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  • La Juve, la moviola in campo e i biglietti

    La Juve, la moviola in campo e i biglietti

    • Giampiero Timossi
    C'è stato un calcio dove un caffè Borghetti poteva riscaldarti. O rovinare tutto. C'era un calcio dove bastava un attimo e il senso della partita fuggiva via. Dove una sola distrazione poteva costare cara. Pagavi il “Borghetti”, contavi il resto, Roberto Pruzzo segnava e tu quel gol lo avevi perso. Per sempre. Irrimediabilmente, o quasi. Lasciare lo stadio prima del fischio finale era un privilegio concesso a pochi, tipo all'Avvocato, Gianni Agnelli. Tutto era scandito da altri tempi: 90 minuti più recupero (poco), una corsa a casa per sintonizzarsi su 90°, la possibilità di resistere fino a dopo cena e guardare pure la Domenica Sportiva. Bene, quel gioco non esiste più. Non è peggio o meglio, è diverso.

    Lo stadio non è più il teatro del calcio, tutto ormai ha traslocato in tv. Sugli spalti (numerati) puoi anche dormire, perché dopo qualcuno ti farà rivedere quello che ti sei perso, ci puoi scommettere. Due notizie diverse, pochi giorni di distanza. Notizie distanti tra loro, ma solo in apparenza. Arrivano tutte e due dalla Gran Bretagna. La Corte Costituzionale del Football, riunita in Galles, a Cardiff, sentenzia che la moviola può finalmente entrare in campo. L'introduzione non risolverà tutti i problemi, non chiarirà tutti i dubbi sulla regolarità dei gol e neppure solleverà l'arbitro da quello che è il peso di una decisione. Che resterà, per sua natura, arbitraria. La tecnologia dovrà solo vedere quello che direttore di gara e assistenti non sono riusciti a vedere. Non placherà ogni polemica, ma darà comunque modo di rivedere ogni episodio incriminato. Amplificando ulteriormente l'evento. Non in diretta, ma in differita. Non allo stadio, ma in tutto il mondo che sta intorno agli stadi.

    L'altra notizia arriva dall'Inghilterra, è cosa recentissima, riguarda la Premier League: i prezzi dei biglietti per assistere a una partita saranno calmierati. Non più di 39 sterline, circa 30 euro. Non per tutti, solo per i tifosi che decideranno di seguire la loro squadra in trasferta. Pare, anzi è praticamente certo, che alla fine siano stati i signori del calcio e delle tv a decidere la riduzione. Comunque non si sono opposti. Non perché vogliano salvaguardare l'emozione che un tifoso prova nel seguire e incitare allo stadio la squadra del cuore. No, il motivo sarebbe un altro: gli stadi vuoti sono una pessima scenografia per lo spettacolo del calcio che si deve trasmettere in tv. Funziona così.

    Domenica, dopo le 2 di notte, riguardavo su qualche canale una partita di un Mundialito per club organizzato a San Siro dal cavaliere Silvio Berlusconi. Era il luglio del 1983, un anno dopo il Mundial vinto in Spagna dall'Italia. Era una sfida tra la Juventus e il Flamengo, non era un'amichevole, ma in verità non aveva neppure il sapore di una sfida Intercontinentale. Eppure San Siro era pieno, strapieno, esaurito, straesaurito, a inizio luglio, senza che in palio ci fosse un trofeo prestigioso. E l'impatto di quel “tutto esaurito” garantiva un'immagine di successo perfetta per le neonata tv del Biscione. Era il Flamengo di Junior, la Juve schierava Bodini tra i pali, finì 2-1, gol partita di Boniek. Ad aprire le marcature una punzione di Platini, più beffarda che irresistibile. Ora su “le roi Michel” hanno attivato il tasto cancelletto. E se la moviola in campo entrerà in vigore è anche perché la sua proverbiale avversione in materia non conta più un fico secco. Il re è nudo, largo al potere della tecnologia. Questa storia della moviola in campo mi è sempre piaciuta, era quasi un cavallo di battaglia, una sfida contro l'impero di Blatter e il delfinato di Platini, una campagna contro i poteri forti. Ora mi sembra una novità piena di limiti. Sarà un eccesso di scetticismo, sarà ideologia. Nel calcio le ideologie resistono, la più diffusa si chiama tifo. L'unica ideologia che resta, l'unico c'era una volta che ancora funziona. 

    @GTimossi 

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