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  • L'affare Ederson, ovvero: dentro le pieghe del Sistema Mendes

    L'affare Ederson, ovvero: dentro le pieghe del Sistema Mendes

    • Pippo Russo
    Soltanto Gigi Buffon meglio di lui. Da giorni la stampa sportiva portoghese dà i numeri nel raccontare il trasferimento di Ederson Santana de Moraes dal Benfica al Manchester City. La cessione in Premier League del portiere brasiliano classe 1993 viene rappresentata come quella che ha fatto segnare la seconda cifra più alta per quanto riguarda la compravendita di un portiere: 40 milioni di euro, contro i quasi 53 sborsati a suo tempo per il passaggio dal Parma alla Juventus del portiere azzurro (LEGGI QUI). Che a dire il vero, in lire, venne realizzato per 100 miliardi, e dunque con la conversione in euro si toccherebbe una cifra inferiore rispetto a quella di cui favoleggiano i media lusitani. Resta comunque il dato di fatto: il record del trasferimento più costoso rimane intatto in favore dell’italiano, e il secondo valore in termini assoluti appartiene al brasiliano che ha vinto le ultime due edizioni della Liga portoghese con la maglia del Benfica, e che a partire dalla nuova stagione sarà alle dipendenze di Pep Guardiola.
    Le testate portoghesi, soprattutto quelle sportive, ne stanno facendo una questione di orgoglio nazionale mostrando in alcuni casi uno zelo che sfocia nel ridicolo. Come succede nel caso del quotidiano Record, che spacca il capello in quattro e racconta che se si guarda soltanto al cambio in sterline e a quelli che erano i valori correnti quando Buffon veniva trasferito in bianconero, l’affare-Ederson farebbe già segnare il primato dei trasferimenti in moneta britannica (LEGGI QUI). E va bene così, lasciamo pure che si approprino di un nuovo record. Altro carburante per la propaganda che fa del calcio portoghese uno fra i migliori venditori di talenti al mondo. Con la centro lui, l’uomo dei grandi affari calcistici dall’avvio degli Anni Zero: Jorge Mendes, il capo di Gestifute. È lui che fa il mercato del Benfica, è lui che nell’estate del 2002 aprì la strada dell’esportazione di calciatori portoghesi in Inghilterra grazie al passaggio di Hugo Viana dallo Sporting Clube de Portugal al Newcastle, è lui a orchestrare molti fra più lucrosi affari del calciomercato globale. Soprattutto, è lui a gestire la carriera di Ederson. E a dire il vero, usare la formula della “gestione di carriera” è riduttivo. Perché è cosa risaputa da anni che il boss di Gestifute sia proprietario di una quota dei diritti economici del calciatore. Il 20%, secondo la versione più accreditata. Cosa che nessuno si prende la briga di smentire, a dispetto del fatto che un tale stato delle cose sia in violazione delle regole Fifa sulle terze parti, per come sono state definitivamente sancite dalla Circolare 1464 del 22 dicembre 2014. Ma in fondo, sono proprio casi come questo a dimostrare quanto seriamente la Fifa stia agendo per stroncare l'economia parallela del calcio globale e il ruolo dei super-agenti come Jorge Mendes. Né, fuori dal calcio, la vigilanza delle autorità competenti si dimostra tanto più inflessibile. Per rendersene conto basta andarsi a leggere la stringata comunicazione ufficiale inviata da  Benfica SAD alla Commissão do Mercado de Valores Mobiliarios (CMVM, l'autorità di vigilanza della Borsa). Un documento che contiene un passaggio di straordinaria vaghezza, tanto da lasciare sconcertati nello scoprire che un'autorità di vigilanza si accontenti di spiegazioni tanto elusive (LEGGI QUI). Il passaggio in questione è quello in cui si dice che vi sia “un impegno a consegnare a terzi il 50% della plusvalenza ottenuta in questo trasferimento”.

