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Juventus, Triplete in campo o... in borsa

Juventus, Triplete in campo o... in borsa

Per la Juventus l'approdo alla semifinale di Champions League, entusiasmante da un punto di vista sportivo ma non definitivo, è del tutto gratificante da quello finanziario. A voler essere pignoli, infatti, se i vertici della famiglia Agnelli volessero rimproverare qualcosa alla gestione di Andrea e del direttore Marotta, potrebbero sindacare che il ritorno dell'investimento sulla Juventus è di tenore ben diverso rispetto a quelli che hanno caratterizzato le sorelle maggiori Exor e Fiat.

Nonostante i ritorni dello Stadium e le vittorie a ripetizione in Italia infatti, le brutte figure in Europa degli ultimi anni si sono tradotte in minori fatturati rispetto ai top teams e in un interesse più tiepido di sponsor e mercato.

Oggi la Juventus, nonostante il recentissimo ritorno di qualche interesse, capitalizza circa 300 milioni di euro in borsa, spannometricamente in linea con il valore del proprio parco giocatori. Poco? Troppo? Difficile dirlo a priori: la valutazione finanziaria di un businnes come il calcio è un esercizio più per alchimisti che per analisti.

Questi ultimi possono solo rifarsi a valutazioni comparative (Roma attualmente capitalizza 211 milioni di euro, Lazio 56 milioni di euro, Manchester United 2.5 mld gbp) o, forse a ragion veduta, a quello che il mercato sembra disposto a pagare per deal nei quali i club europei vengono rilevati da tycoon spesso provenienti da oriente (i primi furono russi e arabi, ora vanno di moda tailandesi e cinesi).

Quando Thohir ha acquistato il 70% dell’Inter da Moratti ha valutato la società circa 350 milioni di euro, dopo anni nei quali l’ex presidente pare avesse investito quasi 1000 mld. L’impressione è che il patron di Saras, a quel momento, non potesse andare troppo per il sottile e avesse fretta di chiudere, più o meno a qualunque prezzo.

Oggi si parla dell’altra squadra meneghina, il Milan, che Silvio Berlusconi starebbe per valorizzare con controparti tailandesi o cinesi. Le voci sono le più disparate. Chi dice di sostanziale uscita del Cav (vendita del 75%), chi parla di mantenimento della maggioranza delle azioni, chi nega addirittura intenzioni di vendita. Certo è che, dalle cifre che ballano, i più prudenti valutano il Milan 800 milioni di euro.

Ciò detto, sorge spontanea la domanda: hanno maggior valore finanziario le strisce bianconere o quelle rossonere? E, anche volendo assegnare al Diavolo un premio (?), di quanto è lecito attendersi questo sia, anche in considerazione delle non banali differenze di risultati/introiti che hanno caratterizzato (e, almeno per qualche tempo ancora caratterizzeranno)  le due squadre, per tacere dello stadio di proprietà?

Vista l'enorme differenza di valutazione economica tra i rossoneri e la Juventus, è ipotizzabile che il vero triplete la Juventus non lo realizzi sul campo, ma più probabilmente a Piazza Affari, dove i margini di recupero sono decisamente ampi.


Attilio Rapaci

 

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