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  • Juvemania: Gundogan ha voglia di Juve
Juvemania: Gundogan ha voglia di Juve

Juvemania: Gundogan ha voglia di Juve

  • Andrea Bosco
UNA BANDA DI UNKPAPA - La terra fu scossa da un rumore sordo. E una marea bruna emerse all'orizzonte. La terra tremava mentre ogni specie animale cercava un dosso, un anfratto, dove rifugiarsi. Persino i cani della prateria si misero a correre mentre la marea galoppava, muggendo. Bisonti: erano i bisonti che stavano calpestando la Madre Terra. A migliaia, correvano inarrestabili verso l'acqua del fiume. Da dove tramonta il sole uscirono dal bosco uomini con i colori di guerra e la testa rasata : erano Irochesi, gente dei boschi. Abitavano in lunghe case di legno simili a quelle dei vichinghi. Erano armati di  grandi scudi, archi e di lunghe lance, gli Irochesi.

Ma da dove il sole sorge altri guerrieri con le penne d'aquila infilate tra i lunghi capelli cavalcavano accanto alla mandria. Narra la leggenda Dakota che le prime parole degli Irochesi furono: “Chi siete?“. “Dakota   – risposero i Sioux“ . Nella loro lingua Da-coh-tah significa “amico”: ma i Chippewa delle foreste del Wisconsin erano soliti chiamarli “Nadoweis-siw“: letteralmente “nemici”, più frequentemente “serpenti“. Erano stati i primi esploratori francesi nel 1640 a storpiarne il nome in “ Nadousseioux“ e infine per comodità in “Sioux“. Erano gente della prateria che viveva nei “tipi“, tende rotonde con un'intelaiatura di 16 pali e del diametro di cinque metri ricoperte di pelli. 
Cacciavano il bisonte con rispetto. Con la carne mangiavano: arrostendola e facendola poi seccare in vista dei mesi invernali. Con le corna facevano misture che servivano agli sciamani contro le malattie, Con la pelle coprivano i tipi, con i nervi corde per gli archi e legacci per le faretre, Con gli zoccoli, punte per le frecce. Con il cranio ornamenti per la guerra.  Niente del bisonte andava sprecato.
“Siamo a caccia- dissero i Dakota”.
”Anche noi- dissero gli Irochesi- siamo a caccia: di uomini“.

I Sioux fecero retrocedere i cavalli e replicarono : “ Non cercate oltre : li avete trovati .” 
Seguì una furiosa battaglia che durò fino al calar del sole. Al termine della quale , i guerrieri Sioux tornarono alle loro tende vittoriosi, con molti scalpi, molte armi e molte collane.

Vi ho portato nelle plains nordamericane  perché è con questo spirito che la Juventus dovrà vivere nella bagarre del campionato e a breve in quella di Champions . La Juventus è una banda di Hunkpapa (che in dialetto Lakota significa, “coloro che si accampano sul cerchio esterno del campo") . Bellicosi e numerosi: per questo le loro tende “contenevano“ sul perimetro quelle dei clan più piccoli. 

Gli uomini della Juventus siano aggressivi come gli Hunkpapa. E poco importa se gli avversari saranno Irochesi, Algonkini, Delaware, Piedi Neri, Corvi o Giacche Blu. La Juve è fatta di uomini. Gente con cicatrici, esperta nell'arte della guerra.

RUMMENIGGE: “LA JUVE E' UNA ROGNA“ - Ne è convinto Rummenigge - - eminenza grigia del Bayern - che in un convegno a Milano ha detto: “Paura no, ma grande rispetto . La Juve è una squadra difficile da affrontare. In campionato ha fatto una rimonta incredibile. Peccato che una delle due, debba uscire dalla competizione“. Come avevo immaginato, a Monaco di Baviera dopo il sorteggio non hanno brindato. La Juve è una rogna: dura, cinica, consapevole della sua forza e dei suoi mezzi. Ci fossero ancora dubbi ci ha pensato il presidente Agnelli a rimuoverli. Nello stesso convegno, fianco a fianco al tedesco che fu un idolo dell'Inter, ha spiegato: “In campionato siamo tornati dove ci compete. Ora dobbiamo terminare il lavoro“. Tradotto: quinto scudetto di fila e nuovo quinquennio. Poi girandosi verso l'amico-nemico Karl Heinze ha continuato: “Dobbiamo imparare da loro. Che dopo essere stati battuti in finale  a Madrid, l' anno successivo hanno vinto la coppa“. Tradotto: a Milano, il bidone dalle grandi orecchie vogliamo alzarlo noi“ . Poi off-record pare abbia sussurrato a Marotta:  meglio farne una copia, perché garantito che se la vinciamo, Pavel si porta a casa l'originale e non lo molla più.

