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  • Zidane 'l'italiano': il Real ai suoi piedi

    Zidane 'l'italiano': il Real ai suoi piedi

    • Matteo Serra
    Il Clasico di ieri tra Barcellona e Real Madrid ha offerto molti spunti di riflessione: un Barça che forse non è la macchina perfetta che si credeva, un Real Madrid che forse ha ancora qualcosa da dire in questa stagione. Per una volta il tridente offensivo del Madrid, la "BBC", batte quello del Barcellona, la "MSN". Una considerazione particolare merita Zinedine Zidane.

    VITTORIA ALL'ITALIANA - Gli spagnoli sono molto orgogliosi della loro filosofia calcistica, votata sempre all'attacco e in cerca dello spettacolo. Agli antipodi invece c'è quella italiana, fatta di dedizione difensiva e contropiedi fulminei. Il Real Madrid è il club più spagnolo che ci sia, ma ieri ha vinto proprio all'italiana. Il progetto tattico di Zidane infatti è stato chiaro fin da subito: stare coperti dietro e sfruttare, appena si recupera palla, le frecce Bale e Ronaldo. Il Real Madrid, con una umiltà che non gli è solita, si è reso conto della propria inferiorità rispetto agli eterni rivali e, a differenza della partita di andata (0-4), ha giocato di conseguenza. Fuori i talentuosi James Rodriguez e Isco, dentro l'utilissimo Casemiro, per molti il migliore in campo. Fuori il più offensivo Danilo, dentro un terzino più difensivo come Carvajal. E' vero che nel primo tempo il Barcellona sembrava incontenibile, nella serata dedicata a Cruyff gli uomini di Luis Enrique sembravano essere guidati dall'alto proprio dal profeta olandese. Tutto sommato il Real, anche con un pizzico di fortuna e con un grande Keilor Navas, ha limitato i danni e chiuso sullo 0-0 il primo tempo. Nella ripresa, il gol di testa di Piqué sembrava l'inizio della fine per gli uomini di Zidane. Invece è proprio in quel momento che il piano dell'ex fenomeno francese si è concretizzato: la stanchezza ha assalito il Barcellona e Bale, Ronaldo e soprattutto Marcelo sono diventati imprendibili. Il 2-1 sta anche stretto al Madrid, che aveva anche segnato il terzo gol con Bale, inspiegabilmente annullato, e preso una traversa con Ronaldo. Una vittoria in pieno stile italico, mentalità che Zidane ha appreso nei suoi anni juventini e poi all'ombra di Carlo Ancelotti nell'anno della decima madrilena. Nella vittoria di ieri del Real Madrid, è netta l'impronta del suo allenatore

    SEGNALI DA ALLENATORE VERO - Quando il 4 gennaio Florentino Perez ha annunciato che Zidane sarebbe stato il nuovo allenatore del Real Madrid al posto di Benitez, molti hanno pensato al classico traghettatore. Nessuna esperienza da primo allenatore in una prima squadra, Zidane a detta di quasi tutti era destinato a salutare a giugno. Questa idea sembrava aver trovato una conferma nella sconfitta nel derby contro l'Atletico Madrid. Ma da quando è arrivato sulla panchina del Real Madrid, Zizou ha sbagliato solo quella partita, dando un assaggio delle sue qualità da tecnico nel match di ieri. La capacità di sfruttare le caratteristiche dei propri giocatori, sommata ad una buona lettura della partita (il cambio Jesè-Benzema ha dato la spinta decisiva all'assedio finale dei Blancos), sono segnali che fanno pensare che il fenomeno visto in campo può dire la sua anche in panchina. Il Real Madrid non vinceva a Barcellona dal 2012, un allenatore delle merengues non vinceva il suo primo classico dai tempi di Bernd Schuster, stagione 2007-2008. E' riuscito dove hanno fallito fenomeni della panchina come Mourinho e Ancelotti. Si dice che chi sa giocare non sa allenare, perchè è impossibile far comprendere ai giocatori la propria visione geniale del pallone. In pochi sono riusciti ad essere campioni in campo e in panchina, e uno di quelli iscritti a questo esclusivo club è stato proprio Cruyff. Nella notte a lui dedicata, forse quel club ha trovato un nuovo membro.

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