    E a questo punto si apre lo spazio agli interrogativi. Chi sono questi “terzi”? E la plusvalenza su quale ammontare va calcolato? A entrambi gli interrogativi viene data risposta dalle fonti di stampa. Per quanto riguarda i terzi interessati, a confermare ciò che è noto dall'estate del 2015 provvede António Silva Campos, presidente del Rio Ave, club di Vila do Conde che milita nel massimo campionato portoghese e da cui Ederson è approdato al Benfica. Nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa Lusa, Silva Campos afferma che il Rio Ave detiene il 30% di diritti di Ederson, e che il restante 20% è detenuto dalla Gestifute di Jorge Mendes (LEGGI QUI). Quanto alla plusvalenza, si parla di un calcolo da fare su una cifra che è la quasi totalità del valore di trasferimento. Infatti, non è chiaro quanto sia costato al Benfica acquisire Ederson dal Rio Ave, e di ciò si parlerà fra poco. I media portoghesi parlano di una spesa che a fine maggio 2015 fu di circa 1 milione, e dunque la plusvalenza si calcola su circa 39 milioni. Ne consegue che il Rio Ave percepisca quasi 12 milioni e Jorge Mendes quasi 8. E dentro questo tourbillon di “quasi” e “pressappoco” va a finire che scivoli in secondo piano l'intero evolvere del Dossier Ederson. Che invece va passato in rassegna lungo tutte le sue tappe, perché come pochi altri racconta il peggio dell'economia parallela del calcio globale. Cioè di quel sistema che parassitariamente sta spolpando il calcio, sotto lo sguardo impotente della Fifa e con l'accompagnamento complice di gran parte dei media. È dunque il caso di ricostruire i passaggi principali del Dossier Ederson, tutti quanti scanditi dall'azione di Jorge Mendes e dal suo potere assoluto.

    Tappa numero 1 – Dal San Paolo al Benfica
    Nella primavera del 2009, quando ha da poco compiuto 16 anni, Ederson approda dal Santos al settore giovanile del Benfica, che ne formalizza l'acquisizione a gennaio 2010. Chi orchestra il trasferimento transoceanico del portiere ancora minorenne? Ovviamente è Jorge Mendes, come racconta un post del blog Brasileiros da Base (LEGGI QUI). E per fortuna esiste una blogosfera a fare da archivio, e si dimostra capace di resiste a tutte le manine che qua e là cancellano le verità scomode dal web. Quel post riferisce che il capo di Gestifute raccolga la segnalazione di uno dei suoi scout brasiliani, del quale si conosce soltanto il nome: Elio. L'articolo menziona un altro calciatore passato dal Brasile al Portogallo grazie al canale costituito fra Elio e Jorge Mendes: Diego Lopes (LEGGI QUI). Un nome del quale si tornerà a parlare. Il giovane portiere brasiliano rimane in forza al settore giovanile delle Aguias per una stagione e mezza, fino alla conclusione dell'annata 2010-11. E a quel punto, inspiegabilmente, viene lasciato andare via dal club encarnado senza alcuna contropartita. All’inizio della stagione 2011-12 Ederson si ritrova in un piccolo club. Il Grupo Desportivo Ribeirão, club di Vila Nova de Famalicão che milita nel campionato di Segunda Divisão B, corrispondente alla Lega Pro italiana. Ma di che club si tratta? E perché mai Ederson va lì?

    Tappa numero 2 – Il club fallito che importava calciatori
    La stampa nazionale portoghese ha scoperto l’esistenza del Ribeirão soltanto lo scorso febbraio, a quasi due anni dalla scomparsa del club causa debiti, avvenuta nell’estate del 2015 Nell’edizione di lunedì 27 febbraio il Jornal de Noticias gli dedica la prima pagina e lo descrive come “un club fallito che era la via d’entrata per giocatori illegali”, laddove l’elemento dell’illegalità viene riferito al (mancato) rispetto delle regole sull’immigrazione. Della storia vengono riferiti dettagli allucinanti. Si racconta che ai calciatori extraeuropei fatti giungere in Portogallo grazie a contratti di lavoro fittizi venissero garantiti vitto, alloggio e un salario settimanale di ben 10 (dieci!) euro. Fra i calciatori di cui si parla nell’articolo, c’è anche Gilmar dos Santos, giunto dal Porto B e poi smistato al Rio Ave. Club, quest’ultimo, il cui nome ricorre di continuo in questo articolo.
    Per quanto mi riguarda, avevo notato le stranezze di questo piccolo club già nell’estate del 2016, quando lavoravo alla stesura di “M. L’orgia del potere. Controstoria di Jorge Mendes, il padrone del calcio globale”. Un libro andato in libreria a fine ottobre 2016, cioè quattro mesi prima che la stampa portoghese denunciasse l’esistenza di un caso Ribeirão. A richiamare l’attenzione erano due elementi. Il primo: nel 2012 il club di Vila Nova de Famalicão si lega mani e piedi a un gruppo d’investitori brasiliani denominato Soccer Champions, che promette investimenti e (propri) giocatori, ma poi si rimangia gli impegni quando vede sfumare l’obiettivo della promozione in Segunda. Il Ribeirão annega nei debiti, ma a un certo punto intravede una possibilità di salvezza. E qui si arriva al secondo dettaglio meritevole d’attenzione: la frequente presenza di Jorge Mendes intorno al club, con un passaggio che meriterebbe qualche chiarimento in più. L’episodio è riferito dall’allora presidente Adriano Pereira, nei giorni di agosto 2015 in cui viene presa la decisione di non iscrivere la squadra al torneo Pro-Nacional:

