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  • Juvemania: Sarri, giocare dopo è meglio

    Juvemania: Sarri, giocare dopo è meglio

    • Andrea Bosco
    C'è forse una spiegazione al nervosismo del Napoli sconfitto nettamente ad Udine: la strategia di De Canio che ha inguaiato Sarri con sistematiche sovrapposizioni sulla fascia destra, là dove ha banchettato Widmer. L'Udinese vince con merito per 3-1. Bruno Fernandes fa doppietta, ma avrebbe potuto fare tris se non avesse fallito un rigore. Il nervosismo del Napoli porta all'espulsione di Sarri e successivamente a quella (per reazione) di Higuain.  Il quale sale a quota 30 in fatto di gol, ma che potrebbe essere squalificato per più di una giornata stante le reiterate proteste all'uscita del campo. La gara di Napoli ha messo a nudo due cose. Anche i partenopei - come la Juve – hanno pagato dazio alle nazionali. Ma a differenza della Juve (capace di andare in gol con più giocatori) il Napoli è soprattutto Higuain. Il suo fatturato in zona gol pesa per 85 % delle conclusioni. Ora il Napoli è staccato di sei punti in classifica. La Juve potrebbe aver preso la fuga giusta verso l'ennesimo scudetto. Il Napoli, con un calendario più complesso rispetto a quello dei campioni d'Italia, dovrà riprendersi subito (pur privo di Higuain) per non compromettere il suo secondo posto. La Juve ora ha – come dicono nel basket – due “possessi“ pieni. Che a sette giornate dal termine sono tanta roba. 
     
    MENO SETTE - La Juventus intanto ha fatto il suo in quello che Allegri aveva definito un “mini campionato di otto giornate“. Empoli sconfitto con il minimo scarto. Ne mancano sette al termine e questo è un buon viatico – in prospettiva – per i campioni d'Italia. Juve bruttarella all'inizio. Poi con qualche guizzo, ma incapace dopo la rete di Mandzukic (bentornato) di assestare il colpo del k.o. L'Empoli gioca bene, il suo possesso palla cerca sempre l'imbucata verticale, credo con qualche invidia da parte  di Allegri, visto che la squadra di Giampaolo pratica – con efficacia-  il famigerato rombo. Gara che certifica anche una cosa: la panchina della Juve è lunga e di qualità (l'innesto di Zaza, Cuadrado e  Asamoah, ha dato ossigeno, creando, negli ultimi dieci minuti, qualche pericolo alla porta dei toscani) ma neppure la Juve può concedere contemporaneamente giocatori quali Bonucci, Khedira, Alex Sandro (squalificati) e soprattutto Dybala (reduce da infortunio). Ma Pogba (molto buona la sua prova) ha fatto una magia sul gol di Mandzukic, confezionando il nono assist vincente in campionato. Morata si è segnalato per la vivacità, prendendo anche un legno clamoroso con una giocata alla Del Piero. Bene Rugani. Bene Cuadrado e Zaza per lo scampolo di minuti avuti a disposizione. Buffon dopo la grandinata in Baviera con la Nazionale, è tornato a chiudere la porta. Chiellini out dopo un tempo e rotti, per il solito problema all'adduttore. Male Pereyra, Barzagli con qualche sbavatura nella posizione occupata solitamente da Bonucci. Lo svizzero (ammonito) al solito troppo nervoso. Partita andata via liscia come l'olio. La  quaterna arbitrale ha colto millanta fuorigioco. Persino uno microscopico di Morata davvero difficile da individuare. In generale la mia impressione è che gli otto-volanti presi da tanti giocatori (della Juve e del Napoli) per gli impegni delle nazionali, abbiano svuotato alcuni serbatoi. La Juventus vista con l'Empoli, nel finale è apparsa (al netto delle occasioni avute) in debito d'ossigeno. Ci saranno sette giorni per preparare la gara del Meazza contro il Milan. Sinisa ha, probabilmente, già fatto i bagagli. Il Berlusconi pensiero è apparso trasparente. Ma visto che Sinisa è un hombre vertical, farà l'impossibile per uscire con onore (e magari qualche rimpianto) cercando di scalpare Madama. La quale sta già preparando il mercato che verrà. Vado, oltre che ad informazioni, a sensazioni: Morata e Cuadrado torneranno alle rispettive case madri. Pogba resta, anche di fronte ad offerte indecenti. Marotta che ha glissato su Ibra (troppo alto il suo ingaggio), pare stia stringendo su Cavani. Uno degli obiettivi del  prossimo mercato. Non è l'unico. E - se le mie informazioni sono buone – Marotta opererà nei tre settori della squadra. Come ì? Tra una decina di giorni conto di essere esaustivo . Ma intanto un “ ìsuggerimento“ all'AD bianconero mi permetto di darlo: Widmer. Un esterno basso davvero interessante. 

