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  • La dura legge del calcio: indagine Uefa su Luiz Adriano, punibile per antisportività

    La dura legge del calcio: indagine Uefa su Luiz Adriano, punibile per antisportività

    Le immagini del gol segnato da Luiz Adriano in occasione della partita di Champions League tra Shakhtar Donetsk e Nordsjælland, valevole per il Gruppo E, hanno fatto rapidamente il giro del mondo.

    L’UEFA ha deciso - tenuto conto anche del clamore suscitato - di aprire un procedimento disciplinare nei confronti del giocatore del club ucraino e il caso verrà affrontato proprio nella giornata di oggi.

    In sintesi, per quei pochi lettori che non avessero avuto notizia di quanto accaduto, al minuto 26, dopo un'interruzione del match per l'infortunio occorso ad un avversario, lo Shakhtar rispediva la sfera verso la  metà campo avversaria con l'intento di restituire il pallone: il centroavanti dello Shakhtar Luiz Adriano intercettava il rilancio e - dopo aver dribblato l'incredulo portiere avversario -  depositava la palla in rete per il provvisorio 1-1.

    Il caso non poteva che innescare immediate e roventi  polemiche.

    Come è facile intuire, sotto il profilo delle regole del gioco, si tratta a tutti gli effetti di un gol regolare, convalidato infatti dall'arbitro.

    La regola 8 delle Laws of Game della FIFA disciplina la procedura della c.d. palla a due (dropped ball) che è - appunto - un metodo  per ricominciare il gioco quando, mentre la palla è ancora in gioco, all’arbitro venga richiesto di sospendere il gioco temporaneamente, come in effetti è avvenuto nel caso di specie. Alla ripresa, l’arbitro lascia cadere la palla nel punto in cui ha fermato l’azione e il gioco ricomincia nel momento in cui il pallone  tocca il terreno. Da quel momento, i giocatori, dal punto di vista delle regole del gioco, sono liberi di agire come credono e così evidentemente ha fatto Luiz Adriano.

    In base alla normativa tecnico-sportiva allora, Luiz Adriano ha segnato un gol valido. Ma una rete ottenuta pur sempre in spregio a qualsiasi regola di lealtà sportiva, tanto che già il giorno seguente l’UEFA dichiarava ufficialmente che Luiz Adriano era accusato della violazione dei principi di leale condotta, richiamando genericamente l’articolo 5 delle UEFA Disciplinary Regulations.

    Di che cosa si tratta in particolare?

    Ebbene, il citato articolo 5, al primo comma, prevede espressamente che “le Federazioni nazionali ed i club, così come i loro giocatori, debbono comportarsi secondo i principi di lealtà, integrità e sportività”.

    Il secondo comma contiene poi un elenco esemplificativo – quindi estendibile ad altre ipotesi non previste – di violazioni di questi principi, tra cui comportamenti che portino allo sport del calcio e all’UEFA discredito (lett. d) e sopratutto  la condotta di chi agisce in modo antisportivo per ottenere un vantaggio (lett. k).

    Se le regole UEFA contengono quindi specifici principi applicabili al caso di Luiz Adriano, occorre poi risolvere un’altra questione e se cioè se dalla violazione di tali regole di lealtà e correttezza possano poi derivare specifiche sanzioni disciplinari.

    La risposta ci viene fornita dall’articolo 8 delle Disciplinary Regulations, che riprendendo il contenuto dell’articolo 52 dello Statuto UEFA, stabilisce espressamente che la condotta antisportiva è punita con sanzioni disciplinari.

    L’entità della possibile sanzione è poi specificata dal successivo articolo 10 delle medesime Regulations che prevede la squalifica per un turno e per uno specifico periodo per condotta antisportiva.

    Questo quindi il quadro normativo in cui dovrà districarsi tra poche ore l’UEFA e i possibili scenari.   Non resta che attendere l’imminente giudizio, anche se non è da escludere che il massimo organo europeo possa optare per un regime sanzionatorio più severo sulla base di altri elementi acquisiti.

    Aldilà di quella che potrà essere la decisione assunta dagli organi disciplinari, non si è trattata certo di una bella pagina di sport. Si parla ormai sempre di più di fair play finanziario ma nessuno dovrebbe mai dimenticare - sopratutto i giocatori - il fair play forse più importante: quello sul campo!

    Avv. Cristiano Novazio

    (www.centrostudidirittosport.it)


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