    All’inizio della stagione 2014/2015, a causa [della grave situazione economica], avevo pensato di dimettermi perché non riuscivo a trovare soluzione. Ma in quel momento c’è stato un colloquio con l’impresario Jorge Mendes che mi ha convinto a non dimettermi, e mi ha detto di andare avanti con la costituzione della SAD per consentire a un investitore di entrare nel nostro club, ma il tempo passava e ciò che mi era stato promesso dopo vari incontri, ho constatato, non è stato mantenuto”. (LEGGI QUI).

    Non risulta che il capo di Gestifute abbia smentito queste parole. Nelle due pagine interne che l’edizione del 27 febbraio 2017 del Jornal de Noticias dedica al caso del Ribeirão, viene menzionato anche Ederson come uno dei calciatori passati da Vila Nova de Famalicão. Ma nel suo caso i sospetti d’immigrazione illegale non sussistono. Il suo passaggio al Ribeirão dura un anno, e ancora una volta il tutto avviene sotto l’ala protettrice di Jorge Mendes, come ribadisce un post del blog “Rumo ao estrelato” (LEGGI QUI). Fra l’altro, la stagione trascorsa da Ederson a Vila Nova de Famalicão lascia in eredità una situazione curiosa. In conseguenza del passaggio dal Benfica al Manchester City, il Ribeirão avrebbe dovuto incassare 200 mila euro in virtù del meccanismo di solidarietà della Fifa (0,5% sul totale del trasferimento). E invece quei soldi andranno allo stato portoghese, rimasto creditore del club fallito (LEGGI QUI). Quanto a Mendes, fra i suoi giocatori passati al Ribeirão ci sono anche il centrocampista Pizzi (attualmente al Benfica) e André Moreira, di cui si parlerà fra poco.

    Terza tappa: Rio Ave, ovvero FC Mendes
    Nell’estate del 2012 Ederson viene trasferito al Rio Ave, il club che secondo il giornalista francese Nicolas Vilas può ben essere ribattezzato FC Mendes (LEGGI QUI). Ederson arriva a Vila do Conde assieme al nuovo allenatore: Nuno Espírito Santo (NES). Che da calciatore è stato portiere come lui, e come lui ha come agente Jorge Mendes. Di più: NES è stato il primo cliente di Jorge Mendes in assoluto, e fu per trattare il suo trasferimento dal Vitória Guimarães al Deportivo La Coruña (dopo un fallito tentativo di farlo ingaggiare dal Porto) che nell’estate del 1996 venne creata Gestifute. Dopo averlo tenuto per la prima stagione in panchina, NES lancia Ederson come titolare nella stagione 2013-14. Il portiere brasiliano trascorrerà poi una terza stagione al Rio Ave con Pedro Martins alla guida della squadra, e si appropria del ruolo di titolare dopo circa un terzo della stagione. E infine, a maggio 2015, viene trasferito al Benfica assieme a altri due compagni rioavensi. Così, all’ingrosso. Chi sono gli altri due?

    Quarta tappa: il Benfica cede gratis e ricompra pagando
    Uno è il già menzionato Diego Lopes, che come abbiamo visto in precedenza era arrivato in Portogallo via Mendes su consiglio dell’amico Elio. Si tratta di un centrocampista che ha un po’ di cose in comune con Ederson, oltre allo scout e all’agente. Anche lui viene dal Rio Ave, e questo s’è già visto. Ma la cosa davvero sfiziosa è che anche lui approdi in Portogallo come tesserato del Benfica. Poi però il club encarnado lo cede definitivamente al Rio Ave, dopo averglielo prestato, e per quello che se ne sa non riceve un centesimo in cambio (LEGGI QUI). Poi però a maggio 2015 lo ricompra. Per tenerselo? No, per darlo in prestito a chiunque se lo prenda: Kayserispor, America Minas Gerais, Panetolikos. E davvero bisognerebbe che quelle anime candide degli analisti di KPMG prendano in esame anche questi dossier, prima d’avventurarsi a dire (come hanno fatto nel recente rapporto The European Elite 2017) che il Benfica sia il club maggiormente capace di trarre ricavi dalle operazioni di calciomercato. Avranno tenuto conto dei denari finiti alle terze parti o di quelli sprecati per calciatori dati via gratis e poi ricomprati sborsando denaro? Ah, saperlo. E infine c’è il terzo calciatore del blocco rioavense giunto a Lisbona nel maggio 2015. Si tratta dell’attaccante egiziano Ahmed Hassan . Il suo agente, ça va sans dire, si chiama Jorge Mendes, ma nel caso dell’attaccante le cose vanno male. Gli viene riscontrato un problema cardiaco, sicché il Benfica lo rispedisce a Vila do Conde, che già a settembre lo cede allo Sporting Braga, altro club di stretta osservanza mendesiana. Secondo quanto asseriscono fonti di stampa, Il Braga compra il 50% di Hassan, mentre il restante 50% è diviso fra il Rio Ave e Jorge Mendes (LEGGI QUI). Vi ricorda qualcosa?

