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  • La dura legge del calcio. Tnas-Conte, un finale 'scontato'
La dura legge del calcio. Tnas-Conte, un finale 'scontato'

La dura legge del calcio. Tnas-Conte, un finale 'scontato'

 

Dopo settimane di attesa e vibranti polemiche, il TNAS del CONI, come noto, ha emesso venerdì scorso il proprio verdetto in merito alla posizione di Antonio Conte.
 
Gli originali 10 mesi di squalifica - confermati in appello anche dalla Corte di Giustizia Federale nell'agosto scorso - sono stati ridotti a 4, con un sconto sanzionatorio, dunque, di oltre la metà (esattamente fino all'8 dicembre prossimo).
 
Nonostante la significativa riduzione, in casa bianconera non si è brindato al successo, poiché fino all'ultimo momento la strategia difensiva del tecnico salentino aveva sperato di poter ottenere un proscioglimento pieno.
 
Dall'altro lato, la Federazione si è detta moderatamente soddisfatta nell'aver il TNAS mantenuto in piedi la responsabilità per omessa denuncia, avendo così scampato il pericolo di un lodo completamente avverso alle due precedenti pronunce endofederali.
 
La posizione di Conte merita sicuramente una particolare attenzione non soltanto per la notorietà del soggetto coinvolto, ma anche per i complessi sviluppi processuali che si sono susseguiti nelle ultime settimane.
 
Prima di approfondire la decisione di venerdì, è bene ripercorrere velocemente le tappe salienti del processo sportivo: la Commissione Disciplinare FIGC infliggeva in primo grado a Conte una squalifica di 10 mesi contestandogli due omesse denunce (ex art. 7.7 del Codice di Giustizia Sportiva) in merito alle gare Novara-Siena ed Albinoleffe-Siena della stagione 2010/11 (quando l'allenatore sedeva sulla panchina del club toscano). Alla base della decisione vi erano essenzialmente le deposizioni del pentito Filippo Carobbio e le ammissioni dell'assistente di Conte, Cristian Stellini.
 
In appello, la Corte di Giustizia - come detto - confermava tale sanzione pur rivedendo in parte le contestazioni addebitate al tecnico. Alla luce, infatti, della giudicata scarsa attendibilità di Carobbio, cadeva l'ipotesi di omessa denuncia relativa a Novara-Siena, ma, nonostante ciò, l'ammontare della squalifica restava invariato a 10 mesi.
 
Il tutto - tra feroci polemiche - sulla base di un aggravamento della singola violazione rimasta in piedi: il giocatore del Siena Mastronunzio sarebbe stato infatti escluso dalla lista dei convocati - secondo il ragionamento dei giudici - a causa del suo rifiuto di partecipare alla combine. Circostanza, questa, che poteva anche "essere diversamente valutata nella sua gravità [...] in modo da poter configurare, ovviamente verificata la sussistenza dei presupposti, una fattispecie diversa e più grave di incolpazione" (tradotto dalla motivazione, il concreto rischio per Conte di subire un processo per illecito sportivo!).
 
In questo clima tutt'altro che sereno, andava dunque in scena l'ultimo atto del processo sportivo dinanzi al TNAS, il quale saggiamente riduceva i termini per la pronuncia del lodo e, contestualmente, non accoglieva la richiesta di sospensione della provvisoria esecutività della sanzione avanzata dalla difesa.
 
In attesa del giudizio definito, Conte iniziava quindi già a scontare la propria squalifica, assistendo alle partite della Juventus dagli sky box presenti nei vari impianti, sempre sotto l'occhio vigile degli ispettori della Procura federale. 
 
Venerdì scorso finalmente la decisione: 120 giorni di sanzione complessiva. In attesa di leggere le motivazioni (entro il 15 novembre), possiamo immaginare che gran parte dello "sconto" sia dovuto al venir meno dell'aggravante legata a Mastronunzio, essendo emersi elementi decisivi in favore di un infortunio del giocatore occorso nel periodo della presunta esclusione dai convocati.
 
Tenuto conto poi che il minimo edittale della squalifica di 6 mesi per l'omessa denuncia è stato introdotto soltanto nel giugno 2011 ed i fatti contestati al Conte allenatore del Siena risalgono a qualche mese prima, i 3 arbitri designati del TNAS hanno potuto godere di una maggiore libertà nel parametrare la sanzione specifica.
 
A conti fatti, è come se l'iter processuale avesse seguito un andamento quasi perfettamente circolare: partendo dagli originari 3 mesi e 200 mila Euro di ammenda "patteggiati" da difensori e Procura ma respinti dalla Commissione disciplinare perché non congrui alle due omissioni allora contestate, si è giunti infatti agli odierni 4 mesi definitivi.
 
Nel mezzo, tutta una serie di polemiche e contrasti che hanno rischiato di minare profondamente la credibilità e la tenuta del sistema della giustizia sportiva, ma che - allo stesso tempo - hanno reso evidente la necessità di una sua riforma complessiva.
 
Modifiche, però, che dovranno essere discusse ed approntate soltanto al termine di questa fase del Calcioscommesse 2012, tenuto conto - giova ricordarlo - che restano aperte ancora alcune posizioni riguardanti anche club blasonati di Serie A, quali Lazio, Napoli e Genoa.
 
Nell'attesa di conoscere tali ulteriori sviluppi relativi alla massima serie, il tecnico della Juventus - smaltita la rabbia per una sanzione che considera comunque ingiusta, aldilà del suo ammontare - potrà presto tornare a sedere sulla panchina della Juventus. 
 
L'ora x non è poi così lontana...il conto alla rovescia può dirsi già iniziato.
 
Dott. Edoardo Revello
 
Centro Studi Diritto Sport
www.centrostudidirittosport.com   
 

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