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  • L'Hellas è salvo:| Adesso Verona sogna

    L'Hellas è salvo:| Adesso Verona sogna

    L'Hellas è salvo, i gialloblù hanno centrato il primo obiettivo della stagione e adesso possono brindare. Chi l'avrebbe immaginato all'inizio della stagione? Invece il Verona batte anche l'Ascoli al Bentegodi, sale a 51 punti e può far festa con quindici partite ancora da giocare. «Restiamo in serie B», cantavano i fedelissimi al termine della partita. Felicità e ironia, perchè adesso il gruppo gialloblù può sognare qualcosa di importante, libero da troppi complessi, stimolato da una piazza che ha ritrovato grande entusiasmo, ha riallacciato con la squadra, il mister e la società quel legame che si era smarrito nelle stagioni che avevano portato delusioni in serie. Qualcosa è cambiato, questo è chiaro. Già dall'anno dall'anno scorso, dalla vittoria nei play off, dalla promozione in B. E l'onda positiva non si placa. Questo Verona è salito in alto e lotta senza troppi timori reverenziali con le «corazzate» che sono state costruite per salire direttamente in A. Chissà che cosa succederà nei prossimi mesi ma, per il momento, l'Hellas non soffre di vertigini. L'ha confermato anche nella partita con l'Ascoli. Non ha sottovalutato l'impegno, è sceso in campo con l'intenzione di portare a casa i tre punti senza rischiare nulla. E ha centrato il traguardo. Ancora una volta Mandorlini «ridisegna» la squadra titolare, abbandona per novanta minuti il 4-3-3 e propone due punte come Ferrari e Gomez con Jorginho alle spalle degli attaccanti. In difesa cambia praticamente tutto rispetto alla partita di Padova, resta solo Maietta che fa coppia in mezzo all'area con Ceccarelli, sulle fasce tornano Cangi e Pugliese com'era successo con il Grosseto, Abbate e Scaglia rifiatano in tribuna. In cabina di regia sempre Tachtsidis con Russo e Hallfredsson a sostegno. Fondamentale il recupero del vikingo gialloblù che regala dinamismo a centrocampo e fantasia in avanti. Lo sa Massimo Silva, il tecnico dell'Ascoli, che sacrifica due giocatori bianconeri per marcare il centrocampista islandese. In effetti la mossa funziona, il Verona gestisce il gioco con personalità, chiude tutti gli spazi a due attaccanti rapidi come Papa Waigo e Soncin ma non trova sbocchi in avanti. Il bunker marchigiano resiste per tutto il primo tempo. Si gioca nel gelo del Bentegodi, con qualche fiocco di neve che raffredda i muscoli dei giocatori, su un terreno molto insidioso. Ovviamente sta meglio chi difende rispetto a chi deve attaccare. L'Hellas ci prova comunque, senza perdere la testa, con calma e razionalità. Costruisce un paio di occasioni importanti con Ferrari e Gomez, sfiora il vantaggio con Russo e Jorginho. Il primo tempo si chiude senza gol ma nella ripresa si capisce subito che il bunker dell'Ascoli non può resistere in eterno. Passano una manciata di minuti e «Alfredo» decide che è arrivato il momento di sbloccare la partita. Bello il cross che regala a Ferrari la palla del vantaggio ma la conclusione dell'attaccante viene respinta dalla traversa e l'arbitro ferma tutto per fuorigioco anche se Maietta mette in rete la respinta. Bellissimo il sinistro da trenta metri che supera Guarna e finisce la sua corsa sotto l'incrocio dei pali. Uno a zero per l'Hellas, la partita cambia, l'Ascoli deve fare qualcosa in più se vuole portare a casa almeno un punto. La reazione marchigiana è inconsitente, si limita a un colpo di testa di Soncin e a una punizione di Falconieri da trenta metri, e il Verona controlla la gara senza particolari problemi e nei minuti finali Mandorlini per non rischiare nulla manda in campo anche Mareco al posto di Jorginho e passa alla difesa a cinque. Al novantesimo Tachtsidis chiude la gara. Bella la ripartenza di Gomez, palla a Esposito sulla destra, perfetto il cross per Hallfredsson che tocca di prima intenzione per Tachtsidis, solo al limite dell'area. Due passi e gran botta sotto la traversa. Ora si può brindare.

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