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  • La notte nera di Allegri: quanti errori!

    La notte nera di Allegri: quanti errori!

    • Stefano Agresti
    Abbiamo tante volte celebrato Allegri, per mille e sempre giusti motivi: la sensibilità con cui s’è sostituito a Conte, la capacità di gestire un gruppo di campioni, la mentalità vincente, la dimensione europea riconsegnata alla Juve. Stavolta, però, a nostro avviso ha sbagliato molto. Moltissimo. Quasi tutto.

    Ci ha stupito che Pjanic non sia stato schierato titolare: è l’uomo che fa la differenza, quello che a centrocampo dà qualità; puoi forse farne a meno se Asamoah è in condizioni atletiche perfette, non se fatica a stare in piedi come stavolta. Senza il bosniaco e senza Alex Sandro i bianconeri sono mancati di tecnica e di spinta. E gli attaccanti sono rimasti un po’ abbandonati a loro stessi.

    Ma non è questo l’aspetto che più ci ha sorpreso, bensì il fatto che Allegri si sia adagiato su una partita complicata e su una Juve deludente, incapace di prendere in mano l’incontro. Immaginavamo che avrebbe provato a ribaltare tutto già alla fine del primo tempo, ripresentandosi in campo con Pjanic oppure con Alex Sandro, o con tutt’e due. Niente: ha lasciato che passasse anche metà della ripresa, altri ventitré minuti buttati, e quando li ha messi in campo - entrambi nello stesso momento - il forcing della Juve era praticamente disperato, senza ordine, solo con il cuore.

    Disarmante, poi, l’inserimento di Pjaca a una manciata di minuti al termine: troppo poco per consentirgli di tentare il colpo risolutivo. Non solo: perché sostituire Dybala e conservare il solito 5-3-2, anziché tentare di sparigliare con un modulo differente, anche semplicemente un 3-4-2-1 con Dybala-Pjaca alle spalle di Higuain? Oppure - ipotesi da non scartare - perché non affiancare Mandzukic a Higuain e mettere Dybala alle loro spalle? Di Lemina, in quel momento della partita, si poteva fare serenamente a meno.

    Ecco, Allegri ci è sembrato ingessato, bloccato, poco fantasioso. Non ha avuto il coraggio di cambiare presto, oppure di cambiare tutto; non ha azzardato nemmeno un modulo più offensivo, togliendo un centrocampista e aggiungendo un trequartista o una punta (nemmeno pensiamo al ricorso alla difesa a quattro, di cui per il momento non si parla). Una notte nera anche per lui, l’allenatore dei due scudetti e della ritrovata competitività europea: capita.

    @steagresti
     

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