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    Juve-Napoli: sfida del fatturato e sul calciomercato

    Juventus-Napoli di sabato non è solo un grande match sul campo. Lo è anche fuori dal campo, in tema di fatturati. Il discorso lo ha aperto Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, parlando di sfida quasi impari fra la sua squadra e quella di Allegri, in virtù del fatturato nettamente superiore da parte dei bianconeri. I quotidiani sportivi in edicola oggi analizzano la situazione. 

    VINCE LA JUVE 3-1 - Secondo la Gazzetta dello Sport, a conti fatti vince la Juve 3 a 1. Il suo fatturato è quasi triplo rispetto al Napoli: in A sono i due club pionieri del fairplay. Le fondamenta sono solide, per continuare a crescere serve il tesoro della Champions. Le due squadre che stanno lottando al vertice del campionato hanno alle spalle le due società che, in questi anni, hanno lavorato meglio in Italia nello sforzo di coniugare i risultati sportivi con quelli economici. Seguendo strade differenti, questo sì, anche perché blasone, bacino d’utenza e forza economica non sono comparabili, ma centrando obiettivi ugualmente ragguardevoli dentro e fuori dal campo. Gli ultimi cinque anni della Juventus, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, hanno condotto la Signora dall’inferno del post-Calciopoli al paradiso dei quattro scudetti di fila e della finale di Champions nella scorsa stagione: orgoglio ritrovato, competitività recuperata, marchio e capacità di spesa rinvigoriti. 

    FATTURATI - Ormai la Juve, economicamente parlando, ha lasciato il vuoto dietro di sé in Italia: Sarri ha scoperto l’acqua calda quando di recente lo ha sottolineato irritando Allegri («La Juve è di un’altra categoria, alla lunga il fatturato pesa»). Nel 2014-15 il fatturato del club di corso Galileo Ferraris, al netto delle plusvalenze, è stato di 328 milioni: è più che raddoppiato dai 156 milioni del 2010-11 ed è l’unico, tra le squadre tricolori, a trovare posto nella top ten europea. La Juve, grazie soprattutto alle ricche campagne europee (100 milioni gli incassi, all inclusive, della Champions 2014-15), si è lasciata alle spalle le altre storiche big, Milan e Inter, e ha quasi triplicato i ricavi del Napoli, che nella scorsa stagione è sceso a quota 132 (dai 168 dell’anno prima) a causa dell’assenza dalla manifestazione principale. 

    EFFETTO STADIO - Tutto questo si riflette sui diritti tv (195 a 78 milioni per la Juve, comprese le coppe) e sul marketing (63 a 28), ma non si può non sottolineare l’effetto-stadio. Il club di Agnelli si è costruito un impianto di proprietà e ha visto i ricavi schizzare fino a 51 milioni, il San Paolo cade a pezzi e rende appena 14 milioni al Napoli, anche a causa di una disaffezione degli abbonati registrata negli anni passati. Proprio qui la società di Aurelio De Laurentiis dovrebbe compiere il salto di qualità.

    VIRTUOSISMI - Ma c’è una cosa nella quale De Laurentiis ha primeggiato in questi anni: la redditività. Sin dal suo ingresso nel calcio nell’estate del 2004, il produttore cinematografico ha applicato il fair play finanziario Uefa ante litteram. I versamenti dei soci nelle casse azzurre si sono concentrati negli anni della Serie C: 16 milioni in tutto. Poi il Napoli ha camminato con le sue gambe e inanellato otto bilanci consecutivi in utile per un totale di 72 milioni di profitti. L’anno scorso, però, il trend si è invertito, con la perdita di 13 milioni, segno che la gestione caratteristica comincia a soffrire: il Napoli ha investito parecchio sul mercato e il livello di ammortamenti e costo del lavoro è cresciuto più velocemente del fatturato. Ma le fondamenta sono solide, basti pensare che il Napoli continua a essere l’unico club di A (assieme al Torino) a non aver debiti con le banche. Nel 2010-11 la Juve ha conosciuto il rosso più alto della sua storia: 95 milioni. Poi l’aumento di capitale da 120 milioni, il piano quinquennale di risanamento e i conti che si sono riequilibrati fino ai 2 milioni di utile della scorsa stagione. Per entrambe, comunque, il tesoro della Champions rappresenta un passaggio obbligato sulla via della crescita. 

    ROSE DA 850 MILIONI - Il Corriere dello Sport, invece, si concentra sul valore delle due rose. Una notte da sceicchi, perché solo i nuovi (stra)ricchi del calcio globale potrebbero permettersi di mettere insieme, sullo stesso tappeto verde, una collezione così scintillante: Juve-Napoli è il meglio che il campionato italiano possa offrire sul piano tecnico e il meglio, si sa, un prezzo ce l’ha ed è sempre salatissimo. Qui siamo a quasi 850 milioni di euro: è questa, oggi, la valutazione complessiva delle due rose. Per la precisione: 486,6 milioni di euro i bianconeri, 359,9 milioni gli azzurri. Da sole, Juve e Napoli rappresentano circa un terzo del patrimonio dell’intera Serie A. Sono i due club con la rosa di maggior pregio, piazzano Pogba e Higuain in vetta alla graduatoria dei calciatori più preziosi del nostro torneo e, sostanzialmente, si dividono equamente le posizioni anche del resto della top ten dei cartellini più costosi del nostro campionato. 

    SFIDA SUL MERCATO - Sempre il Corsport analizza il mercato dei due club. Dal 2007, ritorno in A, la Juve ha speso 626 milioni contro 432 del Napoli. A un certo punto hanno iniziato a camminare l’una al fianco dell’altra. A braccetto magari no, perché restano le dicotomie storiche a dividerle (Nord contro Sud, il peso della tradizione di chi vince sempre e la forza dell’ambizione di chi vuole vincere ancora), ma di sicuro lungo la stessa direzione. Per riprendere un discorso appena interrotto, per costruire qualcosa di nuovo, per realizzare un modello di calcio che sia vincente e appagante anche sotto il profilo economico. Si cresce come squadra se si cresce come azienda, e viceversa. E Juve e Napoli, a questa sfida scudetto, ci sono arrivate con un percorso simile: consolidandosi sul campo e nei bilanci, crescendo e investendo, aggiungendo qualità e capitalizzando al massimo le straordinarie intuizioni di mercato di questi anni. Così la Juve è arrivata ai quattro scudetti di fila e alla finale di Champions, incrociando in tre finali la strada del Napoli, unica squadra in Italia capace di portare via qualcosa - la Coppa Italia nel 2012 e la Supercoppa nel 2014 - all’allora squadra di Conte. Nove anni dopo essere tornate insieme in A, eccole di fronte a giocarsi lo scudetto, dopo un cammino lungo quasi un miliardo di euro. E’ questa la cifra investita complessivamente da Juve e Napoli dall’estate 2007 a oggi. Tuttosport anticipa i possibili obiettivi in comune a Juventus e Napoli sul calciomercato: Kramer del Bayern Leverkusen, Klaassen e Bazoer dell'Ajax. 

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