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  • La lezione di Zeman a Stroppa: giovani, spettacolo e 'Carneadi' resuscitati

    La lezione di Zeman a Stroppa: giovani, spettacolo e 'Carneadi' resuscitati

    • Furio Zara
    Sia lode a Zeman, nei secoli dei secoli. Sempre uguale a se stesso, speciale nel suo essere unico e nel suo replicare la sua idea di calcio. Sapere che il Pescara del Boemo ha debuttato in campionato con un 5-1 al Foggia fa bene alla pelle e al cuore, non ce ne vogliano i tifosi dei pugliesi, qui si parla di utopie legate al pallone. Dove c’è utopia, terra promessa, orizzonte da conquistare, lì c’è Zeman. Insegna calcio da una vita, ha una qualità: migliora i giocatori con cui lavora, certo, ha perso quasi sempre in bellezza, ma quanta bellezza - appunto - ha seminato…

    L’ultima scoperta si chiama Stefano Pettinari. Ha 25 anni, era un “signor nessuno”, uno dei tanti arrivati all’età in cui non sei né carne e né pesce. Ha segnato una tripletta al Foggia e magari questo è solo l’inizio. Per ora Pettinari ha già battuto il record personale (2 gol) dell’anno scorso, lo score migliore sono le 5 reti segnate in B col Crotone 2011-12. Poca roba. Negli ultimi anni aveva giocato scampoli di partite, sempre da riserva, tra Pescara, Terni, Como, Vicenza. Hai visto mai che sia lui l’ultimo crack del Boemo. Perché tutti noi ricordiamo la valorizzazione di Immobile e Insigne, i gol del tridente Rambaudi-Baiano-Signori, il Totti più felice, rammentiamo con nostalgia la Roma di Zeman, la Lazio di Zeman, il Foggia di Zeman; ma qui parliamo dell’uomo che all’alba del Duemila a Salerno fece fare - sì: fece fare - 19 gol a Fabio Vignaroli, uno che né prima e né dopo mai più così. E dunque, annotiamoci questi nomi: Del Sole (mancino, 19 anni, tanta qualità), Capone (18 anni, scuola Atalanta, lì ne parlano benissimo), Perrotta (23 anni, tanto Teramo prima di una manciata di partite con l’Avellino l’anno scorso), Proietti (25 anni, preso dal Bassano), Mancuso (25 anni pure lui, Sambenedettese, Cittadella, Carrarese e Pizzighettone nel curriculum). E due già noti ma con margini di miglioramento enormi, parliamo di Coulibaly e Benali, cosa possono diventare con Zeman? E ancora: ve la sentite di scommettere 20 centesimi sull’eplosione dell’ivoriano Latte Lath?

    Il profilo da condottiero, l’aura da sciamano, le nuvole di fumo, le frasi mozzicate, il sorriso sornione, i lunghissimi silenzi, i gradoni da fare in allenamento, il 4-3-3 come unica fede. Zdenek Zeman, di professione Boemo. Quando arrivò in serie A, Foggia, stagione di grazia 1991-92, Zeman aveva quarantaquattro anni e fumava due pacchetti di sigarette al giorno. Ne ha fatti settanta a maggio, fuma come prima, rimane uno dei pochi rivoluzionari - veri, non farlocchi - del nostro calcio. Questa è la notizia più bella: Zeman è vivo e lotta insieme a lui. E a noi.

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