolo,francese e compagnia briscola, “più” del nostro: più belli, più combattuti, più spettacolari, insomma, basta che non sia il nostro e ciò che è altro campionato, è "più". Siamo pieni di questa grande valorizzazione dell'altro rispetto al nostro che, al contrario, ci sembra un torneo smorto, sempre uguale, che non ci concede più picchi di pathos. All'inizio era una trovata, una pensata di qualche addetto ai lavori che comparava i due tornei e faceva le sue considerazioni. Ben presto è diventata una considerazione di molti addetti ai lavori, una specie di mantra universale sulla bocca di tutti. Il risultato? Una mancanza di gioia nel guardare le italiche vicende pallonare, che, si sono date per scontate, per banali, insomma niente al confronto della beatitudine da premier league o del batticuore da liga, e così, proprio mentre erano in corso sfide del nostro campionato e della nostra coppa Italia, ci siamo comportati come ci si comporta quando mentre vedi un film e compare qualcosa sul computer; abbiamo cercato di ridurre a icona le emozioni del calcio italiano, di schiacciare x, perchè il film dell'altro calcio non potevamo certo perderlo. Intanto il calcio snobbato e maltrattato, pensava un modo per tornare, se non proprio a dominare, ( è difficile seguire solo le gesta di Calcio Italia, bombardati come siamo mediaticamente da ogni possibile lega straniera ) ma quantomeno ad interessare, a suscitare attenzioni. Succede allora che il pallone italiano prenda a noleggio un araldo, un nunzio speciale e gli consegni un mandato: fai ricredere gli atei. Questo araldo va allo Juventus Stadium, martedì 20 marzo, giorno della semifinale di ritorno di coppa Italia tra Juventus e Milan. Questo araldo vede di tutto e tutto annota: gol, squadre che giocano, prodezze, risultato in bilico fino all'ultimo. Gol da fermo: la perla di Vucinic, gol in movimento: il colpo di testa volante di Mesbah, gol di rapina: il tocco di Alex Del Piero, gol di potenza: il fulmine saettato da Maxi Lopez. L'araldo parte per la sua missione: dire agli atei sbadiglianti sulle nostre vicende calcistiche che il calcio italiano è ancora vivo ed altamente spettacolare, che nella sera che battezza la primavera, riunisce ancora davanti alla tv nonni e bambini, che l'ultima magia di Del Piero, non è diversa dalla prima: perline di una collana di carezze. Non avremo Lampard e il mondaynight ma, teniamoci stretto quello che abbiamo perchè, riesce ancora ad emozionarci.

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