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  • Juve oltre se stessa:| Sei punti in più dell'anno scorso
Juve oltre se stessa:| Sei punti in più dell'anno scorso

Juve oltre se stessa:| Sei punti in più dell'anno scorso

Sei punti in più rispetto a un anno fa. Marotta: «Meno brillanti, ma che dominio!».
La Juve va oltre se stessa.
La Juve a Catania ha fatto un "48". Ennesima vittoria (i siciliani non battono i bianconeri in casa dal '64), scia di polemiche, classifica ulteriormente allungata e, appunto, quarantotto partite senza conoscere sconfitta. L'ultima delle quali, ieri al Massimino, in una sfida che ingiustamente verrà ricordata solo per le risibili decisioni di Rizzoli , Gervasoni e Maggiani . L'uno (Rizzoli) egocentrico al punto da voler decidere nonostante gli toccasse un compito definito e defilato, l'altro (Gervasoni) pavido nel sottomettersi a chi doveva solo aiutarlo, l'ultimo (Maggiani) semplicemente in giornata terrificante. Tutti colpevoli di errori oggettivamente commessi soprattutto ai danni del Catania (ma non solo) e di aver gettato un'ombra su un match che la Juve, dati alla mano e al di là dei pur importanti episodi, ha condotto in maniera solare. Perché le omissioni dei signori in giallo non possono far dimenticare il tiro a segno di cui è stato vittima l'ottimo Andujar . Mentre Buffon , gol di Bergessio a parte, si è limitato a sbrigare l'ordinaria amministrazione. «Se le cose stanno così, resteranno imbattuti a vita» ha ironizzato un furibondo Pulvirenti , dimenticando che la Juve in stagione è andato sotto a Pechino contro il Napoli, a Marassi contro il Genoa, a Stamford Bridge di due gol contro il Chelsea, allo Stadium contro lo Shakhtar e infine a Copenhagen contro il Nordsjealland. Sempre rimontando. A ben vedere l'unico peccato, seppure originale visto che risale alla prima partita di Pechino, di Buffon e compagni è proprio quello di tendere a subire inizialmente, salvo avere la forza di riprendersi in tempo utile. Questo almeno racconta la storia dell'ultimo anno e mezzo, vissuto senza l'onta di un ko in campionato.


DOPPIA TESI Quanto a ieri, nessuno può sapere cosa sarebbe accaduto se la rete di Bergessio fosse stata convalidata. Forse l'imbattibilità sarebbe caduta, ma esistono parecchi elementi a supporto della tesi contraria. Perché non si conquistano 25 punti sui 27 disponibili per strane, o peggio ancora sospette, congiunture. La Juve vince imponendo la propria superiorità nei 90'. Non a caso nell'esauriente brochure consegnata dal Catania ai cronisti prima del match, faceva bella mostra un titolo con annessi dati: «Gli sprint nella ripresa della Juventus 2012-13». Il commento recitava: «Rispetto ai risultati dei primi 45, la Juve vanta un +11 punti nei secondi tempi». Non è una squadra perfetta insomma quella di Conte , però si avvicina a quella dimensione più di ogni altra formazione italiana da ormai due stagioni. Marotta , richiesto a un'analisi, ha sottolineato: «Non c'è sempre la brillantezza dello scorso anno, ma bisogna anche tenere conto di quante partite devono giocare i nostri nazionali. E' ovvio che essendoci meno tempo per allenarsi a Vinovo, qualcosina si possa pagare. Ma io vedo soprattutto una squadra che crea tanto, che domina le partite e continua a vincere». Angelo Alessio gli ha fatto eco: «Bravi noi a non concedere nulla al Catania, che aveva giocatori pericolosissimi come Bergessio, Barrientos e Gomez . Sì, ci vorrebbe un po' più di cattiveria davanti, ma non vedo stanchezza». Tesi in parte simili, discordanti però sul tema stanchezza. Presente a volte per Marotta, assente secondo il vice Conte. Smentita in assoluto da quella tendenza a crescere con il passare dei minuti.

NEL MIRINO La realtà dei fatti è che la Juve continua a correre come nessun'altra squadra, le cifre lo attestano. Non sempre, però, lo fa con il furore che ha contraddistinto l'inizio della gestione Conte. Al di là del diverso modulo, che secondo alcuni incide, secondo altri no (il 3-5-2 è più solido, il 4-3-3 era sicuramente più brillante) un dato da tenere a mente più dell'abusato possesso palla, è quello relativo alla presenza nella metà campo altrui. In questo la Juve è preponderante su qualsiasi squadra, toccando vette del 75% a partita. Dove manca, rispetto alla scorsa stagione, la formazione campione d'Italia è nel pressing alto. Agli esordi si vedevano Vidal e soci andare a conquistare palla nei pressi dell'area avversaria ( Vucinic ad esempio è meno dedito a questa incombenza rispetto al passato, l'altro specialista Pepe per ora non si è visto), mentre in questa stagione la riconquista del pallone avviene nella propria metà campo. Un'attitudine che è venuta a mancare e forse spiega qualche passaggio delicato. Ammesso che così vadano letti i momenti di pausa di una squadra che su nove partite ne ha vinte otto, pareggiando la residua. Anche in assenza di Rizzoli...
 


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