Calciomercato.com

  • Juve, ora tocca a Neto: ha poche partite per diventare il successore di Buffon

    Juve, ora tocca a Neto: ha poche partite per diventare il successore di Buffon

    • Luca Borioni
    E adesso tocca a Norberto Murara detto Neto. Il portiere brasiliano ha la chance (rara) di sostituire Buffon nelle ultime partite di campionato in preparazione alla finale di Coppa Italia. Finalmente si apre uno spazio per il numero uno prelevato a parametro zero la scorsa stagione dopo la sua esperienza – molto positiva sul piano tecnico – con la Fiorentina. Finalmente può giocare.

    Si sa che il ruolo di vice Buffon rappresenta una specie di sfida impossibile, perché Gigi non concede nulla al caso e neppure ai colleghi, perché allenarsi all’ombra del migliore del mondo nel ruolo sarà pure un privilegio ma sul piano pratico è frustrante. In tanti si sono arresi, per ultimo Storari che un anno fa ha ceduto alle offerte decidendo di concedersi una nuova sfida con il Cagliari, peraltro appena vinta.

    Ma stavolta è diverso. Non perché sia in dubbio la titolarità di Buffon, non ancora. Il portierone nazionale ha già fatto capire che andrà avanti ancora per altre due stagioni, due campionati e soprattutto altre occasioni da sfruttare per colmare l’unica mancanza, la Champions League. Stavolta è diverso perché Neto non è un dodicesimo qualsiasi, è un portiere che potrebbe reggere il confronto con i migliori d’Europa, uno che certamente potrebbe rendersi utile tra i pali di una qualsiasi squadra di vertice. È l’erede designato per la porta juventina. Il suo ruolo è prezioso anche così, per la Juventus, perché una squadra che vuole sempre correre per gli obiettivi più importanti ha bisogno di tenere in organico un portiere affidabile quanto il titolare. Il punto è: può un giocatore di qualità come Neto, nel pieno delle sue possibilità, resistere per un’altra stagione e magari un’altra ancora alle spalle di Buffon, nella perenne attesa di uno spazio fisso?

    Probabilmente no. In questa stagione ha accumulato appena 5 presenze. Poche. E un certo punto, a complicare i piani, ci si è messo anche un infortunio, una lesione al gemello mediale del polpaccio destro. Superata. Così come a gennaio il brasiliano aveva saputo resistere alla tentazione di arrendersi, cioè di lasciare la Juve per trovare qualche attenzione in più da un’altra parte, in un’altra squadra.

    Da quel momento in avanti è iniziato il solito gioco di mercato e sono circolati i nomi di interpreti all’altezza della situazione come Salvatore Sirigu e Federico Marchetti. Altri personaggi in bilico, nel senso che anche per loro si prospetta il solito rischio: passare dalla condizione di emergenti (verso una definitiva consacrazione, non certo per l’età) a quella di emarginati.

    Neto allora pensa a un prestito, a una soluzione intermedia che gli permetta, nel caso, di tornare nel giro bianconero tra uno o due anni, quando il Mondiale del 2018 avrà decretato probabilmente l’addio epocale di Buffon e aperto una successione altrettanto storica in bianconero.

    O così, o la panchina (seppur dorata): non ci sono alternative. Neto finirà per arrendersi all’evidenza, anche se ha dimostrato di credere nel progetto (il recupero dall’infortunio nella prospettiva di Juve-Milan del prossimo 21 maggio lo dimostra) e forse anche di comprendere che lasciare quel ruolo comporta anche il rischio di perdere l’occasione. Niente di scontato, a parte la determinazione di Neto.

    Altre Notizie