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  • La Rivoluzione di Praga: perché Stramaccioni merita tempo

    La Rivoluzione di Praga: perché Stramaccioni merita tempo

    • Alessandro De Felice
    Cambiamento è il leitmotiv che guida da secoli lo spirito ribelle del popolo ceco. Una ricerca costante di indipendenza che nel XX secolo ha visto per ben due volte Praga e la Cechia rinascere dalle proprie ceneri: parliamo della Primavera di Praga del 1968 e della Rivoluzione di Velluto del 1989. Seppur con toni e valori diversi rispetto ai fatti storici citati in precedenza, quest’estate la Repubblica Ceca ha messo in atto una grande rivoluzione, questa volta in ambito calcistico. Sparta e Slavia Praga hanno deciso di abbandonare la mentalità provinciale che ha dominato nei primi 25 anni di storia del calcio ceco aprendo le porte a una rapida crescita in campo nazionale e soprattutto internazionale grazie a importanti investimenti basati su una nuova filosofia. L'obiettivo è quello di riportare la Repubblica Ceca, e nello specifico Praga, sulla cartina del grande calcio europeo: proprio come nelle maggiori capitali europee, anche quella che Kafka definiva la Zlaté město (“Città d’Oro”) vive il calcio con grande passione e attaccamento ai propri colori, in una rivalità cittadina che si respira ogni giorno dell’anno.

    SLAVIA - L’ingresso nel 2015 della società energetica cinese CEFC con l’acquisizione dello Slavia Praga ha rappresentato la chiave di volta di una rivoluzione che ha mosso quest’estate i suoi primi passi a livello tecnico, invertendo un trend che vedeva i migliori giocatori del campionato ceco emigrare nel grande calcio. I biancorossi hanno, infatti, acquistato calciatori già affermati in campo internazionale come Danny, portoghese ex Zenith con all’attivo 75 presenze nelle competizioni europee, Halil Altintop, calciatore tedesco di origine turca con un lunga militanza in Bundesliga con le maglie di Schalke 04, Eintracht Francoforte e Ausburg, e l’ucraino Rotan, ex Dnipro, oltre al ritorno in patria di Tomas Necid dal Bursaspor, autore di 5 reti in 8 presenze. Lo Slavia può contare su una rosa ricca di giovani di grande talento e calciatori di questo calibro saranno importanti sia dentro che fuori dal campo per aiutarli a migliorare sia sotto l'aspetto tecnico che psicologico. Il progetto slavista è molto ambizioso e non si limita alla crescita della rosa, come dimostrano gli investimenti effettuati sull’Eden Arena, stadio inserito nella categoria UEFA 5 stelle, e le strutture d’allenamento.  Un piano che ha come obiettivo quello di tornare a respirare l’atmosfera dei palcoscenici internazionali con continuità e lottare contro i rivali storici dello Sparta Praga per conquistare l’egemonia calcistica in patria e soprattutto lungo le rive della Moldava. In questa stagione, la formazione di Silhavy ha fallito l’accesso alla fase a gironi di Champions League perdendo il doppio confronto nei playoff contro l’APOEL Nicosia, mentre è iniziata bene l’avventura in Europa League con il successo sul Maccabi Tel-Aviv e il pari sul campo dell’Astana. 
     
    SPARTA -
    Dall’altra parte, il club granata non è rimasto a guardare, annunciando a sorpresa lo scorso maggio l’ingaggio di Andrea Stramaccioni. “Il presidente Křetínský ha deciso di affidare il nuovo progetto tecnico a un giovane allenatore straniero con esperienze in piazze importanti. Inoltre per la prima volta nello spogliatoio ci sono cinque o sei culture diverse, una novità assoluta per il calcio ceco” ha dichiarato Il tecnico romano. In un momento di grande difficoltà, con l’ambiente che chiede a gran voce di tornare a vincere dopo 3 anni di astinenza, la scelta della dirigenza di affidarsi a un allenatore straniero rappresenta una scommessa ad alto rischio. Un progetto tecnico tutto nuovo che, oltre all'ingaggio del manager italiano e di una parte del suo staff, ha richiesto ingenti investimenti sul mercato per rinnovare la rosa e voltare pagina. Oltre ad alcuni dei migliori profili dello scorso campionato ceco come il difensore Stetina e il portiere Dubravka, il club praghese ha ingaggiato calciatori proveniente da campionati esteri come Jonathan Biabiany, arrivato dall’Inter, il centrale turco Kaya dal Galatasaray, Rio Mavuba dal Lille, il centrocampista Mandjeck dal Metz, l’israeliano Tal Ben Haim, la stellina serba classe 1995 Plavsic e l’esperto attaccante austriaco Marc Janko, che ha vestito tra le altre le maglie di Porto, Trabzonspor e Basilea. L’avvio di stagione sottotono, con l’eliminazione nel terzo turno dei preliminari di Europa League per mano della Stella Rossa e le pesanti sconfitte in campionato contro il Brno e i rivali storici dello Slavia Praga, ha scatenato la protesta del tifo organizzato granata, che a partire della sfida casalinga contro il Teplice ha deciso di disertare lo stadio esponendo lo striscione in italiano “Arrivederci Stramaccioni”. Il presidente Křetínský ha però confermato la sua piena fiducia nei confronti del tecnico italiano, consapevole servirà tempo per trovare la giusta alchimia e la quadratura del cerchio. 

    Se da una parte aumenta il divario tra le due formazioni capitoline e le altre squadre del campionato ceco, l'arrivo di calciatori di livello offre l’opportunità all’intero movimento calcistico di crescere. Un cambiamento, partito grazie a Sparta e Slavia, che potrà coinvolgerà anche realtà più piccole nei prossimi anni. Un processo che richiede tempo e lavoro, ma che rappresenta l'ennesima sfida per crescere.  D’altronde le rivoluzioni non hanno mai spaventato il popolo ceco.

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