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L'ultimo autogol di Nicchi: si parla troppo di razzismo nel calcio. Ma dimettersi, no?

L'ultimo autogol di Nicchi: si parla troppo di razzismo nel calcio. Ma dimettersi, no?

Pensavamo che una delle ragioni per cui il razzismo attecchisca nel calcio italiano fosse anche l'ignavia del Sistema di Abete, Beretta e Nicchi. Quelli che parlano, parlano, parlano, s'indignano e si stracciano le vesti, ma non hanno mai avuto il coraggio di dare l'ordine di sospendere una partita al primo ululato dei barbari, con la scusa che ci deve pensare il funzionario di pubblia sicurezza. Adesso, poi, l'ha ribadito l'Osservatorio del Viminale e quindi, nel Palazzo del calcio sono in una botte di ferro.

Sbagliavamo. Stasera, Nicchi ha visto la luce: "''A livello regolamentare le cose sono chiarissime e la Federazione ha ben spiegato quali sono le autorita' preposte a sospendere eventualmente le partite. Il problema a volte e' dare troppa visibilita' a cose ed episodi di cui spesso si sa troppo poco. Questo modo di voler pubblicizzare troppo sta diventando una moda''.

Capito? Il 3 gennaio, a Busto Arsizio, Boateng e il Milan sono costretti a lasciare il campo per protestare contro un branco di incivili; il 19 gennaio, a Casale, sono i ragazzi della Berretti del Casale ad andarsene dopo l'insulto di un avversario della Pro Patria al lor compagno di squadra Ribeiro e Nicchi stasera cosa dice? Che è meglio non parlare troppo dei razzisti. "Questo modo di voler pubblicizzare troppo sta diventando una moda".  

Tutto preso a fare la sua predica, il presidente degli arbitri non spende una parola di solidarietà per Ribeiro, ma, già che c'è, in pratica gli spiega che la prossima volta è meglio stia zitto, così i razzisti stanno buoni". 

E' un po' come quel tale che a Bergamo, dieci giorni fa, dopo lo stupro di una ragazza incinta violentata nel cuore della città, ha affermato: "Sarebbe meglio se, la sera, le donne non uscissero da sole". O quelli che affermano: le donne dovrebbero andare in giro col burqa, così non corrono rischi. 

Peccato per Nicchi, che anche l'Onu la pensi diversamente da lui: tant'è vero che ha invitato Boateng a Ginevra, il 21 marzo prossimo, in qualità di ospite d'onore della giornata mondiale contro tutte le discriminazioni.

Peccato per Nicchi che, oggi, persino Blatter, (quello che una volta disse: "Il razzismo nel calcio? E' una sciocchezza", salvo smentire, affermando di essere stato equivocato) ha invocato penalizzazioni e retrocessioni per combattere questo cancro.

Nicchi non ci dà mai buone notizie: i suoi arbitri? Sono i migliori del mondo. Sbagliano troppo? No, qualche volta, ma l'importante è che lo facciano con serenità. Chi li critica? Semina zizzania.

Una cosa buona, però, il capo degli arbitri potrebbe farla. Dimettersi. 

 

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com 

 

 

 

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