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  • 'Noi allenatori non abbiamo potere, al Viareggio decidono dirigenti e agenti!'
'Noi allenatori non abbiamo potere, al Viareggio decidono dirigenti e agenti!'

'Noi allenatori non abbiamo potere, al Viareggio decidono dirigenti e agenti!'

  • Jean-Christophe Cataliotti
Gentile Procuratore,

sono un allenatore del settore giovanile. Le scrivo perchè in questi giorni, come tanti altri addetti ai lavori, sto seguendo il prestigioso Torneo di Viareggio spostandomi da una località all'altra della Toscana. E' sempre un'emozione grandissima, che si ripete ogni anno, osservare le promesse del nostro calcio italiano e di quello estero. Ho, tuttavia, da segnalare un sospetto che nutro da tanti anni: gli allenatori al Viareggio sono dei burattini nelle mani dei dirigenti delle loro società. Mi spiego meglio: sono i dirigenti a decidere le formazioni, cioè a decidere chi debba scendere in campo e in quali ruoli. Tutto questo perchè il Viareggio è diventato una fiera del calcio in cui esporre i propri migliori articoli nella speranza di vendere qualche pezzo pregiato. Io che sono un allenatore non vorrei mai sentirmi suggerire da un dirigente chi fare o non fare giocare perché bisogna vendere i giocatori. Aggiungo che, oltre ai dirigenti, ci saranno sicuramente le pressioni dei procuratori. E tutto ciò a discapito della genuinità del calcio e dei suoi protagonisti. Il calcio è solo business?
Mi chiamo Luigi e sono un allenatore UEFA B. Spero in una sua gentile
risposta. Grazie in anticipo.



Gentile Luigi,

è vero: il Viareggio è una vetrina utile alle società per far conoscere i propri giovani calciatori. Si accalcano sulle tribune osservatori, procuratori e dirigenti provenienti da ogni parte d'Italia e dall'estero a caccia di nuovi talenti da seguire o, addirittura, da acquistare. Lei chiede se il calcio sia solo business? Io le rispondo che il calcio è anche business soprattutto quando i calciatori, arrivati alla soglia dei 19 anni, devono fare il grande salto nel calcio professionistico. Sono gli stessi ragazzi interessati a farsi conoscere al grande pubblico! E il Viareggio, in realtà, concede a quasi tutti i ragazzi di una rosa di mettersi in mostra, avendo gli allenatori 7 cambi a disposizione in ogni singola partita. Il turnover è fortemente caldeggiato proprio per offrire ai calciatori stessi l'occasione di esibirsi davanti a una qualificata platea di addetti ai lavori. Non penso, concludendo, che gli allenatori siano dei "burattini nelle mani dei dirigenti" proprio perchè l'occasione è speciale e tutti devono remare dalla stessa parte. Ma che i minuti di notorietà vengano concessi al maggior numero di giovani calciatori, questo sì! 
Sulle pressioni dei procuratori vale lo stesso discorso di cui sopra. I giovani calciatori devono avere una chance per entrare nel calcio dei grandi e tutti cercano di tirare l'acqua al proprio mulino. Spero venga apprezzata la sincerità.

Cordialmente,

Avv. Jean-Christophe Cataliotti

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