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  • Juvemania. Infortuni, mercato povero, antipatie e Abete: settimana da incubo

    Juvemania. Infortuni, mercato povero, antipatie e Abete: settimana da incubo

    Accerchiati, in un mese decisivo per il futuro della Juventus, per questa e per le prossime stagioni. Infortuni, risultati, mercato, 'antipatie' e politica sportiva: dopo la sosta natalizia, una serie di eventi e di situazioni sembra essersi coalizzata per mettere il bastone fra le ruote alla squadra di Antonio Conte, che prima della sosta sembrava protagonista di una marcia inarrestabile.

    INFORTUNI. Prima il fondamentale Chiellini, poi il superfluo Bendtner. Prima della sosta. E poi, dopo Natale, a raffica: Vucinic non al meglio, Marchisio infortunato, Pirlo, Quagliarella e Vidal acciaccati. E il mistero Pepe: per lui la stagione è già finita? Per fortuna siamo ancora molto lontani dai livelli record di infortuni dei due settimi posti, ma rispetto all'eldorado della stagione 2011-12, quella in corso è decisamente un'annata più problematica, complici le tossine di Euro 2012 e gli impegni di Champions League.

    RISULTATI. Un punto in due partite di campionato, inframezzate dal successo sul Milan in Coppa Italia. Un bottino scarno, che inizia a preoccupare se inquadrato nel contesto delle ultime dieci giornate sulle venti fin qui disputate in Serie A: nelle prime dieci la Juventus era al comando della classifica, nelle seconde dieci non lo è. E se lo stesso trend dovesse riproporsi da qui fino a maggio, alla fine sarebbero dolori

    MERCATO. Finora, un solo rinforzo in casa bianconera: Peluso Federico, polivalente difensore classe 1984 prelevato dall'Atalanta. Finora per lui una sola presenza (da dimenticare) in tre gare, la sconfitta interna contro la Sampdoria. Per il resto, siamo alle solite: l'obiettivo è sempre il grande attaccante, che anche questa volta, molto probabilmente, non arriverà. Drogba è una costosa illusione, Llorente é un ottimo attaccante (ma non un grande) e a meno di colpi di scena arriverà solo a luglio. E quindi siamo ai nomi di ripiego, alla Bendtner: Immobile, Gabbiadini, Borriello, Lisandro Lopez, Fred... Le età sono diverse, le caratteristiche e le prospettive anche, ma hanno tutti un comune denominatore: nessuno di loro è il grande attaccante che tutti i tifosi bianconeri sognano. Intendiamoci, per non cadere in equivoco: Beppe Marotta e Fabio Paratici negli ultimi due anni hanno fatto alcune grandi operazioni di mercato (Pirlo, Barzagli, Asamoah e Pogba su tutti. E anche Llorente a costo zero sarà un ottimo bottino) e hanno costruito una squadra da scudetto, con l'apporto fondamentale di Antonio Conte. Ma la grande punta (che manca) resta ancora il tallone d'Achille di questa dirigenza: è il colpo che tutti i tifosi vogliono e che anche in questa sessione di mercato non ariverá.

    ANTIPATIE. Una dichiarazione di Marchisio, che definisce il Napoli "antipatico" a livello sportivo, innesca una specie di guerra santa che alla fine vede sul banco degli imputati, come al solito, la Juventus. A quanto pare, chiunque può dire che la Juve sia antipatica (solo negli ultimi tempi lo avevano fatto Viviano, Gamberini, Stramaccioni e Cairo), ma se è uno juventino a esprimersi con gli stessi termini nei confronti di un'altra squadra, apriti cielo, scoppia lo scandalo. E poi arriva anche chi ci mette il carico da novanta, passando dall'antipatia ad altri termini. Stiamo parlando di Christian Maggio (Napoli), che dichiara: "Odio la Juve, sportivamente". Dichiarazione alla quale ha fatto seguito, va detto, quella del giovane bianconero Luca Marrone ("Anch'io odio il Napoli sportivamente"), al quale va fatta una tirata di orecchie (perché l'antipatia è una cosa, l'odio un'altra, ben diversa). In ogni caso, tutto il can can che si creato intorno al 'caso Marchisio' non contribuisce certo a creare un bel clima in vista del match con il Napoli del 1° marzo, e prova ne sia la vergognosa applicazione per smartphone denominata "Picchiamo Marchisio"...

    POLITICA SPORTIVA. Questa è stata anche la settimana della rielezione di Giancarlo Abete alla presidenza della Figc. E anche qui, purtroppo, non sono rose e fiori per la Juventus. Dopo le battaglie per Calciopoli, dopo la richiesta di togliere all'Inter lo scudetto a tavolino del 2006 e dopo la richiesta di risarcimento danni alla Figc per 443 milioni di euro, Andrea Agnelli, presidente della Juve, non fa una piega e non si oppone a quel 94,34% 'bulgaro' di voti con i quali Abete viene rieletto presidente della Federcalcio. Per un presidente che vuole "cambiare il calcio", ritrovarsi un dinosauro come Abete per altri quattro anni a capo del calcio italiano è una sconfitta.

    Il momento, dunque, non è facile. In campionato, il match con l'Udinese assume già un'importanza fondamentale: la squadra è in emergenza e gli avversari si avvicinano (specialmente il Napoli, il rivale più pericoloso, al quale sono stati anche tolti i due punti di penalità). E sul mercato, le rivali storiche Milan e Inter inziano a ripensare a grandi progetti per il futuro: i rossoneri, spinti dal ritrovato vigore (anche elettorale) di Silvio Berlusconi, puntano a grandi acquisti, mentre il tecnico dell'Inter, Andrea Stramaccioni, ha già annunciato grandi colpi per la prossima estate. Non c'è tempo da perdere, dunque: se la Juve di Agnelli, Marotta e Conte vuole puntare a costruire un ciclo vincente e a non limitarsi a un unico (seppur grande) scudetto, questo è il momento di un cambio di marcia: in campo, sul mercato e a livello federale (dove Abete va pungolato affinché riformi subito almeno la giustizia sportiva).   

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