LIPPI E CONTE AL MILAN ? - Lo spirito di Madama è tornato alto. Ma soprattutto è tornata la fame . Appena infastidita, la Vecchiaccia dalle grandi manovre in casa Milan per portare subito Marcello Lippi a fare il padre nobile. E a giugno Conte nelle vesti stregone. Coppia da urlo. Ma pur sempre di ex juventini (e che razza di juventini ) si tratta. Detto tra noi, Agnelli non l'ha presa bene, anche perché questo tipo di operazioni è destinato ad innescare inevitabili polemiche. Scommetto sulla prima domanda in conferenza stampa per Lippi: “Maestro gli scudetti della Juve sono 31 o 33?". Mi gioco sulla ruota di Londra mille euro. Ma in fondo è bellissimo che per rifondare il Milan, Silvio Belusconi abbia pensato a due ex mammasantissima di Madama. Due dalla personalità ingombrante, teste dure, uomini vincenti. Due con la cultura del lavoro. Se Lippi e Conte approderanno a Milanello, Berlusconi si levi dalla capa arrivi in elicottero, pacche sulle spalle, battute, gags, “ordini“ di impiegare questo o quel giocatore. Il riso non compare frequentemente nel repertorio di Lippi. Quanto a Conte, penso che nel giro di tre mesi scoppierà e toglierà il disturbo. Chi va alla corte di Berlusconi deve sapere che a comandare non è Galliani, non è Barbarella, non è l'allenatore di turno. A  comandare la brigata, anche con schemi, consigli, moduli, sarà sempre il Cavaliere. Uno solo se n'è infischiato: lo zingaro svedese. Palla a Ibra e poi ci pensava lui. Un anno, uno tutto sommato modesto come Nocerino riuscì grazie a Ibra a segnare nove reti.
Affaccendato tra allenatori (Sinisa in bilico) e giocatori (Luis Adriano) sbolognati, il Milan si è preso (assieme alla Roma che ha liquidato Garcia, per l'usato sicuro Spalletti) le prime pagine.

GUNDOGAN: NON E' FINITA - Adesso tocca a Madama. Con i risultati e magari con quel colpo di Mauser (tradotto: Gundagan) che i tifosi aspettano e gli avversari temono. Con Gundogan la palla viaggerebbe a una velocità doppia: quello che manca alla Juve per innescare le sue armi letali croate e argentine. Infatti la novità è che per Gundogan non è finita. Si è esposto il giocatore con parole che sono sembrate un incoraggiamento alla Juve (e non solo alla Juve) ad insistere. L'idea di poter giocare la Champions lo affascina. L'idea di poter incrociare la lama con i rivali bavaresi lo stuzzica. La Juve ha alzato l'offerta al Dortmund, ma soprattutto si è mossa con l'agente del giocatore. Non è finita per Gundogan.

SONDAGGIO: PREVALE TIELEMANS - E nel caso, proprio non si potesse, il mio mini sondaggio con i lettori ha messo in evidenza la preferenza per Tielemans, diciottenne regista dell'Anderlecht che costa all'incirca come Gundogan e (sempre a giugno) consentirebbe alla Juve di mettere in rosa un giovane destinato- a mio avviso – a grandi cose. Un vero regista dai tempi eccezionali. In ogni caso sto “giocando“ sul sicuro. Silvana, l'astrologa torinese che non sbaglia mai, mi ha confessato che la pratica scudetto sarà sofferta, condizionata dal Napoli. Ma alla fine sarà Quinquennio. Roba da riempire Piazza San Carlo di coriandoli e stelle filanti per una settimana. Ma la cosa più bella, Silvana me l'ha detta per la Champions: battaglia, duro duplice incontro, ma alla fine passerà la Juve. 