    LAMENTO PARTENOPEO - De Laurentiis e Sarri hanno trovato il modo, comunque, di confezionare l' ennesima polemica, dai contorni, a mio avviso, surreali. Polemica sostenuta anche da alcuni media. Protestano sotto il Vesuvio, perché il calendario (stilato in estate da un cervellone, imbottito dei dati di ogni singola società) ha visto la Juventus, in queste ultime giornate  del campionato, giocare spesso prima del Napoli. Vorrebbe Sarri, che i match delle due società si disputassero in contemporanea. Personalmente ho nostalgia del campionato che fu, quando tutte le contendenti giocavano alla  domenica e allo stesso orario. Oggi il campionato - per esigenze televisive - è uno “spezzatino” con anticipi e posticipi. Le televisioni pagano alla Lega e alle società fior di quattrini per avere un prodotto appetibile da offrire agli abbonati. Juventus e Napoli hanno, entrambe, sottoscritto un lucroso contratto. La richiesta di Sarri poggia peraltro, su una ratio. Visto che sia la Juventus che il Napoli hanno abbandonato le rispettive competizioni europee, la Lega potrebbe rivedere il calendario. Difficilmente accadrà, visto che le televisioni hanno tutto l'interesse a sfalsare giorni e orari dei  match delle due pretendenti allo scudetto. Nondimeno è la “motivazione“ della richiesta a non stare in piedi. Giocando dopo, il Napoli sarebbe svantaggiato, a parere di Sarri. Perché un conto è - ha spiegato Sarri – iniziare la gara da meno 3 in classifica . Un altro è farlo partendo da meno 6: psicologicamente un danno per la squadra. Ora a me pare che il vantaggio sia per chi gioca dopo. Conosci il risultato dell'avversaria e puoi decidere che tipo di gara fare. Se chi guida la classifica ha vinto, ovviamente devi disporti con una gara aggressiva. Ma se chi sta davanti ha perso,  magari può starti bene anche un pareggio che ti avvicini alla volpe in fuga. Quindi l'ennesima polemica è fine a se stessa. In un ambiente, quello partenopeo, troppo incline al lamento. 

    COLPO GROSSO - Intanto, in settimana, la Juventus Primavera, guidata da Fabio Gosso, ha conquista il Trofeo di Viareggio, battendo in finale per 3-2 il Palermo. E' il nono titolo conquistato dai giovani bianconeri che in questo modo affiancano il Milan. Al netto della gara, bella e combattuta, la considerazione va per quanto la cantera bianconera ha prodotto. Tradotto: ci sono giocatori già buoni per la prima squadra? A mio avviso sì. Almeno i tre che Massimiliano Allegri ha ripetutamente convocato, senza peraltro il conforto di un impiego sul campo. Con i giovani bisogna procedere con il piedi di piombo. Gli ultimi usciti dal vivaio bianconero si chiamano Marchisio, De Ceglie, Giovinco e Marrone. Solo uno ha trovato la sua consacrazione con la maglia della  Signora: Marchisio. Dicevo: i tre convocati da Allegri. Uno è Romagna, il centrale difensivo che gioca a testa alta, ha lancio da mezz'ala e tempi di chiusura da terzino. Il secondo è Audero, portierino reattivo. Poi c'è Favilli. Di professione bomber. Tipologia: Matri, con maggiore tecnica. Il bello della vittoria al Viareggio è che nessuno di questi tre era a disposizione Nondimeno il torneo ha proposto altri giocatori interessanti. Macek che ha corsa , fisico e cross. Il cipriota Kastanos ha qualità tecnica, fantasia, senso del gol. Si è messo in grande evidenza a destra il terzino iberico Lirola: un pendolino con i piedi buoni. E ha sorpreso Di Massimo, dai dilettanti alla Juve. Un infortunio ha privato Grosso del migliore, probabilmente, quanto a qualità : Clemenza. Un mancino che sa fare il trequartista e che  Grosso lo aveva provato con buon esito anche come regista basso davanti alla difesa. Ovviamente la vittoria al Viareggio ha molti padri: tutti hanno portato il loro mattone, nella costruzione della vittoria. E bravo è stato Grosso a far sentire tutti importanti. Tutti con un potenziale – nello zainetto – bastone da maresciallo. Ma il fenomeno pare sia poco più che un bambino: si chiama Kean e segna gol a grappoli. Chi lo ha visto bene, giura che sia più forte di Lukaku alla sua età.  
     
    IL 14  E CESARONE - Ci hanno lasciato due fenomeni del calcio. Il 14, ovvero Johan Cruyff, e Cesarone, il Maldini padre. Due che hanno segnato la storia del calcio. Il 14 interprete del primo calcio “totale“ offerto dalla Nazionale Olandese e dall'Ajax, i “lancieri“ che stupivano il mondo. E Cesare Maldini, il triestino vincente, primo italiano a sollevare con il Milan la Coppa dei Campioni in terra inglese, contro il Benfica. Il 14 che era un po' mezz'ala e un po' centroavanti, l'evoluzione genetica della Seta Rubia, Alfredo Di Stefano. E Cesarone che giocava da stopper, quando ancora le difese non si proteggevano con il libero. Monumentale difensore, Maldini, stilisticamente bellissimo. Così sicuro dei suoi straripanti mezzi atletici e tecnici da incappare - a volte - in quelle che un grande giornalista definì , “Maldinate“. Grande da giocatore, grande da allenatore. Il suo nome appena oscurato da un figlio - Paolo – dalla carriera ancora più strabiliante. Onore a loro, autentiche bandiere. 

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