Per Petkovic è un paletto per una Lazio nuova e più vincente, per Conte uno degli investimenti chiave per la prossima Juve: Senad Lulic e le ultime due in maglia biancoceleste, Cagliari domenica e chiusura col botto il 26 nel derby di Coppa Italia, poi su a Torino con addosso il bianconero. Sulle orme di Lichtsteiner, insomma. Di fatto, Lulic come primo sacrificio della Lazio per muovere il mercato senza intaccare il bilancio appena chiuso in passivo (-2,9 milioni). Perché la Juventus ha messo sul piatto Alessandro Matri, il partner-vice di Klose seguito da tempo e da tempo identificato rinforzo per un reparto che è poca cosa senza il tedesco e con i soli Kozak e Floccari. Saha, poi, a giugno saluterà tutti. I rapporti tra Lazio e Juve sono ottimi, sullo stesso asse si parla anche di Hernanes e Isla. Ma su Lulic-Matri si lavora già, scambio alla pari: Marotta per dare a Conte un altro motivo per restare sulla sua panchina e piazzare un «esubero» in un club gradito al giocatore, con fidanzata romana e con l’orticaria da panchina; mentre Lotito per consegnare a Petkovic il suo attaccante e incassare una plusvalenza con cui aggiustare i conti. Lulic, infatti, arrivò alla Lazio nel 2011 per meno di 3 milioni, Matri ne costa 12-13, la differenza sta nei due anni di Lazio del jolly bosniaco: il primo da rivelazione assoluta e il secondo in crescendo, partenza lenta e sprint finale, da due mesi sempre tra i migliori. È tutto grasso che cola nelle casse della Lazio, il sistema è collaudato e redditizio. Lichtsteiner, Lulic, e poi Onazi, che ha scongiurato lo stiramento e col Cagliari, domenica sera, ci sarà: «Entro due anni farà il grande salto», ha detto Taribo West, mentore del nigeriano. Per questo Lotito in estate gli ritoccherà l’ingaggio, per trattenerlo finché non sarà pronto ad essere colto da una big.

(Corriere della Sera - edizione Roma)