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  • L'analisi di Katia Serra: Benitez e Zeman, cambiare modulo o affondare

    L'analisi di Katia Serra: Benitez e Zeman, cambiare modulo o affondare

    Seguendo le partite della quarta giornata,  mi è sorta spontanea una riflessione: meglio allenatori elastici o integralisti tatticamente? Sulla base delle mie esperienze e conoscenze, da sempre ritengo che l'elasticità sia un requisito indispensabile per diventare un allenatore inattaccabile così, pensando a Zeman e Benitez, il cui valore è acclarato da tempo, mi chiedo cosa li spinga a non pensare di cambiare il sistema di gioco.

    Il modulo è fatto di numeri, ma contano molto di più i movimenti, le scalate, i metri percorsi da ciascun giocatore per avere equilibrio nella doppia fase di possesso-non possesso e, vedendo Napoli e Cagliari, ho spesso l'impressione che l'ostinazione dei "comandanti della barca" corra il rischio di vederla affondare.

    Seguire Inzaghi che in Empoli-Milan, sotto di due gol è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1 riportando Menez in zona centrale dove può esaltare le sue caratteristiche agevolando la prestazione di Torres, più coinvolto dallo sviluppo della manovra rossonera, conferma che cambiare può aiutare. Lo stesso Sarri, ha finito la gara con solo Maccarone di punta e Verdi spostato largo a destra per fare densità  laterale con una linea difensiva che poteva contare sui sui raddoppi.

    Penso a Mandorlini, che per agevolare il debutto stagionale del colpo di mercato Saviola, meno propenso al lavoro in copertura rispetto a Gomez, ha rinnegato il suo credo e ha schierato il Verona con il 3-5-2. Poi, dopo un primo tempo di sofferenza, è tornato al 4-3-3 lasciando ancora in campo l'argentino per fargli acquisire minuti importanti ritrovando sulle fasce quella fluidità che contraddistingue il gioco dell'Hellas. Questa è la volontà di cambiare in corsa.

    Oppure penso a Mazzarri che, nel finale, ha inserito un altro mediano come M'Vila, dopo aver fatto già entrare anche Hernane,s passando al 3-4-2-1, infoltendo il centrocampo andato in difficoltà per la rapidità di Gomez. Un inter, a mio avviso, che continua a non esaltare le qualità di Guarin, in difficoltà nella fase di non possesso nel 3-5-2 iniziale, ma che vede il suo mister più elastico nel gestire il parco giocatori a disposizione, rispetto alle sue esperienze passate.

    Basterà arrivare alla condizione ideale per vedere un Cagliari diverso, che non regala tutta quella profondità alle spalle della linea difensiva? Sara solo un problema atletico o Cossu, come dimostrato più volte in carriera non ha nelle gambe i 60 metri di corsa necessari per giocare da attaccante esterno? La mancanza di affiatamento e di tagli dei giocatori offensivi di Zeman, oltre alla esigua propensione alla fase di non possesso che determina una squadra lunga, che gioca con un baricentro molto basso (ieri 35,4 mt) troverà una soluzione?

    Per non parlare del Napoli: errori difensivi ripetuti da settimane,  con scarsa capacità di marcatura individuale e scelte opinabili come la marcatura di Gargano su Belotti in occasione del primo gol rosanero. Una squadra che quando cala di intensità,  lascia praterie agli avversari, toglie agli stessi giocatori le poche certezze che hanno. Perché non modificare l'assetto in attesa di tempi migliori?

    È chiaro che al San Paolo il Napoli debba fare bottino pieno, ma, è altrettanto sensato pensare che in un momento di crisi come questo, pagherebbe di più la politica dell'equilibrio. Aspetto che, con intelligenza, Allegri ha messo subito in chiaro con la Juventus: sfruttare le caratteristiche dei giocatori a disposizione continuando con le certezze acquisite nel ciclo vincendo e, introduzione di cambiamenti graduali per gestire al meglio le risorse psicofisiche del gruppo a disposizione.

    @katia_serra

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