    Quinta tappa – Il Benfica vende, ma quanto ha comprato? (E cosa comprerà?)
    Dopo essere stati dietro a tutto questo bailamme, si avrebbe la tentazione di affermare che il passaggio di Ederson dal Benfica al Manchester, pur con tutti i punti oscuri legati alla ripartizione dei proventi da diritti economici, sia la parte meno complessa della storia. E invece no. Perché c’è un altro mistero su cui bisognerebbe far luce, e si concentra su un interrogativo: quanta parte dei diritti economici di Ederson vennero acquisiti dal Benfica a maggio 2015? La domanda vi apparirà superflua, perché è fin dall’inizio dell’articolo che si parla del 50% a beneficio delle Aguias. E invece superflua non è, tanto da meritarsi l’attenzione del blog Geração Benfica, che è una tribuna di tifosi benfiquisti critici, come dovrebbero essercene in ogni comunità tifosa: un gruppo di persone che hanno a cuore innanzitutto la trasparenza del loro club, e che da questo atteggiamento non deflettono nemmeno dopo la vittoria della quarta Liga consecutiva. In un post dei giorni scorsi sono stati riportati gli screenshot dei documenti di bilancio relativi rispettivamente all’intero esercizio 2015-16  e al primo trimestre del 2016-17 . Vi si riporta a seguire entrambe le immagini, con le sottolineature apportate dai gestori del blog:
    Da entrambi i documenti ufficiali, regolarmente depositati presso la CMVM, risulta che il Benfica sia titolare “della totalità dei diritti economici” di Ederson. La seconda immagine dice che questo stato di cose fosse vigente ancora “al 31 dicembre 2016”. E dunque, si chiedono i gestori del blog, quando è avvenuto che il Benfica abbia venduto il 50% di Ederson alla ditta Rio Ave-Mendes? Perché, e ci mancherebbe altro, si deve dare per scontato che il club encarnado abbia certificato notizie vere all’autorità di Borsa. E fra le “notizie vere” c’è quella secondo cui al 31/12/2016 la SAD benfiquista fosse proprietaria della “totalità” dei diritti economici del portiere appena ceduto al Manchester City. E allora, in quale momento è avvenuta la cessione? E perché non ne esiste una comunicazione alla CMVM?

    Interrogativi ai quali non verrà data risposta. Né dalla CMVM, né tanto meno dalla cricca Benfica-Rio Ave-Jorge Mendes, il cui interesse è quello di lasciare che i riflettori sul Dossier Ederson si spengano al più presto, e che la distribuzione dei proventi avvenga in santa pace. Senza che ci si soffermi su un interrogativo supplementare: sarà mica che Jorge Mendes abbia intascato pure una commissione in quanto agente del calciatore? Meglio lasciar perdere certi dubbi, e guardare a ciò che verrà. Per esempio, al sostituto di Ederson come portiere titolare del Benfica. Il nome è già pronto: André Moreira, 21 anni, proprietà dell’Atletico Madrid (LEGGI QUI). Vi pare di averne già sentito parlare? Certo che sì. Fa parte della colonia di calciatori mendesiani che sono passati dal Ribeirão. Secondo alcune fonti stampa, il capo di Gestifute ne avrebbe addirittura comprato i diritti economici quando il ragazzo era titolare della nazionale portoghese Under 19 (LEGGI QUI). Alla fine della fiera, chiunque sia a vendere o a comprare, il capo di Gestifute porta sempre a casa il bottino. Un grasso bottino. Ma non ditelo a quelli di KPMG, ché rischiano di cascare dal pero.

    @pippoevai

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