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  • Juve:| In Champions serve un grande attaccante

    Juve:| In Champions serve un grande attaccante

    Per quanto riesca a dominare con autorità la scena italiana, questa Juve non ce la fa a mantenere lo stesso profilo in Europa. Diciamola tutta: il Nordsjaelland è avversario modesto. Eppure i bianconeri vanno sotto e fanno fatica per recuperare. Davanti manca un attaccante top, che non è Bendtner. Così finisce con l’ennesimo pari. Tre su tre. Poca roba. Si fa dura. Cambiano gli scenari ma restano chiare alcune costanti. Non si può pensare che la Juve sottovaluti gli impegni europei. Evidentemente accusa uno sbalzo di pressione che le impedisce di trovare un’immediata sintonia con i match da disputare. Col Chelsea, con lo Shakhtar e ieri contro i danesi la squadra si è trovata in svantaggio dopo aver sbagliato l’approccio iniziale. E’ vero che i bianconeri continuano a essere inaffondabili e alla fine in un modo o nell’altro escono dal campo imbattuti (considerando l’Euroleague questo è il nono pari di fila). Ma è anche vero che in Champions i dettagli fanno la differenza: tre punti dopo tre match sono il saldo di un bilancio che tende al rosso. Adesso per passare il turno serve una bella impresa. Intanto deve cambiare decisamente marcia. Fra due settimane, la Juve dovrà liquidare i danesi con una prova concreta e convincente. Una volta superato questo bivio, si giocherà una specie di spareggio col Chelsea, ancora a Torino. Diventa questo il D-day: martedì 20 novembre. Per continuare a tenere aperto un passaggio a nord-ovest, Pirlo e compagni devono assolutamente battere i campioni in carica di Di Matteo che, al momento, hanno un punto in più. I Blues comandano comodamente la Premier ma ieri sono stati messi sotto dallo Shakhtar di Lucescu che conferma di essere una delle squadre più in forma della Champions. Ed è proprio con gli ucraini che, ai primi di dicembre nel gelo di Donetsk, la Juve potrebbe rispolverare con conseguenze positive la sua attuale tendenza alla pareggite. A conti fatti, ai bianconeri servono 7 punti e un rendimento super dei suoi giocatori chiave. Se non la prendi bene, l’Europa ti manda a picco. Abbiamo visto anche ieri che le grandi non vanno in giro a passeggiare. Il Manchester United va sotto due volte col Braga e solo a tre passi dal traguardo completa la rimonta: davanti schiera tre assi come Rooney, Van Persie e Hernandez. Nani e Giggs entrano in corso d’opera. Anche questa è una differenza. Oppure il Barça. Contro il Celtic, al Camp Nou, mancava tutta la difesa titolare più Busquets, il perno che la protegge. Gli scozzesi vanno in vantaggio e se la giocano. Messi cerca inutilmente il gol numero 300 della sua giovane carriera. Iniesta e Jordi Alba rovesciano lo svantaggio nelle ultime azioni del primo e secondo tempo. Servono a questo i top player. E’ un momento buono per gli spagnoli. Una tripletta di Soldado lancia pure il Valencia. Per il Milan non è il massimo misurarsi adesso col Malaga. Sulla carta parte battuto, non c’è paragone col gioco di Pellegrini. Ma la Champions spesso mescola le carte. In Spagna, Pato si esalta. Forse sul bordo del precipizio anche Allegri riuscirà a trovare il suo posto delle fragole: una sponda per il rilancio. Meglio in Europa che nel cortile (o fossato) di casa, il salto che non è ancora nelle corde della Juve. 
     


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