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  • Juve, t'è andata bene: grande Shakhtar. Champions, è dura (e abbassate i prezzi)
Juve, t'è andata bene: grande Shakhtar. Champions, è dura (e abbassate i prezzi)

Juve, t'è andata bene: grande Shakhtar. Champions, è dura (e abbassate i prezzi)

Otto tiri verso la porta avversaria nei soli primi 45 minuti, 60% di possesso palla, un rigore netto non visto né dall'arbitro né dal giudice di porta (Platini, ma quando la capirai che ci vuole la moviola in campo?), una traversa all'ultimo minuto.

E' l'EuroJuve? No, è l'EuroShakhtar, una splendida squadra che il bravissimo Lucescu ha costruito anno dopo anno, rendendola invincibile in Ucraina (10 vittorie nelle prime 10 gare di campionato) e invidiabile in Europa.

Mircea è il tecnico che, quando allenava il Brescia,  lanciò in orbita Pirlo non ancora sedicenne: da cinque stagioni sta allevando Willian, 24 anni, brasiliano di talento  eccelso. In estate lo volevano il Chelsea e il Tottenham: è rimasto con il Maestro e sta facendo la fortuna del suo club. Postilla per gli operatori italiani di mercato: com'è che lo Shakhtar allinea una serie di ottimi brasiliani e in serie A, invece, non ce n'è traccia? Da notare che mancava pure Douglas, infortunato.

In casa loro, i campioni d'Italia hanno capito subito che gli avversari di Champions sarebbero stati  esattamente l'opposto della Roma zemaniana, suicidatasi sabato era a Torino.

Aggressivi, pimpanti, palleggiatori di finissima qualità, capaci di accelerare il gioco e di ribaltare l'azione con tre passaggi, i Minatori di Donetsk hanno lasciato di stucco i bianconeri e il gol di Teixeira è stato il paradigma del loro calcio spumeggiante.

La prodezza di Bonucci su angolo di Pirlo sembrava avere rimesso in corsa la Juve, ma, con baldanza pari alla determinazione, gli avversari hanno ricominciato a macinare gioco rimandando alle corde i bianconeri.

E' vero, la Juve era alla sesta partita in 16 giorni, però, stavolta, Conte e Carrera non hanno azzeccato tutti i cambi e quando la marcatura su Pirlo è diventata asfissiante, il centrocampo ha battuto in testa.

La Champions è l'accademia del calcio europeo e un pareggio con lo Shakhtar ci può stare, anche se la situazione si è complicata. Il poker del Chelsea al Nordsjaelland ha rilanciato i campioni d'Europa, ora in testa assieme allo Shakhtar: la Juve dovrà vincere le prossime due partite con i danesi e guai se pensa che saranno passeggiate fra petali di rosa.

Marotta si lamenta perchè allo stadio c'erano meno di 30 mila spettatori che, per un martedì autunnale sono già un bel vedere. Bonucci ha posto l'accento sull' "atmosfera surreale" che si respirava nell'impianto bianconero, solitamente una bolgia infernale e stracolma in ogni ordine di posti.

Hanno ragione. Peccato Marotta si sia dimenticato di aggiungere che, se c'erano diecimila tifosi in meno, forse era anche per le tariffe salatissime con le quali la Juve ha salutato il ritorno in Champions a Torino, dopo quasi tre anni di attesa: 40 euro per una curva, 70 euro per la cosiddetta tribuna Family. Un autentico sproposito. Che si è ritorto come un boomerang verso chi, invece, doveva premiare la passione della gente bianconera chiedendo al botteghino somme molto più abbordabili. Occhio, da Torino è partito un messaggio forte e chiaro: se anche lo Juventus Stadium si svuota in Champions League, son dolori. L'invito viene formulato a tutti i padroni del pallone: abbassate i prezzi. E fatelo alla svelta. Sennò, il deserto avanza.

 

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com

 

 

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