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  • Juvemania: tre indizi preoccupanti
Juvemania: tre indizi preoccupanti

Juvemania: tre indizi preoccupanti

  • Andrea Bosco
Sulla carta Atalanta-Juventus dovrebbe essere una partita dal pronostico chiuso. Troppa differenza di talento tra le due squadre, per ipotizzare una “frenata“ della capolista. Nondimeno io non reputo il match di Bergamo un confronto facile per la formazione di Allegri. Ci sono infatti alcuni interrogativi da sciogliere dopo la qualificazione alla finale di Coppa Italia: una vittoria che ha fatto godere come ricci i tifosi più incalliti (pur sempre di una vittoria sui detestati avversari di sempre si tratta) ma che ha fatto squillare qualche campanello d'allarme nella testa di quelli più sobri. Il 3-0 sanzionato dall'Inter dopo 120 minuti di gioco ha avuto tante spiegazioni. Forse troppe e troppo diverse tra loro. La Juventus si è imposta ai rigori, calciati in modo glaciale da chi è stato chiamato sul dischetto. Ma ha arrischiato grosso: ha arrischiato di uscire dalla corsa per uno dei tre trofei per i quali è in lizza.

TRE INDIZI: PREOCCUPANTI ? - Approccio alla gara superficiale. Troppe riserve contemporaneamente in campo. Sostituti non all'altezza dei titolari. Errori di Allegri. Titolari fatti risposare in considerazione del largo punteggio siglato all'andata. Arbitraggio rivedibile. Almeno due reti  viziate da irregolarità. Inter caricata a palla per rispondere alle tante critiche arrivate dai vertici neroazzurri. Persino una telecronaca faziosa: come se i telecronisti (per quanto faziosi) scendessero in campo. Ne ho lette di ogni tipo. E nessuna mi ha convinto. Neppure la mia prima disamina, sulla qualità dei sostituti degli assenti. E da un paio di giorni mi sto chiedendo se non sia invece un problema fisico. Se qualche cosa nel “richiamo“ invernale non sia andato bene. Se la condizione non ottimale, sommata ai troppi infortuni patiti in stagione, non sia invece la “spiegazione”. Primo indizio a Bologna: un pareggio senza emozioni. Secondo indizio col Bayern: sessanta minuti in balia dei tedeschi. Terzo indizio al Meazza: settanta minuti (lo ha ammesso anche Allegri ) mazzolati dall'Inter. Recita un proverbio made in Agatha : “Un indizio è solo un indizio. Due sono solo due indizi. Tre cominciano ad essere una prova“.  La gara di Bergamo è delicata per la Juventus. Apri qualsiasi televisione e causa quel 3-0 nei minuti regolamentari, il passaggio del turno di Madama (nonostante l'eccellenza nei rigori) è diventato per ogni commentatore “una vittoria che ha il sapore della sconfitta”. Ergo a Bergamo si “parrà sua nobilitate“. Perché in molti ne sono convinti: sarà più facile per l'Inter riprendere la corsa sull'onda di quella rimonta che solo i rigori hanno fermato. Meno facile potrebbe essere, per la Juventus, baciata dalla Dea ma in evidente difficoltà per quasi tutta la partita.

GARA DA TRIPLA ? - Quindi, gara da prendere con le molle. L'Atalanta sta facendo un campionato decoroso, ma non ha impellenti necessità di classifica. Giocherà tranquilla. La Juve, al contrario, non potrà farlo. Il vantaggio sul Napoli non è tale da consentire alla Signora passi falsi. L'Atalanta si difenderà e cercherà il contropiede. La Juventus dovrà stare attenta a non farsi uccellare. Torneranno i titolari, torneranno i Dybala, i Khedira, i Mandzukic, i Marchisio, i Pogba dal primo minuto. Nondimeno, nessuna gara in Italia è scontata. E Bergamo è una “tana“ dove è sempre difficile esibirsi. Tra l'altro gli astri di Silvana consigliano una tripla, per una gara che la Juventus potrebbe vincere dopo molti stenti, nei minuti finali. Dice la signora Iseppato che a suo parere ci saranno alcuni gol. Ma non è stata in grado di stabilire se il record di Buffon si fermerà a Bergamo. In ogni caso, al netto degli astri, il confronto dirà tantissimo della reale condizione degli uomini di Allegri. Che hanno in mano totalmente il proprio destino. Dipenderà da loro. Il futuro prossimo è dentro al fortino di Reja: uno di lungo corso e di sani principi tattici. Uno che magari perde, ma che raramente sbraca. Domenica sapremo.

