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  • La Bra in mano ai 'butei'. Fra bagni, canti e petardi

    La Bra in mano ai 'butei'. Fra bagni, canti e petardi

    Il risultato è un pareggio che vale oro: la massima serie dopo 11 anni di attese e speranze. E nell'istante in cui l'arbitro fischia la fine della partita, esplode la gioia dei tifosi in ogni parte del centro città. Il cuore della festa è piazza Bra. In pochi secondi, decine e decine di bandiere gialloblù tenute per scaramanzia arrotolate, si dispegano all'aria. I cori iniziano spontanei, cantati a squarciagola dai «butei», dalle centinaia di famiglie anche con bimbi al seguito che hanno deciso di festeggiare in piazza la certezza della «A», da chi, in realtà passava di lì per caso ma è stato travolto dalla goliardia del momento. Tuonano i primi petardi, viene acceso qualche fumogeno ma per oltre due ore, la fontana dei giardini della Bra è stata l'assoluta protagonista dei festeggiamenti. Già pochi istanti dopo il fischio finale, i primi tuffi. La ressa si affolla dietro alla bassa recinzione. Primi, si lanciano Ginevra, 17 anni, e Sebastiano, 19. «Per noi è un sogno che si avvera, la prima volta che la nostra squadra è nella massima serie: 11 anni fa eravamo troppo piccoli», spiegano bagnati e infreddoliti.

    L'ARIA FRIZZANTE e fresca e il cielo plumbeo non invitavano certo a entrare e inzupparsi d'acqua fredda. Ma dopo che i due ragazzi hanno rotto il ghiaccio, sfidando le temperature tutt'altro che primaverili, dentro la fontana ci sono finiti a decine, alcuni più altri meno volontariamente, scarpe e cellulari compresi. Per lo più giovani e adulti, uomini e donne, non è mancato però qualche bimbo coraggioso che ha fatto il bagno con il papà. O che è sfuggito un attimo al controllo ed è stato però prontamente ripescato dai genitori, per evidenti motivi di sicurezza.

    PER IL BAGNO istituzionale, si dovrà attendere invece fino alle sette suonate. Alle 19.10, mentre in centro impazza la festa e in tutta la città squillano i clacson dei caroselli delle auto, il sindaco Flavio Tosi spunta in mezzo ai tifosi che ancora stanno sguazzando nell'acqua. Si ferma qualche istante sul limitare dell'aiuola verde e apre le braccia. In maglietta Hellas blu a scritte gialle, incita i «butei» a seguirlo e poi giù nella fontana. Un commento a caldo? «A freddo, sarebbe meglio dire», ironizza battendo quasi i denti, mentre ha iniziato anche a piovere. «Che dire davvero... va benissimo così», spiega tra una foto e un coro, con un largo sorriso da guancia a guancia stampato in viso. Più eloquente la sua maglia: sulla schiena un'enorme A gialla. Sopra la scritta: «La ghemo sercà. La ghemo catà». Dietro, a immortalare con il telefonino il momento, l'assessore al Decentramento Antonio Lella, che però non ha seguito il sindaco preferendo rimanere all'asciutto. Tutto intorno, per le vie del centro, in piazza Erbe e dintorni, vengono intonati cori da stadio e canzoni. Dai classici «e se sentirai cantare sempre più, stan arrivando i gialloblù», ad altri evergreen un po' meno adatti alle famiglie come «Verona alcolica». «Il prossimo anno? C'é spazio per puntare in alto. Non solo per rimanere in serie A, che dev'essere comunque l'obiettivo principale, Ma per mirare anche a qualche titolo in più», è il parere di Christian Cosaro, 40 anni. L'attenzione dei tifosi, è tutta proiettata al prossimo anno, «dopo tante sofferenze, ci mancherebbe. Finalmente due squadre in A e un derby che sarà a dir poco entusiasmante. Anche se a vincere sarà l'Hellas, non c'è partita», aggiunge Barbara Leso.

    «NON È STATA una partita entusiasmante. Avrei preferito andare in serie A vincendo col botto. Invece le due squadre erano ripiegate ciascuna sulle proprie posizioni e il gioco ne ha risentito. Lo ha detto anche Mandorlini che avrebbe preferito la vittoria. Ma va benissimo così», analizza Alessandro Maragna, in Bra per proseguire i festeggiamenti dopo aver visto la partita dal vivo allo stadio. Come lui, molti altri si sono riversati in centro storico direttamente da piazzale Olimpia. Già pochi minuti dopo il fischio finale dell'arbitro, i vigili hanno bloccato l'accesso alle auto a piazza Bra, deviando le auto su via Valverde o per piazza Cittadella.

    «È UN GIORNO fantastico», commenta un giovane papà spingendo il passeggino del suo mini tifoso, Nicolò, 5 mesi, rigorosamente bardato coi colori della squadra del cuore dei genitori. Tra il giallo e blu sovrani, spuntava però di tanto in tanto anche il viola. A sventolare la bandiera della Fiorentina, storica squadra gemellata con l'Hellas, ad esempio, un gruppo di toscani arrivati in città proprio per attendere e festeggiare l'ottimo risultato. «Vivo a Firenze da 20 anni ma sono nato a Verona e dunque la doppia fede è naturale per me. E per i miei figli», commenta Nicola, 46 anni, ieri in Bra con i due figli Leonardo, 18, e Riccardo 16, ed Andrea, 15, un amico.

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