Nei giorni scorsi l'ha presentata, ma l'uscita è prevista per la fine di novembre, giusto in tempo per arrivare sugli scaffali proprio durante il periodo di Natale. Stiamo parlando dell'autobiografia di Pavel Nedved: 'La mia vita normale. Di corsa tra la rivoluzione, l'Europa e il Pallone d'Oro'. La postfazione, ovviamente, non poteva che essere di Andrea Agnelli, suo amico da sempre. Da quando il ceco ha appeso gli scarpini al chiodo giocano insieme a calcio a otto al campo Andrea Fortunato di Grugliasco ogni giovedì. Da quando il rampollo è diventato presidente della Juventus è riuscito a trascinare il centrocampista nel cda bianconero.

Un racconto che parte da Cheb, la sua città natale, attraverso la fuga dalla ex Cecoslovacchia, passando per gli Europei in cui il Mondo si rese conto di lui (Inghilterra 1996), per la Lazio con il gol decisivo per la conquista della Coppa delle Coppe (il 19 maggio 1999 nello stadio di Birmingham, contro il Maiorca), per la Juventus, fino alla fine delle sue scorribande sui rettangoli di gioco. Non poteva mancare, ovviamente, un capitolo dedicato la cartellino giallo che gli ha lasciato una ferita indelebile nella sua anima: quello a pochi minuti dalla fine della semifinale di Champions League contro il Real Madrid, che gli ha precluso la possibilità di giocare la finalissima contro il Milan, persa dai bianconeri ai calci di rigore. E su Facebook è stato anche creato un gruppo sul suo libro: 'Troverò 200.000 fan che amano Pavel'. A dimostrazione di quello che il ceco ha significato per i tifosi juventini.