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  • Juvemania 2013: migliori, peggiori, sorprese e delusioni, i voti alla Juve

    Juvemania 2013: migliori, peggiori, sorprese e delusioni, i voti alla Juve

    • Gianluca Minchiotti

    Con il 4-1 esterno sull'Atalanta si chiude il 2013 della Juventus, un anno 'normale', laddove per 'normale' si intende ogni anno nel quale la squadra bianconera fa il suo dovere, che è quello di vincere. I due titoli conquistati (scudetto e Supercoppa italiana) e la prima posizione nell'attuale campionato di Serie A sono la conferma della bontà del progetto vincente nato nell'estate del 2011 (solo due anni fa, non dimentichiamocelo), quando Andrea Agnelli scelse Antonio Conte come allenatore. Ecco perché, guardando in prospettiva, ci sembra assurdo pensare a un addio fra Conte e la Juve già a maggio 2014: il progetto vincente, in fondo, è solo all'inizio, e il suo coronamento finale sarà raggiunto solo quando la squadra riuscirà a essere stabilmente una protagonista anche in Champions League. Ma per adesso non è ancora il momento di guardare così avanti: oggi è tempo di bilanci e di voti per l'anno che si sta per concludere.

    IL MIGLIORE

    A pari merito: Antonio Conte e Paul Pogba: voto 10
    Conte - Il tecnico rappresenta l'anima, la mente e il cuore della Juventus attuale, una squadra che scende in campo sempre con la volontà di fare la partita, cosa che poi le riesce nella stragrande maggioranza delle occasioni. La Juve di Conte è bella, organizzata e spietata, e pratica un gioco di una qualità superiore persino a quello delle Juve super vincenti di Trapattoni e Lippi. La differenza con quelle squadre, per il momento, è rappresentata dai successi internazionali, la grande sfida bianconera dei prossimi anni. 
    Pogba - Il migliore al mondo fra quelli della sue età (classe 1993) e, presto, fra i migliori in assoluto. È capace di fare tutto: difendere, impostare, organizzare il gioco, fare assist e numeri da circo, segnare (e spesso i suoi gol sono anche delle perle di bellezza, come quello al Napoli in questa stagione). Resterà? Non resterà? In questo momento è impossibile dirlo, sarà la grande domanda del 2014. Adesso, l'unica cosa da fare è godersi il più possibile ogni giocata di questo fantastico talento.

    IL PEGGIORE
    Verrebbe da dire nessuno, visti i risultati. Ma poi tornano in mente il pareggio di Copenaghen, il pareggio in casa con il Galatasaray e la sconfitta di Istanbul (e nessun alibi per la neve, il fango e le gestione della situazione, pur pessima, da parte della UEFA). E allora eccolo il peggiore, il nemico da sconfiggere a partire dall'impegno in Europa League in questa stagione e poi nella prossima Champions: l'avversario da battere è quel misto di senso di inadeguatezza e provincialismo che assale questa Juve quando gioca in Europa. È un salto di qualità non impossibile, perché rientra nelle corde e nella storia della società: la Juve di Lippi, ad esempio, dominò per anni a livello internazionale vincendo tre trofei (Champions, Intercontinentale e Supercoppa europea) e collezionando altre quattro finali (tre di Champions e una di Coppa UEFA), tanto da meritarsi l'encomio di Sir Alex Ferguson, che ha indicato nella mentalità di quella squadra l'esempio indicato al suo Manchester United per fare altrettanto. Ecco, visto che la Juve attuale quell'esempio c'è l'ha in 'casa', ne tragga spunto e auspicio.

    LA SORPRESA

    Beppe Marotta e Fabio Paratici: voto 8
    Il 2013 è stato l'anno in cui molti, fra gli addetti ai lavori e fra i tifosi della Juventus, si sono dovuti ricredere sul valore, in fase di mercato, dell'amministratore delegato bianconero e del suo direttore sportivo. Dire che Marotta e Paratici rappresentano una sorpresa è chiaramente una sorta di provocazione, considerata soprattutto la lunga esperienza del 56enne ad bianconero e i buoni risultati ottenuti in tutte le società nelle quali ha lavorato. Ma non c'è dubbio che il lavoro di Marotta e Paratici sul mercato nei primi anni della loro gestione, pur con qualche evidente errore (Martinez, Krasic, Elia, Bendtner), sia stato criticato anche troppo (da addetti ai lavori e tifosi) e senza dubbio sottovalutato. Il 2013, invece, ha rappresentato una sorta di rivincita per l'ad bianconero: nell'anno solare che si conclude è esploso Pogba, strappato a costo zero al Manchester United nel 2012, è stata vinta la scommessa Llorente (altro colpo a costo zero, dopo Pirlo, di fatto Barzagli e il già citato Pogba) ed è arrivato a Torino un campione come Tevez, degno erede della maglia numero 10 bianconera. E il duo Marotta-Paratici è già al lavoro (e in alcuni casi è molto avanti) per altre operazioni di mercato di questo livello. E poi, se tutti (Milan in testa) vorrebbero strappare alla Juve l'incedibile Paratici, un motivo ci dovrà pur essere...  

    LA DELUSIONE

    Si potrebbe dire Giovinco, si potrebbe citare Isla, si potrebbe ricordare Anelka, o l'incostanza di Vucinic. Ma non lo facciamo, perché in realtà in questa Juventus nulla è davvero deludente: dopo due scudetti e due Supercoppe italiane di fila, e con un primato in classifica che sa di record, come si fa a essere delusi?


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