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  • Intermania: per il futuro si ripensa al passato

    Intermania: per il futuro si ripensa al passato

    La vittoria di Cesena non basta per allontanare le ombre dalla panchina di Walter Mazzarri. Il rigore di Icardi ridà ossigeno alla classifica, ma la squadra è ancora alla ricerca di identità e di continuità, di risultati e di gioco. E' quest'ultimo aspetto in particolare a lasciar perlesso il popolo interista, che fatica a individuare degli spunti che possano indurre a essere ottimisti per il futuro. Presi singolarmente, i giocatori nerazzurri non hanno fatto poi così male a Cesena, eppure la prestazione della squadra è stata assai deludente. Come sottolineato da Bisoli, guardando la partita, l'Inter sembrava giocare in dieci uomini e non viceversa. Quindi le responsabilità sono anche e soprattutto dell'allenatore, che non è ancora riuscito a dare alla squadra un gioco degno di questo nome. 

    RITORNO AL FUTURO - Non a caso il presidente Erick Thohir lo ha definito un problema: "Vedremo nelle prossime due partite (con la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic e il Parma, nda). Ci sono tante voci, ma vogliamo dargli un'altra opportunità, anche perché cambiare tecnico a stagione in corso non è mai una buona soluzione". Ieri in tribuna al Manuzzi c'era Roberto Mancini, che prima di lasciare lo stadio ha salutato i dirigenti nerazzurri Michael Bolingbroke e Marco Fassone. Il suo nome è sempre d'attualità quando le cose vanno male, così come quelli di altri ex interisti: Leonardo e Walter Zenga. Quest'ultimo è l'unico a non aver lavorato con Massimo Moratti, che dopo aver ricordato un aneddoto proprio su Mancini ("In passato ho cacciato un allenatore che aveva appena vinto lo scudetto") ha lasciato la carica di presidente onorario, mantenendo però il 30% delle quote societarie. Guardando ancora più avanti nel tempo, il sogno dei tifosi è di rivedere a Milano uno tra Mourinho e Simeone: anche in questo caso, per ricostruire il futuro, si guarda al passato. Nostalgia canaglia. 

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