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  • Juve, non sottovalutare il Nordsjaelland
Juve, non sottovalutare il Nordsjaelland

Juve, non sottovalutare il Nordsjaelland

  • Luca Cassia

Una settimana dopo, ancora un pezzo di Danimarca sul percorso italico. Se gli Azzurri di Prandelli avevano archiviato la pratica danese a San Siro, martedì a Copenhagen toccherà alla Juventus al cospetto del Nordsjaelland. Wilde Tijgers (Tigri Selvagge, questo l’appellativo adottato dal club) contro la Vecchia Signora, due culture calcistiche a confronto nella terza giornata di Champions League.
Storia recente quella della società vichinga, fondata nel 1991 con la denominazione di Farum Boldklub a seguito della fusione di due realtà regionali dell’Hovedstaden. Il passo dalle categorie minori alla massima serie si concretizza una decina d’anni dopo, un’impresa preservata nel 2003 da Allan Pedersen, magnate danese, che rileva il club salvandolo dalla bancarotta conferendogli l’attuale titolo, Football Club Nordsjaelland. Il resto sono pagine scritte dai tecnici Morten Wieghorst e Kasper Hjulmand, artefici del miracolo giallorosso a livello nazionale, ma non solo: il primo, centrocampista di discreta caratura e odierno allenatore dell’under 21 danese, permise al team di Farum di inaugurare il palmares con due Coppe nazionali (entrambe vinte a spese del Midtjylland) e di assaggiare la ribalta internazionale, vanificata in due occasioni dal medesimo avversario, lo Sporting Lisbona. Il secondo, 40enne ex braccio destro proprio di Wieghorst, trascinò il Nordsjaelland sul tetto di Danimarca per la prima volta precedendo il plurititolato Copenhagen, condannato ai preliminari di Champions League ed estromesso dai francesi del Lilla.Un trionfo che ha spalancato le porte dell’Europa ad una cittadina che non raggiunge le 19.000 anime. Chapeau.


Analogamente al commissario tecnico della selezione danese, Morten Olsen, Hjulmand adotta uno schieramento affine (4-2-3-1) impreziosito da un calcio moderno e propositivo. Attualmente terzo nella Super League danese dietro a Copenhagen e Aalborg, il Nordsjaelland si aggrappa alle reti di Joshua John, ala olandese (in prestito dal Twente) da 8 reti in 9 gare di campionato. Davanti al portiere Jesper Hansen troviamo una giovane coppia di centrali: il prestante Jores Okore, 20enne ivoriano di nascita ma danese d’adozione (ha già debuttato in nazionale) e Ivan Runjie, croato classe ’90. Pirlo incrocerà i tacchetti con Stokholm (Osvaldo, suo malgrado, lo ricorda bene), affiancato dal ghanese Adu. Da annotare anche il mancino di Lorentzen e i punteros Beckmann e Nordstrand, sebbene non siano propriamente delle bocche da fuoco. Il terzino Mtiliga, presente nella spedizione danese contro l’Italia, è stato epurato da Morten Olsen per essersi rifiutato di giocare: finché il tecnico sarà lui, per l’esterno nativo della Tanzania le porte della nazionale saranno chiuse. Tra le fila giallorosse figura infine Andreas Laudrup, figlio di Michael. Qualora dovesse scendere in campo dal primo minuto, a qualcuno potrebbe scendere una lacrima dal sapore nostalgico.
Inserita in un girone con Shakhtar, Chelsea e appunto Juventus, è difficile pensare ad un nuovo miracolo scandinavo. Di fronte la Juventus, che contro il Napoli ha allungato la striscia in campionato a 47 risultati utili. Oltretutto, nelle prime due gare della fase a girone, il Nordsjaelland ha incassato sei reti senza pungere mai. Ma al Parken Stadium di Copenhagen, impianto adottato dalle Tigri giallorosse in onore degli impegni casalinghi in Europa, nonostante i 10 gradi previsti il clima sarà rovente.


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