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  • Klopp heavy metal, ingannato Juary e quelle spassose telefonate di Oronzo Pugliese

    Klopp heavy metal, ingannato Juary e quelle spassose telefonate di Oronzo Pugliese

    • Cesare Bardaro
    CAMPIO-NATI il 16 GIUGNO
    Buon compleanno a: 
    GIANNI DE BIASI
    , 1956, CT della Nazionale albanese, che ha condotto per la prima volta alla storica qualifucazione all'Europeo. Purtroppo il compleanno gli è stato parzialmente rovinato dall'immeritata sconfitta in extremis con la Francia. Ha allenato Vastese, Carpi, Cosenza, Spal, Modena, Brescia, Torino (3 volte), Levante, Udinese e, appunto, l'Albania dal 14 dicembre 2011. 

    PATRIZIO SALA, 1955, ex mediano di Monza, Torino, Sampdoria, Fiorentina, Pisa, Cesena, Parma, Solbiatese. Detto 'Sventolino' per vie delle orecchie non proprio aderenti, che i compagni si divertivano affettuosamente a tirargli in occasione di ogni gol. Vinse lo scudetto col Toro nel 1976, dove giocava col suo omonimo, ma non parente, Claudio Sala, il 'Poeta del gol'. Quelli che, secondo Patrizio mancano nel calcio attuale: "Mancano i poeti da campo. Troppo imbottigliati dentro un gioco dove il fisico prevale sull'imprevedibilità. Devo ammettere che si sta perdendo la spontaneità di un gioco che ha sempre il suo dannato fascino". "La sua caratteristica principale, oltre alla bontà, era la corsa. Correva sempre e, quando non correva, mangiava. Mangiava e correva, correva e mangiava. Fatto sta che, a furia di correre e mangiare, Patrizio si era presto guadagnato un suo posto nella squadra, e il fatto di partire titolare ne era la più chiara conferma". (Eraldo Pecci). Ha anche allenato la squadra di calcio femminile Fiammamonza: "Mi ha dato molto dal punto di vista umano. Si dice che il mondo del calcio femminile sia dilettantismo, ma lo è solo sulla carta. C'è molto spirito di competizione e c'è più individualismo rispetto al calcio tradizionale. Con le donne devi avere un atteggiamento e un modo di porti diverso, che non significa snaturarti. Per niente, anzi. Ti poni con loro come un amico, sapendo che il distacco tra allenatore e giocatore deve esserci sempre - sia essa donna o uomo - ma sono le situazioni che si vengono a creare che devi gestirle in maniera diversa, con più tatto e questo mi ha dato la possibilità di arricchirmi dentro, migliorando il mio carattere che non nego sia stato sempre un'arma a doppio taglio". 

    JUARY, 1959, ex attaccante brasiliano che giocò in Italia dal 1980 al 1985 con Avellino, Inter, Ascoli e Cremonese. Vi fu portato con l'inganno dal presidente dell'UAG Guadalajara: "Finisce la stagione e sono pronto per andare in vacanza. Mi convoca un dirigente e dice: 'Vado in Italia a vedere giocatori, mi devi accompagnare perché te ne intendi'. Mi sembra strano, provo a rifiutare, mi costringono ad accettare. Decolliamo e sull’aereo noto che c’è anche il segretario del club. Boh. Primo bicchiere di vino e chiedo spiegazioni. Niente. Secondo, terzo, quarto bicchiere e propongo: 'Amici, ordiniamo una bottiglia'. Ce la scoliamo e mezzo sbronzo metto alle corde il dirigente: 'Ora basta, ditemi dove andiamo?'. Mi prende sotto braccio: 'Juary, non puoi scappare e non ci sono paracadute. Andiamo in Italia, ti abbiamo venduto all’Avellino'. E io: Eh? Che cazzo dici? Dov'è?'.Trova ad accoglierlo il folcloristico presidente dell'Avellino Sibilia: "Sibilia abbassa gli occhiali sul naso, mi scruta da vicino e si volta da Vinicio: 'Ma tu sei proprio sicuro che chisto è un calciatore? Parlottano. Mi osserva ancora: 'Ma è piccolino, nun ce la pò fa'. Parlottano di nuovo e borbotta a Vinicio: 'Cumpà, e io dovrei spendere 800 dollari pe’ chistu qua? Se non gioca fra 3 mesi, caccio lui e te'. Folcloristico (famoso per il suo "Io può"), ma anche colluso con la camorra. Infatti, tempo dopo, condurrà, sempre a sua insaputa, il povero Juary in tribunale per consegnare una medaglia d'oro massiccio al boss Raffaele Cutolo. Su un lato della medaglia l'incisione del lupo, simbolo del club, dall'altro la dedica: "A don Raffaele Cutolo, con stima". Dopo essersi intristito a Milano, Ascoli e Cremona passa al Porto e vince la Coppa dei Campioni 1987, battendo in finale e segnando anche un gol, il Bayern Monaco. Incise anche un 45 giri: "Sarà così", che non è rimasto nella storia della musica, ma che potete ascoltare qui. 



