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  • Juve vs Figc:| Danni per 130 milioni

    Juve vs Figc:| Danni per 130 milioni

    Agnelli prepara una battaglia legale: potrebbero essere chiesti i danni alla Figc dopo il ricorso alla corte di giustizia del Coni.
    Scudetto 2006, Juve pronta ad andare al Tar. 
    La dichiarazione di guerra arriva via mail, in tarda mattinata, e a leggerne l'oggetto non fa neppure troppa paura: «Aggiornamento a seguito dell'esito del Consiglio federale della Federcalcio del 18 luglio». Cioè la non decisione sul ricorso della Juve, copyright Andrea Agnelli, a proposito dello scudetto 2006 confiscato e lasciato all'Inter. Solo che, alla conferenza stampa di oggi pomeriggio a Roma, il presidente bianconero sarà in compagnia: l'avvocato Michele Briamonte, membro del cda e coordinatore legale juventino, il collega Luigi Chiappero e il professor Pasquale Landi, docente di diritto amministrativo all'università di Tor Vergata. Quando s'ingaggiano avvocati, come da avvertimento, non si va per far la pace. E già luogo e giorno sono una bella sfida: a Roma, casa Figc, mentre l'Italia, marchio Figc, sfida a Bari la Spagna.

    «La società ha dato mandato ai suoi legali di individuare i migliori strumenti di tutela presso la giustizia amministrativa e internazionale» disse Agnelli, tre settimane fa. Quando il Consiglio del pallone abdicò dal suo ruolo di governo, fu l'altra accusa ad Abete e i suoi fratelli. «Parità di trattamento». Ora la minaccia diventa realtà. La Juve andrà per vie legali, secondo la strategia affinata negli ultimi giorni dall'avvocato Briamonte, da tempo l'architetto giuridico al fianco del governo Agnelli. La prima mossa resta il ricorso all'Alta corte di giustizia del Coni, cioè l'ultimo appello del reame sportivo. Dopo di che, si spalanca l'infinito regno del mondo reale. In primis, la giustizia amministrativa, cioè il Tar del Lazio. Dove si possono impugnare provvedimenti e avere l'eventuale liquidazione dei danni. Al di fuori dello sport, dovrebbe essere quella la prima opzione, come da presenza del professor Landi.

    «Andremo fino in fondo» era stata la parola d'ordine del club, e pare lo pensino pure i giocatori. Anche Gigi Buffon, che aveva auspicato si mettesse una pietra sopra: «Per me va bene tutto - ha detto il portiere in Nazionale, a Bari - devono fare quello che ritengono giusto». Lo sguardo non era proprio da falco, come pure quello degli altri, ma le parole sono di sostanziale sottoscrizione. Rivendica l'azione anche Giorgio Chiellini: «Se lo fanno un motivo ci sarà». Idem Bonucci: «L'ho detto: è giusto che il club vada fino in fondo, dopo di che sarà meglio chiudere questo capitolo».

    Dopo oggi, sarà però difficile fermare la battaglia: «Il dialogo potrà stabilirsi solamente quando queste condizioni saranno garantite - aveva sottolineato Agnelli - perché qui è in gioco la credibilità del sistema». Condizioni note: parità di trattamento e fine di «cinque anni di doppiopesismo».

    Il rischio, per la Federcalcio, pare significativo: «Siamo l'unica società ad aver avuto danni patrimoniali per centinaia di milioni di euro». E ancora: «Abbiamo i mezzi, le capacità e le conoscenze per muoverci anche al di fuori della giustizia sportiva». Del resto, c'è già chi ha spianato la strada, come l'Arezzo, ai tempi penalizzato per una presunta frode nel 2005. Al processo di Napoli, però, l'avvocato della Figc ha detto che imbroglio non c'era, rinunciando a qualsiasi richiesta. L'ha fatta il club toscano, che ha chiesto i danni per l'ingiustizia subita: furono -6 di penalizzazione e successiva retrocessione in C1 (guidava Antonio Conte). L'ex patron Mancini vuole indietro 13 milioni: nel caso, al conto bianconero bisognerà aggiungere uno zero.  


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