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  • Inarrestabile Juve: è campione d'inverno e in fuga per lo scudetto

    Inarrestabile Juve: è campione d'inverno e in fuga per lo scudetto

    E' ufficiale: la Juve è in fuga, è campione d'inverno con due giornate d'anticipo e sarà molto difficile riprenderla, visto che conta 7 punti sull'Inter, 8 su Napoli e Lazio. 

     

    E' vero, mancano ancora ventuno giornate alla fine, ma i bianconeri hanno già fatto terra bruciata. Il Napoli si è suicidato al San Paolo dove Portanova, al rientro dopo i 4 mesi di squalifica per le commesse, ha segnato il gol di una vittoria clamorosa, inaugurata dal guizzo di Gabbiadini ed esaltata dalla fantastica prodezza di Kone che ha firmato il Gol dell'Anno.

    E c'era pure il gol regolare di Gilardino, incredibilmente annullato da Valeri. La Lazio e la Fiorentina fanno quello che possono; l'Inter è prigioniera delle sue contraddizioni; il Milan inanella la quarta vittoria consecutiva in campionato e, tuttavia, è sempre a 14 punti dai bianconeri.  

    Ma la durissima lezione di calcio che i campioni d'Italia hanno impartito all'Atalanta, demolita in meno di mezz'ora, è un messaggio forte e chiaro alle rivali: se la squadra di Conte continua a macinare giocoe risultati in questo modo, anche stavolta non ce n'è per nessuno.E Marotta è libero di concentrarsi sulla caccia a Drogba, sebbene,pur senza il bomber da 15-20 reti a stagione, questa Juve abbia segnato 36gol in 17 gare, 8 in più rispetto a un anno fa. Per non dire dell'imperforabilità della miglior difesa del torneo: solo 10 i gol subiti.
     
    Si aggiunga la caduta della Roma nella nebbia del Bentegodi, dopo quattro successi di fila nel massimo torneo e il corollario della qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Totti è furioso con Bergonzi,così come l'Inter se l'è legata al dito con Mazzoleni, per non dire di Ferrara con Giacomelli, Maran e il Catania dove, secondo il doriano, nell'intervalo è stata esercitata una "forte pressione" sul direttore di gara. Delle due l'una: o Ferrara raccontata per filo e per segno ciò che è accaduto negli spogliatoi del Massimino o è inutile sollevare polveroni che non servono a nessuno.
     
    Gli arbitri continuano a combinare disastri e gli unici a non accorgersene sono Nicchi & Braschi che vivono  su Marte. Però, se l'Inter si è inceppata e in casa della Lazio ha  disputato un primo tempo obbrobrioso, la colpa non è di Mazzoleni, ma di Stramaccioni. Il tecnico che dopo Mourinho, ha resistito più
    di ogni altro sulla panchina di Moratti, ha battuto la Juve a Torino, ha conquistato 10 vittorie esterne consecutive, ma, nell'ultimo mese,ha incassato 4 sconfitte, tre su tre in campionato (Atalanta, Parma, Lazio) e la quarta, per sua fortuna ininfluente, con il Rubin Kazan.
     
    All'Olimpico, Klose è stato implacabile e i due pali di Guarin e Cassano sono stati colpi di jella. Però, a quest'Inter manca tanto Sneijder che, in estate, Stramaccioni considerava il perno del suo gioco. Ma la società ha messo nei
    guai il proprio tecnico, ingaggiando nel momento più sbagliato il braccio di ferro contrattuale con l'olandese. Quest'Inter cambia troppo spesso modulo, passa dalla difesa a tre al 4-4-2 e torna alla difesa a tre come se nulla fosse e, invece, rovina tutto.
     
    Non sbaglia più un colpo, invece, Massimiliano Allegri il quale prende atto che il vento è cambiato: lo dimostrano anche i due autogol di Abbruscato e Jonathas a San Siro, mentre El Shaarawy è implacabile: 14 gol in 17 partite di serie A. Per trovare un giovane attaccante italiano tanto prolifico bisogna risalire agli Anni Venti, al mitico Giuseppe Meazza: a 17 anni segnò 11 gol, a 19 anni ne firmò 33. Se continua così, Stephan è capace di tutto: il Milan e la Nazionale non gli pongono limiti.
     
    Sia chiaro che, nella rimonta dei rossoneri, Berlusconi c'entra poco,
    Suscitano per questo tenerezza i v linari di Palazzo esaltanti il presunto effetto
    taumaturgico delle visite presidenziali a Milanello. A parte il fatto che, prima del Pescara non c'è manco andato, causa nebbia e non s'era presentato nemmeno alla vigilia nella sconfitta interna con lo Zenit, come dice Boban, è evidenteche queste puntate del Cavaliere non siano "sincerissime" visto che
    le elezioni cadranno a metà febbraio. Affari suoi. Sono Allegri e i giocatori i veri protagonisti della rinascita milanista, il resto è fuffa. 
     
    Vola anche il Catania di Maran, rialza la testa il Parma di Donadoni,
    si aggrappa all'irriducibile Di Natale l'Udinese ospite dell'Atalanta sabato
    prossimo. Sul fondo arranca il Genoa, mentre Pescara e Siena non si schiodano dalla zona B.
     
    Onore a Jovetic, alla Fiorentina e alla gente di Firenze per la toccante sensibilità mostrata verso Pizarro che la settimana scorsa ha perso la sorella Claudia, 32 anni. Il montenegrino ha ceduto il rigore a David; dopo il gol, i compagni l'hanno sommerso di  abbracci; Pasqual gli ha consegnato la fascia di capitano quando è uscito e, nel momento in cui Pizarro è stato sostituito, tutto il pubblico è scattato in piedi applaudendolo a lungo. Questo è il calcio che amiamo.
     
    Xavier Jacobelli

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