    JURGEN KLOPP, 1967, ex giocatore del Mainz dal 1990 al 2001 (cominciò come attaccante e finì come difensore), allenatore del Liverpool, dove lo chiamano 'Normal One', dall'8 ottobre 2015. In precedenza ha allenato il Mainz (2001-2008), dove un anno portò la squadra neopromossa in ritiro in Svezia, in un posto dove non c'era l'energia elettrica e dove si doveva dormire in tenda ("Il cibo? Lì c'è il laghetto, andatevelo a pescare") e Borussia Dortmund (2008-2015). Da qui, secondo voci sempre smentite dal tecnico, se ne sarebbe andato per una crisi con la moglie Ulla, scrittrice di libri per bambini, che lo avrebbe beccato a letto con la compagna di un suo giocatore. "So che gira voce che io abbia deciso di lasciare il Dortmund perché mia moglie ha scoperto che vado a letto con la compagna di un calciatore. Ovviamente sono idiozie. Si dice anche che Ulla mi abbia cacciato di casa: avrebbe 1000 motivi per farlo, ma le corna non sono fra questi. Quali sono i motivi? Mi conoscete, sono un po' cretino. Scherzi a parte: le cose a casa vanno talmente bene che, potendo scegliere, potrei tranquillamente accettare di peggiorarle un po' lì pur di migliorarle in ambito lavorativo. Amo Ulla come il primo giorno, la amo con tutto il cuore. La amo anche perché non mi ha mai cacciato di casa". Ha sempre definito il suo calcio 'heavy metal': "Altri allenatori sono dei baronetti, portano la giacca, fanno l'inchino. Io metto la tuta e schiaccio il cinque. Loro fanno suonare i violini, il mio calcio è heavy metal. C'è chi dirige la squadra come un'orchestra. Fanno possesso palla, i passaggi giusti, ma è come una canzone silenziosa. A me piace vedere il pallone di qua, di là, le parate dei portieri, pali, traverse, noi che voliamo dall'altra parte. Devo farmi sentire dai miei, voglio una squadra che faccia 'bang'. Se da bambino avessi visto giocare il Barcellona degli ultimi 4 anni, con la sua serenità, le sue vittorie per 5-0, per 6-0, credo che avrei giocato a tennis. Il calcio di Guardiola è perfetto. Ma non è il mio sport, non è la mia filosofia. Non mi piace il calcio della serenità, mi piace il calcio delle battaglie. La pioggia, il fango, mi piace uscire dal campo con la faccia sporca, con le gambe così pesanti da credere che non riuscirai a giocare per settimane. Io esulto anche per una palla recuperata. Questo è il Borussia Dortmund". 

    BRUNO PACE, 1943, ex attaccante di Pescara, Bologna, Prato, Padova, Palermo, Verona e allenatore ("Frequentai il Supercorso a Coverciano con Sacchi, Agroppi e Zeman. Il boemo era l’unico che non prendeva appunti, lui sapeva già tutto") di Modena, Catanzaro, Pisa, Bologna, Ancona, Catania, Sambenedettese, Francavilla, Avellino, Chieti, Foggia. Da calciatore era famoso per i suoi scherzi: "A Bologna, Oronzo Pugliese telefonava per verificare se i calciatori avessero rispettato l’orario di rientro. Alle 22 dovevamo essere a casa e lui puntualmente si faceva sentire. Quando chiamava, a causa del suo inconfondibile accento barese, era un gioco da ragazzi riconoscerlo e metterlo in crisi. Lui diceva: 'Buonasera, casa Pece (non Pace, nda)?'. Ed io rispondevo variando il tono: 'No, qui è casa Di Giovanni'! Dopo qualche secondo richiamava e io cambiavo voce dicendo: 'Qui è casa Di Giovanni, cosa se le serve?'. Mamma quante risate". "In quel periodo c’era la guerra in Vietnam. Ricordo che un giorno sul ponte di Galliera apparve la scritta 'Pace in Vietnam'. Decisi di uscire in piena notte con la bomboletta spray e aggiungere: 'Ma anche Pascutti'. Quando la vide, Ezio era furibondo, voleva ammazzarmi". 

    Buon compleanno anche a: 
    EDOARDO ARTISTICO, 1969, detto Ciccio, ex attaccante. Appartiene all categoria dei calciatori erranti. Ha infatti militato, tra il 1986 e il 2006,  in 16 società: Cinthya, Roma, Frosinone, Perugia, Vicenza, Monza, Pescara, Ancona, Perugia, Salernitana, Torino, Crotone, Napoli, Pistoiese, Verona, Latina. 
    URBY EMANUELSON, 1986, centrocampista olandese del Verona. 
    FEDERICO DIONISI, 1987, attaccante del Frosinone. 
    DAVIDE DI GENNARO, 1988, centrocampista del Cagliari. 
    MATTEO ZACCAGNI, 1995, mediano del Cittadella, in prestito dal Verona. 
    MATTIA ROSSETTI, 1996, attaccante della Lupa Roma, in prestito dal Catania. 
    FERNANDO MUSLERA, 1986, portiere uruguaiano del Galatasaray.ì e della nazionale Ex Lazio (2007-11). 
    MAICOSUEL, 1986, trequartista brasiliano dello Sharjah FC (Emirati Arabi), ex Udinese dal 2012 al 2014. 
    RODRIGO DEFENDI, 1986, difensore (non poteva essere altrimenti, visto il cognome) brasiliano del Maribor, in Italia dal 2006 al 2009, con Udinese, Roma e Avellino. 
    WILKER PEREIRA DOS SANTOS, 1987, centrocampista brasiliano del Terbuni Puke (Albania), ex Treviso e Virtus Lanciano. 
    ODION IGHALO, 1989, attaccante nigeriano del Watford, ex Udinese e Cesena. 
    SOMA NOVOTHNY, 1994, attaccante ungherese del Diosgyor, in prestito dal Napoli. 
    KENNETH ZEIGBO, 1977, ex attaccante nigeriano di Venezia, L'Aquila, Belluno, Villasimius, Castiadas, Gaeta, Civitavecchia. 

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