IL FUTURO DI MADAMA - Dunque gli astri sarebbero favorevoli alla Signora che pensa all'oggi ma è vigile sul domani. E il domani (tradotto : giugno) si chiama Berardi e Mandragora. Con un anno di ritardo (e in sinergia col Sassuolo) il domani si chiamerà Sensi e Trotta. Un domani che a breve potrebbe chiamarsi anche Pereira (Sampdoria), Rogerio e Lo Celso (Brasile e Argentina), Ante Budimir, marcantonio di un metro e novanta del Crotone e Zebli, diciottenne mezz'ala italo-ivoriana del Perugia. Meno credo agli spifferi su Lapadula e a quelli su Lavezzi e Diarra. Sul Pocho, la Juve (a meno che non sia una strategia) mi risulta abbia mollato la presa. Su Diarrà c'è una fitta nebbia. Nel senso che il giocatore ha esperienza internazionale, fisico e  prestanza nel ruolo. Ma sposterebbe poco. La Juve ha Asamoah e Lemina da impiegare con quelle funzioni, appena gli infortuni lo consentiranno. Insomma Diarra sta a Gundogan come un buon architetto sta a Renzo Piano. Io credo che ad Udine la Juventus potrebbe dare minuti ad Asamoah che in quella piazza si è rivelato. Magari a partita in corso, facendo riposare Khedira e spostando Pogba a destra. Servirebbe anche una verifica su Hernanes. Non è escluso che a gara in corso possa rilevare Marchisio .

RICORDATEVI DELL'UDINESE - Per Udine dovrebbe recuperare Mandzukic. Ergo Morata tornerà in panca in attesa di una nuova occasione. Reputo che la trasferta di Udine avrà per la Juve un sapore speciale. I friulani banchettarono alla prima di campionato, allo Stadium. La Vecchia ha la memoria lunga: immagino vorrà restituire il ceffone con gli interessi. “Ricordatevi di Alamo“, disse Sam Houston  ai suoi nella cruciale battaglia di San Jacinto contro i messicani di Santa Ana. Me lo vedo Allegri nei panni di Houston arringare i suoi nello spogliatoio prima della gara contro l' Udinese . Le ultime ricerche sulla storica battaglia hanno concluso che i texani ci misero 18 minuti per liquidare i messicani. La tornata mette l'Inter a Bergamo, spronata da Thoir, via web. La Fiorentina potrebbe avere difficoltà contro un Milan, al quale il sergente di ferro Sinisa chiederà di tutelare la sua panchina, allontanando i togati pretendenti di cui ho riferito. Il Napoli, ospita il  Sassuolo. Sarà un Visconte Dimezzato quello che si presenterà al San Paolo: senza Berardi e senza Cannavaro. Entrambi ammoniti e conseguentemente - essendo in diffida - squalificati.

DOVERI: MA COSA HAI FISCHIATO ? - Il primo per “eccesso di esultanza” dopo aver messo a segno il rigore partita al 95esimo. Certi arbitri devono avere il “misuratore di esultanza“, una sorta di applausometro. Eccesso di esultanza: lo ha inaugurato Pogba a Genova. Dico la mia: una “grida“  surreale. Fare gol è difficile. E' la stella alpina che cogli dietro a una roccia che sporge su un precipizio. Mica un canestro, spiga da staccare su un vasto campo di grano. Chi fa gol ha il diritto di esultare. Perché un gol fa gioire una parte dello stadio e manda a casa con il fegato ingrossato l'altra metà. Gli arbitri rispettino l'esultanza. E in Federazione evitino disposizioni ridicole come quelle vigenti. Provi Tavecchio a mettersi in mutande e provi a marcare un gol tra “scapoli e ammogliati“. Vorrei proprio vederlo, Tavecchio, come esulta. C'è anche l'ammonizione di Cannavaro: inesistente. Frutto della miopia di arbitro e assistenti, gabbati dal tuffo truffaldino di Liaijc. Doveri, ma cosa accidente hai fischiato? A Napoli senza Cannavaro e Berardi: come uscire nella tormenta a piedi nudi e senza guanti. Magari sopravvivi, ma ragazzi che freddo. Al San Paolo dell'esquimese Higuain, per il Sassuolo, la temperatura scenderà (e di molto) sotto lo zero.  

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