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Juvemania: Allegri, battere Sarri è l'obiettivo minimo della stagione

Juvemania: Allegri, battere Sarri è l'obiettivo minimo della stagione

  • Stefano Discreti
Stavolta il compitino non è bastato.
Giocare a basso ritmo e spesso (troppo spesso) male è indubbiamente il trend bianconero di questo campionato.
Sicuramente dell’intera era Allegri questa è la peggiore stagione a livello di spettacolo mostrato in campo.
Salvo rarissime occasioni, dettate più che altro dall’ispirazione del singolo di giornata, il gioco espresso dalla squadra in campionato non è mai stato proporzionale alla qualità della rosa a disposizione. 
 
E’ giusto continuare a (non) giocare così?
 
Al gol di Alex Sandro in apertura, arrivato dopo l’ennesimo assist stagionale di un sempre più decisivo Douglas Costa, ha risposto la prodezza di Simy nel secondo tempo.
Nel mezzo e successivamente il vuoto. 
Una prestazione assai simile a quelle già espresse a Roma contro la Lazio e a Ferrara contro la Spal, per ricordarne qualcuna recente.
Ormai ci si è abituati, non ci si fa più nemmeno troppo caso. La Juve di quest’anno spesso ti mette alla prova per il temutissimo ‘colpo di sonno’.
È giusto continuare a giocare in questo modo?
Eppure la partita di Madrid dovrebbe aver indicato la giusta via per il futuro:
se questa squadra gioca all’attacco, senza paura e grande coraggio, non teme nessuno al mondo. Ha un potenziale offensivo pazzesco e in questa stagione ne ha sfruttato forse solo il 50 o 60%. Un vero peccato.
Domenica sera ci sarà la partita decisiva della stagione italiana.
Il Napoli (che ha sicuramente giocato il miglior calcio del campionato almeno per un girone) nonostante la qualità non eccelsa della rosa ha l’ultima chance a disposizione per riaprire la lotta scudetto contro la corazzata bianconera.
Da una parte una squadra (quella di Sarri) con pochi singoli di qualità che ha fatto del collettivo il punto di forza, dall’altra una squadra (quella di Allegri) che invece ha puntato tutto o quasi sulla giocata del singolo senza mai manifestare un’identità tattica ben precisa.
 
Juve, ciclo da rinnovare. 
 
A prescindere da quello che sarà il risultato di domenica sera, Allegri a fine stagione dovrà guardarsi dentro di se per capire quanti stimoli ha ancora dentro per continuare l’avventura sulla panchina della Juventus anche il prossimo anno.
Gran parte del nucleo storico (Buffon, Lichtsteiner, Marchisio, Asamoah) è a fine ciclo: andranno via o smetteranno. Altri come Barzagli e Chiellini resteranno per fare da chioccia alle nuove leve. Ma è evidente che serve un ricambio generazionale importante. E stimoli, tanti stimoli per chi resterà.
Perché soprattutto in Italia si rischia sempre più la “sindrome da pancia piena".
Un passo alla volta però.
La giornata di ieri sera non cambia il giudizio complessivo del torneo:
questo scudetto lo può perdere solo la Juve e se il Napoli dovesse riuscire nell’impresa avrà compiuto un vero miracolo sportivo perché la differenza che passa tra le due rose è schiacciante. Notevole.
Allegri ha l’obbligo di mantenere questo vantaggio, altrimenti Sarri lo avrà battuto nettamente, ribaltando la gerarchia. Senza se, senza ma. Vincere il settimo scudetto di fila con la qualità della rosa a disposizione è l'obiettivo minimo stagionale.
E senza più, purtroppo, l’impegno Champions alle porte, i tifosi bianconeri chiedono inoltre ad Allegri di farlo terminando al meglio la stagione anche con due belle partite in particolare:
domenica sera contro il Napoli e a Roma contro il Milan nella finale di Coppa Italia.
Vincere è l’unica cosa che conta ma ottenerlo giocando bene è meglio.
 
Caso Benatia
 
Piccola nota a margine sul caso Benatia a cui dedicherò la puntata settimanale della rubrica curata per ilbianconero.com
Premesso che la satira di Crozza (ma fa ridere qualcuno?) nello specifico è stata volgare e assolutamente cattiva, la risposta di Benatia è sicuramente da condannare.
Dicono che ormai bisogna adeguarsi a questa epoca dei social, degli insulti liberi e così via. E che bisogna rispondere alla maleducazione con maleducazione.
Io continuo a rimpiangere la classe di Gaetano Scirea, lo stile dell’avvocato Gianni Agnelli e l’eleganza di Dino Zoff. 
Forse sarò vecchio e antico ma preferisco essere una goccia nel mare piuttosto che adeguarmi a questo mondo volgare.
 
@stefanodiscreti
 

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