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  • Juventus, un punto guadagnato e due persi: ecco cosa non ha funzionato

    Juventus, un punto guadagnato e due persi: ecco cosa non ha funzionato

    • Nicola Balice

    Partita strana, da due volti e forse più per la Juve di Max Allegri. Una partita persa, ripresa e poi lasciata cadere. Un pareggio che rimane a metà strada tra il punto guadagnato per quanto visto nel primo tempo e i due punti persi per quanto fatto nella ripresa. Un pareggio che avvicina a sette punti (ammesso e non concesso che la Roma vinca sempre, compreso lo scontro diretto) il sesto leggendario Scudetto, ma che allo stesso tempo regala nuovamente fiducia ai giallorossi in vista del derby con la Lazio che potrebbe riportarli a sei punti di distanza: tanti a quattro giornate dal termine, forse non troppi con lo scontro diretto ancora da giocare e le tante energie psico-fisiche che la Juve dovrà spendere tra la Champions e magari la finale di Coppa Italia. Una partita strana, con tante cose non da Juve che vanno subito registrate ed altre che possono in ogni caso lasciare tranquillo il tecnico bianconero e i suoi tifosi.

     

    COSA NON VA Tanti, troppi errori in fase di impostazione del gioco. Forse distratta, forse nervosa, forse presuntuosa, forse semplicemente in una serata no sotto la pressione continua dell'Atalanta: qualunque sia la ragione originaria, rimane il fatto che la Juve ha perso banalmente troppi palloni ad ogni latitudine del campo e in ogni momento della partita, fino allo sciagurato rimpallo finale che ha spalancato la porta a Freuler. Non solo: sbagliato l'approccio, diventa ancor più grave aver subito gol a ridosso dell'intervallo con una somma così ampia di errori indivuduali. Imperdonabile quanto capitato poi in occasione del 2-2, tanto più che la Juve era riuscita nonostante tutto a ribaltare lo svantaggio. Non va l'intermittenza del gioco proposto, non vanno sicuramente questi blackout difensivi. Se la squadra non gira, non spiccano i singoli. Ma se i singoli sbagliano ripetutamente (Chiellini, Bonucci, Alex Sandro, Cuadrado, Higuain, persino Khedira), la squadra non può girare. Dopo le ampie falcate in avanti dell'ultimo periodo, un passo indietro che non preoccupa ma costringe a drizzare le antenne prima del rush finale.

     

    COSA VA – La reazione. La voglia di non lasciarsi andare ad una serata storta, limitando i danni quando c'è da farlo e trovando la forza e la lucidità per ribaltarla al momento giusto. Senza isterismi anche quando Guida e la sua squadra arbitrale ne combinano una clamorosa, prima assegnando un rigore sacrosanto e poi annullandolo in maniera paradossale. Va la crescita di alcuni leader come Buffon e Dani Alves nel momento cruciale della stagione, così come la voglia di caricarsi la squadra sulle spalle seppur a fortuna alterna della new generation come quella composta da Pjanic (al netto del pasticcio finale) e Dybala. Rimane in ogni caso la capacità di non perdere più quelle partite che nel girone d'andata sarebbero forse finite con una sconfitta, esattamente come capitato con sul campo dell'Udinese. E anche in una serata storta o poco ispirata, la Juve è riuscita a trovare due gol che potevano essere anche di più. Sicuramente più ricca la pagina delle cose che non vanno, o per meglio dire che non sono andate bene in questa occasione: quello che va bene, è che nonostante così tante cose da registrare la Juve avvicina di un altro punto il sesto leggendario Scudetto. Potendo, soprattutto, pensare da subito ad una semifinale di Champions da preparare con la tensione e l'attenzione al massimo, con questi schiaffetti che aiuteranno a tenersi ancor più svegli.

    @NicolaBalice


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