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  • L'ex Protti: 'Il Livorno ha l’1% di possibilità di salvarsi'

    L'ex Protti: 'Il Livorno ha l’1% di possibilità di salvarsi'

    • L.C.
    Un girone fa, complice l’intervento non troppo amichevole di Rinaudo, la Fiorentina perse Giuseppe Rossi e decretò, di fatto, l’abbandono ad ogni velleità di gloria. A distanza di quattro mesi i viola sono riusciti a difendere con le unghie e con i denti il quarto posto, ma hanno perso la finale di Coppa Italia contro il Napoli, anche se l’evento sportivo è passato, ahinoi, in secondo piano. Adesso il Livorno è in una situazione sportivamente drammatica e contro la Fiorentina dovrà fare la partita della vita, per provare a coltivare ancora un briciolo di speranza salvezza. Il settimanale Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Igor Protti, bandiera del Livorno con più di cento gol in nove stagioni disputate in maglia amaranto.

    Con gli infortuni di Rossi e Gomez in campionato e la squalifica di Cuadrado in finale di Coppa Italia la Fiorentina non si è fatta mancare niente in questa stagione. Secondo lei la squadra di Montella ha fatto il massimo delle sue possibilità?  

    «Nelle partite secche, come la finale di Coppa Italia, ci sono tante varianti. Può sembrare un paradosso, ma le assenze pesanti spesso possono avere l’effetto di galvanizzare il gruppo. Tante volte si può sopperire con altre caratteristiche all’assenza dei campioni. Per quanto riguarda il campionato è normale che ad un certo punto qualcosa si debba pagare, altrimenti i giocatori sarebbero tutti uguali: non ci sarebbe differenza tra un campione ed un calciatore normale. Detto questo io credo che la Fiorentina abbia fatto tutto quello che doveva fare in questa stagione. Credo che la finale sia stata molto condizionata da quello che è successo prima. Il clima surreale, non messo in preventivo, può aver condizionato i giocatori. La mente dei ragazzi nello spogliatoio si è concentrata su aspetti che nessuno poteva ipotizzare alla vigilia. Li ho visti un po’ spiazzati i giocatori della Fiorentina quando sono entrati in campo».

    E’ tornato in campo Giuseppe Rossi. Adesso ha qualche speranza in più di vederlo al Mondiale?

    «Me lo auguro di cuore, per la nostra Nazionale ma soprattutto per lui. Non lo conoscono personalmente, non ho avuto ancora il piacere di parlarci, ma è un ragazzo che mi ispira simpatia assoluta. E’ un grande professionista, un ragazzo veramente in gamba. Merita di andare in Brasile. Spero che il calcio possa ridargli quello che gli ha tolto. Finora non è stato molto fortunato, anche se dire questo di un calciatore può sembrare assurdo per i soldi che guadagnano e per la vita che conducono. Ma lui avrebbe meritato molto di più in tante situazioni, per la persona che è e per il talento che ha».

    Dalla Fiorentina al Livorno. Situazione ingarbugliata in zona salvezza: gli amaranto credono ancora in un miracolo?

    «In fondo alla classifica non si capisce molto. A due giornate dalla fine del campionato qualcuno può sperare di salvarsi pur avendo solo 25-26 punti. In altri campionati era impensabile salvarsi con così pochi punti. Tutto può succedere, basta vedere cos’ha fatto il Catania, che nel giro di poco ha perso 4-0 a Verona ed ha vinto 4-1 contro la Roma. I siciliani dovevano essere già spacciati ed invece sono rientrati in corsa con una vittoria inaspettata. Io dico che per il Livorno c’è l’uno per cento di possibilità di salvarsi, ma magari domenica la percentuale cambia ancora. Ci sono squadre che perdono continuamente e poi hanno un sussulto d’orgoglio».

    A Livorno domenica arriva proprio la Fiorentina…

    «La Fiorentina è una squadra che mi è particolarmente simpatica, anche perché ho avuto la fortuna di indossare la maglia viola in un Torneo di Viareggio. Arriverà al ‘Picchi’ una squadra molto forte, superiore al Livorno in tutto e per tutto, lo dimostra la classifica ed i giocatori che può schierare Montella. Gli amaranto devono sopperire a questa differenza tecnica con il carattere e la voglia di vincere, che dovrà essere superiore a quella della Fiorentina, che ormai ha poco da chiedere al campionato. Il fatto delle motivazioni diverse delle due squadre può essere un discorso su cui puntare, ma alla fine dei conti servono i fatti, non basta dimostrarlo a parole».

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