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  • Juvemania: 11 scalpi e ora tocca all'Inter

    Juvemania: 11 scalpi e ora tocca all'Inter

    UNDICESIMO "SCALPO"
    E sono undici. Undici vittorie di fila. La Juventus strappa allo Stadium il suo undicesimo scalpo sull'asse Pogba-Dybala: accelerazione del Polpo, palla al bacio per Babyface che fa una cosa alla Sivori: palla uncinata sulla corsa, e torsione delicata: precisa e angolatissima. Undici per la Vecchia Signora, dodici per il “gioiello”. E' lui, il killer con la faccia da bambino l'idolo, ormai, del popolo bianconero. Quando Allegri decide di metterlo in panca concedendo una manciata di minuti a Morata, viene giù (giustamente) lo stadio dagli applausi. Partita a lungo bloccata, squadre prudenti, ritmo soft: la Roma fa cose mai viste con Garcia: dieci effettivi nella sua metà campo a proteggere la porta. La Juve ci prova senza fortuna. Partita a tratti noiosa, neppure cattiva, nonostante alcuni duri scontri e la teoria di cartellini gialli sventolati da Banti. Un arbitro che piace a pochi allenatori. Ma magari ha ragione lui: è così che si deve arbitrare. Nel primo tempo succede poco. Portieri inoperosi.
     
    DE ROSSI COME MANZONI
    L'unico palpito lo regala De Rossi, insultando Mandzukic. Il croato non è una Dama di san Vincenzo. Ma il labiale di De Rossi, dopo pochi minuti impazza sul web: “Taci, zingaro di m....”. Non so se De Rossi verrà squalificato. Secondo la pilatesca interpretazione del giudice Tosel (vedi insulti di Sarri a Mancini) non essendo Mandzukic – pur di etnia slava – uno “zingaro”, l'insulto di De Rossi probabilmente non verrà considerato razzista. Resta la parola “merda”, ormai di uso comune nel “normalissimo” confronto tra automobilisti. In quello tra gente in coda per la fila. Per non dire degli ultras contrapposti in curva. Tuttavia fu comminata da Tosel, una ammenda di 5000 euro alla Juventus, per i cori “merdosi” dei bambini stipati in curva. Ma, nel caso, la Roma potrebbe rammentare a Tosel che la “merda d'artista” racchiusa in scatolette dal genio Manzoni, viene considerata come un capolavoro dell'arte contemporanea. Per non parlare di quel museo (della merda) da pochi mesi inaugurato con soddisfazione di critici e politici.
    Infine, come spiegano quelli che hanno “esperienza”: sono cose di campo, che dovrebbero restare sul campo. Già: ma adesso c'è la tv. Se ti infili un dito nel naso, ti pescano. E se per caso la sfanghi nei talk della domenica, garantito che al lunedì ti “becca” l'implacabile Faina nel salotto di Bonan.
     
    SENZA POLEMICHE

    In ogni caso, quel palpito, è stato solo un “particolare” (il secondo il gol di
    Dybala) in una gara che, per una volta, non ha acceso polemiche. La Juve ha vinto di misura, ma con evidenza ha dimostrato di essere più forte della Roma. Almeno della Roma attuale. In autunno l'impressione (nel match dell'Olimpico) era stata assai diversa. La sconfitta di Torino esclude la Lupa - credo in modo definitivo - dalla lotta scudetto. Spalletti ha pensato a difendersi (tutto sommato bene). Ma per il prosieguo del campionato, servirà alla Roma di più. Molto di più. La classifica intanto, per le vittorie di Napoli (convincente a Marassi, pur con il vantaggio dell'uomo in più per un tempo di gioco) e Juventus si è sfarinata. Guida il Napoli con sicurezza e irruenza, segue la Juve a due punti, sorniona e pragmatica. Non inganni l'atteggiamento compassato di Madama. Ha imparato la Signora ad essere speculativa, ad avere pazienza, come dal primo giorno di lavoro ha predicato Allegri. Le pagelle (inattivo Buffon) danno la sufficienza a chiunque abbia calcato l'erba dello Stadium. Gli esteti avranno certamente da ridire. Ma immagino che considerando il lotto di impegni che attendono i bianconeri, Allegri sia contento così.
     
    GLI INCUBI DI MANCINI
    Il pareggio al Meazza dell'Inter (al novantesimo) confezionato da un ragazzo del Carpi alla sua prima rete in campionato, fa ripiombare Mancini negli incubi già vissuti contro il Sassuolo. Adesso la lotta per il terzo posto che qualifica alla Champions sembra molto più aperta. Stante la vittoria della Fiorentina con il Torino, nulla è certo. Anzi. Senza un attimo di respiro, come in un celebre film francese degli anni Sessanta, la Juve si tufferà nei prossimi impegni. L'Inter in Coppa Italia, nella prima delle due semifinali e poi il Chievo. Le partite in Italia sono tutte difficili. Inutile fare pronostici. Molti che contro la Roma non c'erano, con l'Inter ci saranno. Sono allergico ai pronostici, ma in fondo anche questa volta, l'astrologa Silvana ci ha preso. Partita sofferta, da pareggio, ma poi quel “transito” (mi farò spiegare cosa accidenti sia) così simile a una vittoria della Fiorentina sulla Roma. Insomma, chapeau. Non l'ho ancora sentita, quindi nulla ho da riferirvi. Ma una cosa la so anche senza la consultazione degli astri: si correrà. Si correrà tanto. E' Juventus – Inter dove gli indicatori di adrenalina sbiellano già alla prima verifica.
     
    L'OGGETTO DEL CONTENDERE
    Ci saranno polemiche? Quien Sabe mi verrebbe da rispondere. Ma essendo Juventus – Inter, sì: almeno una polemica ci sarà. Se non altro per quello che ogni volta che arriva l'Inter allo Stadium, ulula la curva ultras. Personalmente - dagli ululati - mi dissocio. Ma il nervo resta scoperto, inutile far finta di no. Il mio auspicio è che il presidente Federale voglia - prima o poi - metterci mano. Non dovrebbe, essere così difficile. Come a squarciagola urlano gli ultras, l'oggetto del contendere è - in fondo - leggero: di cartone.

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