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  • L'obiettivo di Allegri:| In fuga a Natale

    L'obiettivo di Allegri:| In fuga a Natale

    "Sono contento, la squadra ha carattere e mi piace" (Galliani). "E' stata una tra le migliori partite della nostra stagione, ne sono soddisfatto" (Allegri). "Grande partita, possiamo arrivare fino in fondo col primo posto" (Thiago Silva). "Dobbiamo continuare su questa strada" (Abate). "Abbiamo dato tutto e siamo sempre primi in classifica" (Nesta). Raramente un pareggio che somiglia così tanto a una vittoria mancata, come l'1-1 del Milan in casa della Samp, viene accolto con frasi del genere. Ma la consapevolezza della squadra di essere stata ancora superiore all'avversario, sul piano tecnico e su quello fisico, supera la delusione per il risultato. E la statistica - la Sampdoria ha perso una sola volta in questo campionato a Marassi, che anche senza Cassano resta un campo difficile da violare (e da calpestare, per via del fondo sconnesso) - offre altri dati confortanti alla capolista, in prospettiva scudetto.


    NOVEMBRE DA RECORD - Il mese che si è chiuso calcisticamente con la trasferta di Genova è stato per Allegri il più proficuo, sotto ogni punto di vista. I numeri sono espliciti: 7 partite (5 in campionato, 2 in Champions, 3 a San Siro e 3 fuori, più il derby che per il calendario si è giocato in casa dell'Inter), 5 vittorie, 2 pareggi, nessuna sconfitta, 13 gol segnati e 6 incassati. Ma soprattutto è indicativo l'esito della svolta tattica inaugurata a Bari, dopo il 2-2 del 3 novembre col Real Madrid. Da quando, un po' 

     

    per necessità (l'infortunio di Pirlo) e un po' per scelta (il declassamento di Ronaldinho a riserva), è nata la formula coi tre mediani, il Milan ha vinto 5 volte su 6 e nelle ultime 4 occasioni ha subito un solo gol, quello di Pazzini a Marassi, segnandone 5 e concedendo sempre pochissime occasioni agli avversari. E' il segno di un'identità ormai precisa: la priorità della fase difensiva azzera quasi i pericoli per Abbiati e inverte la tendenza della squadra creativa e un po' farfallona della scorsa stagione e dei primi mesi di quella attuale.


    PRESSING E CORSA - Il pragmatismo tattico, che fa storcere il naso agli esteti, poggia su due elementi che la partita di Genova ha reso quanto mai evidenti. Anche di fronte a una squadra schierata per difendersi, quindi votata alla corsa e al gioco fisico, e malgrado la fatica dei tanti impegni ravvicinati affrontati più o meno sempre con la stessa formazione, il Milan è stato superiore proprio a livello di corsa e di contrasti, con una piccola, fatale flessione nei primi 25' della ripresa, più che altro mentale: il vantaggio, dopo un primo tempo molto intenso, ha indotto la rilassatezza che ha portato alla distrazione sul corner del pari di Pazzini e all'occasione del colpo di testa di Pozzi, sventato da Abbiati. Ma da quel momento la Samp è stata di nuovo schiacciata. Il marchio di Allegri è il pressing, che partita dopo partita viene portato sempre più vicino all'area avversaria: riconquistare il pallone così avanti significa ridurre i rischi in difesa e aumentare la possibilità di arrivare al tiro con due o al massimo tre passaggi.

    IN FUGA A NATALE - E' l'obiettivo non dichiarato a Milanello: ritrovarsi, prima della sosta natalizia, con un vantaggio consistente sulla seconda. Il calendario è apparentemente favorevole: Brescia in casa e Bologna in trasferta. Poi, il 19, ci sarà l'ultimo turno del 2010 a San Siro, con quello che, tradizione alla mano, viene considerato il duello decisivo delle annate fortunate: la sfida con la Roma. Per caratteristiche tecniche e qualità media, lo staff rossonero la giudica l'avversaria più pericolosa. Anche per questo la tesi suggestiva di Thiago Silva non viene poi ritenuta così campata in aria: "Se avessimo battuto la Samp e fossimo rimasti primi in classifica con tanto vantaggio sulla seconda, forse avremmo mollato un po' nelle prossime partite. Invece, dopo il pareggio, rimarremo concentrati, anche grazie allo spirito di squadra che abbiamo". L'incognita è il dispendio di energie richiesto dalla formula tattica basata sul pressing. L'altro dubbio - Ibrahimovic non riposa mai e anche Robinho sta diventando indispensabile - verrà risolto a gennaio, col ritorno di Pato e con l'arrivo di una punta, per attenuare gli effetti dell'assenza dell'insostituibile Inzaghi, l'uomo delle situazioni impossibili.


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