FIORENTINA ASFALTATA - Intanto l'anticipo Roma–Fiorentina qualche indicazione l'ha data. Da “opera d'arte“ a “crosta“. La Viola è una signorina che piace e molto si piace. Ha tanti giovani interessanti. Ma alcuni sono “giovani” da troppo tempo. Rammento, il Paròn, Nereo Rocco che sull' Arno fece qualche esperienza senza trovare mai vero consenso. Anche lui aveva avuto una squadra con giovani interessanti. Mi disse: “Dopo qualche mese  mi sono detto: questi no' deventarà mai veci“. Raramente il grande Nereo sbagliava valutazione. Lui amava le squadre esperte. Aveva allenato il Padova, dei Blason, Azzini, Moro, Scagnellato, suoi pretoriani che all'Appiani mettevano sotto tutti. E che grazie a Brighenti, Hamrim e Rosa arrivarono terzi in campionato dietro a Juventus e Fiorentina. Forse direte: “Rosa chi“? Un italo-argentino che nei piedi aveva compasso e goniometro. Che nei sedici metri non valeva Pepe Schiaffino, ma che lo pareggiava abbondantemente in mezzo al campo. Rocco con i “ veci“, fece un anno un capolavoro al Milan. Ne prese un vagone, Fogli, Sormani, Angelillo, trasformato da centravanti in mezz'ala, Hamrin che dal Padova era stato a lungo alla Fiorentina. Erano vecchi, ma avevano piedi fantastici: giocava da urlo quel Milan del Paròn.Beh, la  Fiorentina della gara spot indicata dalla Lega contro il Napoli, a Roma proprio non s'è vista. Spalletti ha asfaltato Paulo e si sta dimostrando un grande allenatore. La Roma gioca e diverte. Francamente non so dove potrà arrivare in campionato. Però due cose le so. A Madrid, questa Roma, può giocarsela con l'attuale Real. Che a Roma è stato fortunato (e aiutato dall'arbitro). Questa Roma può fare l'impresa. La seconda è una considerazione: è una fortuna che la Juventus abbia già giocato due volte in campionato contro la Roma. Questa di adesso, potenziata da Perotti e dal Faraone (uno che forse sarebbe servito a Madama, oltre che al Milan che chissà mai perché l' ha sbolognato) è diventata una squadra solida. Bella davvero.  

BONUCCI COME NEDVED ? - Ho amici rossoneri convinti che la storia si ripeterà. Pavel Nedved fu privato (da un arbitro fiscale) della finale di Champions contro il Milan, per un “giallo“ preso a Torino nella gara vinta in semifinale contro il Real Madrid. La vinse (ai rigori) il Milan, quella Champions. E non c'è juventino che non sia convinto che con Pavel in campo le cose sarebbero andate diversamente. Bene, i miei amici milanisti vedono nel “giallo” di Bonucci, una sorta di “continuità“ con l'uscita forzata di scena di Nedved. Insomma a Roma, le cose - secondo loro - si ripeteranno. L'assenza di Bonucci costerà cara alla Juventus. Non lo so: c'è  ancora molto tempo. Ma dissento sulla somiglianza degli accadimenti. Nedved fu fermato da un arbitro fiscale. Bonucci è stato fermato da un arbitro inadeguato. 

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